Il volume d’affari annuale delle agromafie in Italia è salito a 24,5 miliardi di euro

Nel prossimo Consiglio dei ministri dovrebbe essere esaminato un ddl in 14 articoli per contrastare il fenomeno

[19 Febbraio 2020]

Secondo Ettore Prandini, il presidente della Coldiretti – la più grande organizzazione agricola italiana – il volume d’affari annuale delle agromafie è salito in Italia a 24,5 miliardi di euro, frutto di attività illecite di varia natura. Le mafie operano ad esempio attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, caporalato e truffe nei confronti dell’Unione europea.

Ma viene condizionato – continuano dalla Coldiretti  – anche il mercato della compravendita di terreni e della commercializzazione degli alimenti stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy.

Visto il contesto di grave criticità, Prandini si dice soddisfatto per l’annuncio del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede al convegno sul caporalato promosso dalla Coldiretti a Roma, che nel prossimo Consiglio dei ministri dovrebbe essere esaminato il ddl contro le Agromafie che fa diretto riferimento al testo di riforma predisposto dall’Osservatorio Agromafie del giudice Giancarlo Caselli. Il testo di 14 articoli – spiega la Coldiretti – si occuperà di imprese, responsabilità delle persone giuridiche, tutela penale economica e salute pubblica: non occorre che attenderne la concretizzazione per valutarlo nel merito.