Crisi alimentare nel Sahel e Lago Ciad: l’Ue interviene per sostenere 7 Paesi

Guerra in Ucraina, cambiamento climatico, Covid e colpi di stato hanno creato una crisi alimentare e nutrizionale senza precedenti

[6 Aprile 2022]

Il Sahel e l’Africa occidentale stanno affrontando una crisi alimentare e nutrizionale senza precedenti. Se non saranno adottate misure adeguate, tra giugno e agosto 2022 la fame e la malnutrizione potrebbero colpire più di 38 milioni di persone. L’area più colpita è la zona di frontiera del Sahel centrale e del lago Ciad, che è anche la zone “cuscinetto” della migrazione verso l’Europa. ONG internazionali e locali e i governi  e le istituzioni sovranazionali che sostengono la sicurezza alimentare nella regione stanno affrontando un grave deterioramento del contesto economico, politico e di sicurezza, sia per problemi politici locali – come i recenti colpi di stato in Mali, Burkina Faso e Ciad –  sia causa delle conseguenze dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

I conflitti, gli shock economici, come le conseguenze della pandemia di Covid-19 e l’impennata dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia, e gli eventi meteorologici estremi stanno alimentando situazioni di crisi alimentare prolungata in tutto il mondo: nel 2021 almeno 195 milioni di persone si trovavano condizioni di crisi alimentari o in condizioni anche peggiori. Si tratta di un aumento di oltre il 25 % rispetto al 2020 e si prevede che la situazione peggiori.

Per questo, in linea con l’ultima comunicazione della Commissione europea “Proteggere la sicurezza alimentare e rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari”, adottata il 23 marzo 2022, che faceva appello a un’azione globale, l’Unione europea ha deciso di stanziare nuovi fondi per la sicurezza alimentare in Africa. «Alla luce dell’aggravarsi della situazione relativa alla sicurezza alimentare e alla nutrizione collegata all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia – si legge in un comunicato – l’Unione europea rafforza oggi il proprio impegno politico e finanziario nei confronti dei Paesi partner africani. Nel 2022 verrà stanziato un totale di 554 milioni di euro per aumentare la sicurezza alimentare nelle regioni del Sahel e del lago Ciad, dove milioni di persone si trovano già in una situazione di sofferenza acuta che potrebbe ulteriormente peggiorare».

Presentando il pacchetto di aiuti all’High-level meeting on food and nutrition crises in the Sahel and Lake Chad regions, organizzato congiuntamente dall’Ue, dal Sahel and West Africa Club e dal Global Network Against Food Crises, l’Alto rappresentante/Vicepresidente della commissione Ue,  Josep Borrell, ha dichiarato: «La brutale invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha innescato massicce impennate dei prezzi dei prodotti alimentari e ha aggravato il rischio di penurie alimentari. L’insicurezza alimentare, inevitabilmente, aumenta l’instabilità e le disuguaglianze. Per evitare questa situazione dobbiamo aiutare i nostri partner a diventare maggiormente autosufficienti e a collaborare per rafforzare il sistema alimentare multilaterale. Oggi rafforziamo il nostro impegno politico e finanziario nei confronti dei paesi delle regioni del Sahel e del lago Ciad, dove milioni di persone si trovano già in una situazione critica; se non agiremo rapidamente, queste persone potrebbero ingrossare le fila delle vittime della guerra in Ucraina».

Il sostegno dell’Ue include sia una risposta umanitaria che un sostegno al lavoro sulle cause profonde dell’insicurezza alimentare in Burkina Faso, Camerun, Ciad, Mali, Mauritania, Niger e Nigeria.

