12 tappe, 40 giorni di viaggio, 79 monitoraggi, oltre 30mila visitatori e 16mila studenti coinvolti

Treno Verde 2019: il capolinea è a Milano, ma il viaggio verso le zero emissioni non si ferma

Le città italiane ancora sotto la cappa dello smog: dall’inizio dell’anno già 17 Capoluoghi di provincia fuorilegge per i livelli di Pm10

[5 Aprile 2019]

Il Treno Verde 2019 di Legambiente e Ferrovie dello Stato Italiane, con il patrocinio del ministero dell’ambiente, è arrivato al capolinea di Milano dopo un viaggio di 40 giorni in 12 tappe da Sud a Nord della Penisola per promuovere una rivoluzione delle nostre città a favore di una mobilità elettrica, leggera e condivisa, disegnare un futuro con mobilità a zero emissioni e ridurre l’inquinamento (secondo il principio europeo “chi inquina paga”), puntare sull’intermodalità e sull’elettrico, a partire dai trasporti pubblici e dalla sharing mobility.

Il bilancio della 31esima edizione del’iniziativa è notevole: «Monitoraggi: 79 hotspot delle polveri sottili fatti dai volontari di Legambiente nei punti più critici delle città. Oltre 30mila visitatori e 16mila studenti che hanno potuto toccare con mano le sfide che abbiamo di fronte per segnare la fine dell’era delle fonti fossili e per dare una risposta efficace alla drammaticità dei mutamenti climatici. Più di 100 esperienze di enti, associazioni, start up e imprese che hanno presentato a bordo le più innovative idee in tema di mobilità sostenibile e intermodalità, per dimostrare che questa rivoluzione è già in atto sui nostri territori».

In ogni città dove ha fatto tappa il Treno Verde è stato realizzato uno speciale monitoraggio scientifico per misurare le polveri sottili (PM1, PM2.5 e PM10), anche grazie al progetto di Legambiente Volontari per Natura sulla citizen science (il contributo dei cittadini alla misurazione del livello di inquinamento e alla definizione delle soluzioni). Tutti i monitoraggi sono disponibili sulla mappa interattiva disponibile sul sito www.volontaripernatura.it. Dal lungo viaggio del Treno Verde sono arrivate delle conferme e, come spiega Legambiente, «Purtroppo, le nostre città continuano a vivere sotto la cappa dello smog come testimonia l’aggiornamento della classifica Mal’aria di Legambiente(dati al 31 marzo): dopo appena tre mesi dall’inizio dell’anno sono già 17 le città capoluogo che hanno superato il limite annuale di 35 giorni di superamento dei livelli di Pm10 previsti dalla normativa (con una concentrazione superiore a 50 microgrammi metrocubo come media giornaliera). La situazione più critica è in Veneto dove quasi tutti i capoluoghi (unica eccezione Belluno) hanno superato il limite in quasi tutte le stazioni di traffico o fondo urbano (l’86% delle stazioni presenti). Le città peggiori al momento sono: Torino (stazione Grassi) dove sono stati già registrati 52 giorni di superamento; Rovigo – Centro (50 superamenti);Verona – Borgo Milano (49); Cremona – via Fatebenefratelli (48) e Milano – Senato (48). Senza dimenticare che appena lo scorso mese l’Italia è stata nuovamente deferita dalla Commissione Europea alla Corte Giustizia Ue per le mancate azioni messe in campo per combattere l’emergenza smog, che segue quello del 2018 per sforamenti dei limiti di Pm10. A dimostrazione di quanto poco il nostro Paese abbia fatto finora su questo fronte. Il rischio è quindi di nuovi deferimenti e possibili maxi-multe, e a pagare ancora una volta sarebbero i cittadini in termini di salute e soldi».

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, ha evidenziato che «I numeri dell’emergenza smog e i continui richiami dell’Unione europea ci ricordano ogni volta quanto sia urgente realizzare al più presto un Piano nazionale contro l’inquinamento che penalizzi economicamente, tra le varie cose, il traffico motorizzato privato investendo sul potenziamento del trasporto pubblico locale, pendolare e su ferro Oggi abbiamo un’occasione unica per costruire concretamente una mobilità a zero emissioni, non solo l’auto elettrica, ma gli spostamenti a piedi, in bici, con i mezzi pubblici a trazione elettrica, compresi i treni metropolitani e regionali. Nuove forme per muoversi e al tempo stesso contrastare i cambiamenti climatici, ridurre l’inquinamento locale e rendere più vivibili le nostre città. Servono, però, scelte coraggiose e di sistema per invertire la rotta. Diversi territori, come dimostrano le esperienze raccontate in questo nuovo viaggio del Treno Verde, sono già pronti ad affrontare questa rivoluzione, ma senza ambiziose politiche nazionali, regionali e locali non vinceremo questa sfida».

A bordo del Treno Verde 2019, FS Italiane e Legambiente hanno ospitato le idee più innovative in materia di smart mobility, sharing economy ed ecosostenibilità, con l’obiettivo di valorizzare il ruolo dell’innovazione nella creazione della cultura della sostenibilità. Progetti realizzati da start up esterne, ma anche dai dipendenti di FS Italiane, come BeGreen, RailCharge, GreenHub, Più Bici più treno e nugo, l’app del Gruppo per acquistare, con un’unica transazione, soluzioni di viaggio che integrano diverse modalità di trasporto: dal treno all’aereo, dall’autobus alla metropolitana, dal traghetto al car e bike sharing.

