L’Easac prende posizione, mentre l’Italia e altri Stati membri bloccano l’approvazione

I più importanti scienziati d’Europa chiedono l’ok alla legge Ue sul ripristino della natura

«Le misure proposte dalla legge sono di vitale importanza» e a rimetterci sarebbero soltanto le lobby di fertilizzanti e pesticidi, che hanno guidato le proteste degli agricoltori

[5 Aprile 2024]

Il Consiglio che riunisce le Accademie nazionali delle scienze di tutta Europa (Easac) ha appena espresso un «forte sostegno» all’approvazione della legge Ue sul ripristino della natura, che rischia però di non essere mai approvata per l’opposizione posta dall’Italia insieme a pochi altri Stati membri.

Si tratta di una presa di posizione particolarmente importante perché non proviene da uno o più esperti, ma dall’intera comunità scientifica europea di riferimento.

La legge ha ricevuto il via libera dall’Europarlamento a febbraio, dopo che lo scorso novembre era già stato raggiunto un accordo politico provvisorio col Consiglio dell’Ue, che rappresenta gli Stati membri; l’approvazione definitiva avrebbe dovuto essere una formalità da espletare a fine marzo, ma l’improvviso voltafaccia dell’Ungheria ha cambiato le carte in tavola.

Paesi dove la destra è al Governo – ovvero Italia, Ungheria, Svezia, Finlandia, Austria, Belgio, Paesi Bassi, Polonia – stanno bloccando l’approvazione della legge, soprattutto dopo le incoerenti proteste messe in campo da la parte più conservatrice degli agricoltori europei.

Neanche nelle ultime settimane ci sono stati passi avanti, e il concreto rischio è che l’approvazione della legge sul ripristino della natura non avvenga mai; i sondaggi per le elezioni europee di giugno indicano un rafforzamento dei partiti di destra, che hanno individuato nell’ambientalismo il nuovo nemico.

La contrarietà alla legge sul ripristino della natura parte però da presupposti non solo anti-ambientalisti, ma anche anti-scientifici.

«Le misure proposte dalla legge – spiega l’Easac – sono di vitale importanza per la sicurezza alimentare, la biodiversità e il clima. La legge rappresenta un’opportunità unica per premiare gli agricoltori per la fornitura di servizi ecosistemici».

Dunque la legge non minaccia il mondo agricolo, semmai lo difende: «È di vitale importanza per il benessere e il sostentamento degli agricoltori e dei gestori del territorio, perché ecosistemi funzionanti sono il fondamento dell’agricoltura e di altre attività economiche nei paesaggi agricoli e forestali», sottolinea Thomas Elmqvist, co-direttore dell’Easac Environment.

In particolare, gli scienziati dell’Easac hanno dimostrato che è possibile mantenere i rendimenti riducendo l’impatto ambientale e migliorando la biodiversità: «Affermare che le misure della strategia Farm to Fork minaccino la sicurezza alimentare è falso – afferma Michael Norton, co-direttore dell’Easac Environment – Tuttavia l’attuazione delle misure necessarie può incidere sugli interessi commerciali ristretti di alcune delle principali parti interessate del settore agroalimentare, come le vendite di pesticidi e fertilizzanti, il che ha portato a continue campagne contro la legge».

Oggi «oltre l’80% degli habitat europei è in cattive condizioni», e la legge in bilico prova proprio a invertire la rotta: prevede di ripristinare almeno il 20% delle zone terrestri e marine dell’Ue entro il 2030 e tutti gli ecosistemi entro il 2050.

Per questo l’Easac «esorta gli Stati membri dissenzienti o astenuti a riconsiderare la loro posizione e a tenere conto delle migliori prove scientifiche disponibili e a difendere la legge». Un messaggio rivolto anche all’Italia, col Governo Meloni che finora ha sempre confermato il suo no alla legge per il ripristino della natura.