Il Commissario Ue per la gestione delle crisi, Janez Lenarčič, ha sottolineato che «Assistiamo a un aumento senza precedenti delle esigenze umanitarie nelle regioni del Sahel e del lago Ciad. Quest’anno più di 31 milioni di persone avranno urgente bisogno di assistenza alimentare. Le conseguenze dei tragici eventi in Ucraina non faranno che peggiorare ulteriormente una crisi alimentare già catastrofica, spingendo le persone sull’orlo della sopravvivenza. L’Ue non si dimenticherà delle altre crisi umanitarie nel mondo e continuerà a fornire aiuti umanitari anche in queste regioni africane. Tuttavia, l’assistenza umanitaria non è sufficiente. Un rinnovato impegno politico sul piano internazionale è uno degli elementi fondamentali per affrontare le cause profonde della crisi, in modo da garantire la tanto auspicata resilienza a lungo termine delle comunità più vulnerabili».

L’Ue è uno dei principali attori umanitari e dello sviluppo nel campo della sicurezza alimentare e nutrizionale e fornisce un notevole sostegno finanziario ai paesi partner: ha già messo a disposizione 173 milioni di euro in assistenza umanitaria per rispondere alle pressanti necessità di emergenza nelle regioni del Sahel e del lago Ciad, in particolare all’incombente insicurezza alimentare e alla crisi nutrizionale. Oggi l’Ue ha annunciato altri  67 milioni di euro che nel 2022 porteranno a a 240 milioni di euro il contributo totale per i Paesi colpiti nelle regioni del Sahel e del lago Ciad. Per migliorare la sostenibilità dei sistemi alimentari e affrontare le cause alla base dell’insicurezza alimentare e nutrizionale nell’ambito di un approccio completo basato sul nesso tra azione umanitaria, sviluppo e pace, l’Ue ha stanziato 654 milioni di euro a favore dei 7 Paesi saheliani per il periodo 2021-2024 che forniranno assistenza allo sviluppo a lungo termine in risposta alla crisi alimentare strutturale.

L’Ue metterà a disposizione di Burkina Faso, Camerun, Ciad, Mali, Mauritania, Niger e Nigeria in tutto 314 milioni di euro provenienti da questi fondi entro la fine del 2022. Inoltre, l’Ue sosterrà con programmi regionali l’intera regione interdipendente del Sahel e dell’Africa occidentale.

L’intento dichiarato è quello di «Affrontare le cause profonde per una resilienza a lungo termine: un impegno politico rinnovato» e per questo l’Ue  assicura che sta «Rinnovando il suo impegno strategico a favore di politiche strutturali e di investimenti volti a combattere le cause alla base delle crisi alimentari e nutrizionali, affrontando le dimensioni umanitaria, di pace e di sviluppo. L’obiettivo è garantire che i meccanismi esistenti siano adattati all’evolversi della situazione di insicurezza e instabilità della regione, nonché alle complesse realtà internazionali. Affrontare le vulnerabilità strutturali significherà anche intervenire nella dimensione socio-politica, economica e ambientale: adattamento ai cambiamenti climatici e mitigazione dei relativi effetti, agricoltura sostenibile che incoraggi pratiche agroecologiche, emancipazione delle donne e dei giovani, istruzione, inclusione sociale, distribuzione a valore aggiunto. Rafforzare la resilienza delle popolazioni coinvolte nel Sahel e nell’Africa occidentale è fondamentale in una prospettiva socio-economica a lungo termine per la regione».

Jutta Urpilainen, Commissaria Ue per i partenariati internazionali, ha concluso: «L’intensificarsi della crisi alimentare rappresenta oggi un’enorme minaccia per la vita delle persone nella regione. Questa situazione ci riguarda tutti. Di recente siamo stati testimoni di una grande solidarietà in tutta Europa; il rinnovato sostegno politico e finanziario dell’Ue ai nostri partner nel Sahel e nel lago Ciad dimostra che continuiamo a essere solidali nei confronti delle persone colpite dall’aggressione militare non provocata e ingiustificata della Russia contro l’Ucraina. Ci troviamo in una situazione senza precedenti; ho potuto constatarlo la scorsa settimana durante la mia visita nella regione. Continueremo ad affrontare le cause alla base delle crisi alimentari e nutrizionali e contribuiremo a rafforzare la resilienza delle persone colpite adottando un approccio multilaterale con la comunità internazionale».