Intervenendo alla tappa di chiusura, Gianfranco Battisti, amministratore delegato di FS Italiane, ha detto che «I temi dell’innovazione e della sostenibilità con un’attenzione particolare alle start up hanno contrassegnato la 31esima edizione del Treno Verde nel suo viaggio lungo l’Italia da Palermo a Milano. È stata l’occasione per raccontare presente e futuro della mobilità. Un viaggio che ha testimoniato come da sempre nel Gruppo FS Italiane è alta l’attenzione all’ambiente e c’è un forte impegno per il trasporto green. Insieme a Legambiente, abbiamo raccontato a scolaresche e visitatori le azioni già fatte per una mobilità più pulita, sostenibile e intermodale. Non solo, sono stati presentati idee e progetti che nei prossimi anni renderanno migliori le nostre città incrementando la qualità di vita dei cittadini, grazie anche agli spunti delle numerose start up ospitate sul Treno Verde. La sostenibilità passa anche attraverso le stazioni che ricoprono il ruolo di veri e propri hub del trasporto e ai nuovi treni regionali Rock e Pop, sui binari italiani da fine primavera, che sono riciclabili fino al 97% e hanno consumi energetici inferiori di circa il 30% rispetto ai convogli precedenti. Inoltre, FS Italiane è impegnata per uno sviluppo verde anche dal punto di vista finanziario utilizzando i green bond e, più in generale, tutti gli strumenti di finanza sostenibile, così da garantire il miglioramento del trasporto ferroviario regionale e metropolitano e invogliare sempre più persone a scegliere il treno, il mezzo più ecologico, per gli spostamenti di lavoro, studio o turismo».

Legambiente sottolinea che «La mobilità urbana deve cambiare volto. I monitoraggi sui flussi di traffico realizzati dai volontari di Legambiente nelle città dove ha fatto tappa il convoglio ambientalista evidenziano una incontrastata presenza di auto che surclassano ovunque tutti gli altri mezzi di trasporto sostenibili (bici e trasporto pubblico). C’è però da sottolineare che sono sempre di più le persone che decidono di muoversi in bici (anche elettriche), private o in sharing, così come è in forte aumento la richiesta di utilizzo dei nuovi mezzi legati alla micromobilità elettrica, quelli dedicati al trasporto di singole persone, come monopattini, monoruota, skate, hoverboard e segway».

In alcune delle città toccate dal Treno Verde sono state presentate una serie di anteprime della ricerca CittAccessibili di Legambiente e Fondazione Serono che, rimo esempio in Europa, ha voluto osservare la situazione dei centri urbani per quanto riguarda l’accessibilità dei servizi comunali ai diversamente abili. Il questionario alla base dello studio ha prodotto 56 diversi indicatori divisi in 5 grandi aree: una generale, relativa ai diversi aspetti dell’accessibilità di aree ed edifici pubblici e privati, le altre specifiche per lo spazio pubblico, i trasporti, i servizi, gli investimenti. Al questionario ha risposto oltre il 70% dei Comuni interpellati città (73 su 104). Il risultato è che «La situazione complessiva del Paese non appare affatto tranquillizzante».

Secondo Zampetti, «Per liberare le nostre città dalle auto è necessario anche incentivare l’utilizzo di mezzi leggeri, facilmente ricaricabili a casa o in ufficio, trasportabili (in treno, in metro, in auto), non inquinanti e in grado di percorrere rapidamente tragitti di alcuni chilometri,. Mezzi che stanno riscuotendo sempre più successo perché perfetti per i piccoli spostamenti urbani, ma che purtroppo non possono circolare nelle nostre città perché non sono riconosciuti dal Codice della Strada e quindi soggetti a possibili multe. Per questo dal Treno Verde abbiamo lanciato una petizione per chiedere al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di approvare al più presto il Decreto che autorizzi nei Comuni la circolazione sperimentale della micromobilità elettrica, previsto nell’ultima legge di bilancio ma non ancora emanato».

Ma non ci sono solo le politiche nazionali: anche i Comuni possono fare molto, a partire dall’adozione di ambiziosi Piani Urbani di Mobilità Sostenibile. Legambiente ric orda che «La mobilità emissioni zero non è solo l’auto elettrica, che nelle città non rappresenta neppure l’1% della mobilità automobilistica. Ma gli spostamenti a piedi, con i mezzi pubblici a trazione elettrica, compresi i treni urbani, sono già modalità molto utilizzate per gli spostamenti urbani: in città come Milano e Napoli, ormai metà degli spostamenti degli abitanti e dei pendolari avvengono già oggi a zero emissioni locali». Il Cigno Verde chiede quindi anche ai Comuni di darsi un traguardo ambizioso: «Mobilità emissioni zero entro il 2030 (come Milano e altre città del mondo associate nel G40). Impegni che amministratori, aziende e start hanno assunto in ogni città dove ha fatto tappa il Treno Verde firmando il Manifesto per una mobilità a zero emissioni, 10i impegni per cambiare volto alle aree urbane e dare avvio a questa rivoluzione.