Da Legambiente il nuovo rapporto “Pendolaria - Speciale aree urbane”

Trasporto pubblico su ferro, in tutta Italia meno metropolitane che nella sola Madrid

Per la prima volta dal 2017, con il Governo Meloni niente fondi in legge di Bilancio per trasporto rapido di massa, ciclabilità e mobilità dolce. Ma si prevedono 11 mld di euro per il ponte sullo Stretto di Messina

[6 Marzo 2024]

I trasporti in Italia sono tra le prime cause dell’inquinamento atmosferico, e con emissioni climalteranti addirittura in aumento dal 1990. Non a caso la Penisola si conferma la nazione più legata all’utilizzo dell’auto.

Dal nuovo rapporto di Legambiente Pendolaria – Speciale aree urbane emerge che in Italia ci sono 666 auto ogni 1.000 abitanti, il 30% in più rispetto alla media di Francia, Germania e Spagna.

A pesare su questa scelta è la man­canza di interconnessioni tra le varie linee di tra­sporto di massa, di trasporto pubblico locale e di mobilità dolce.

I dati del resto parlano chiaro: in Italia la lunghezza totale delle linee di metropolitane si ferma a poco meno di 256 km totali, ben lontano dai valori di Regno Unito (680,4 km), Germania (656,5) e Spagna (615,6). Il totale di km di metropolitane nella nostra Penisola è inferiore, o paragonabile a quello di sin­gole città europee come Madrid (291,3) o Parigi (225,2).

Riguardo le tranvie, in Italia ci sono 397,4 km di tranvie assai lontani dagli 875 km della Francia e soprattutto dai 2.042,9 km della Germania.

Analoga situazione per le fer­rovie suburbane, quelle prese ogni giorno da tanti pendolari, dove l’Italia è dotata di una rete totale di 740,6 km mentre sono 2.041,3 quelli della Germania, 1.817,3 km nel Regno Unito e 1.442,7 in Spagna.

Se questo è il contesto attuale, l’Italia sta investendo ben poco per dare priorità ai trasporti su ferro rispetto a quelli su gomma. Nel 2023 non è stato inaugurato nemmeno un chilometro di nuove tranvie, mentre l’unica aggiunta alla voce metropolitane riguarda l’apertura di un nuovo tratto della M4 a Milano. E se si guarda indietro negli anni, dal 2016 al 2023 sono stati realizzati appena 11 km di tranvie e 14,2 di metropolitane.

«Le città italiane – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – sono ferme al palo, mentre l’Europa viaggia sempre più velocemente su ferro. Serve uno sforzo aggiuntivo sulle risorse economiche fino al 2030, pari a 1,5 miliardi di euro l’anno, per realizzare linee metropolitane, tranvie, linee suburbane, recu­perando i fondi dalle tante infrastrutture autostradali e stradali previste, rifinanziando i fondi per il trasporto rapido di massa e la ciclabilità, completamente svuotati dal go­verno Meloni, evitando di sprecare risorse per inutili opere faraoniche come gli 11 miliardi di euro stimati dal governo per realizzare il ponte sullo Stretto di Messina».

Per Legambiente è dunque necessario prevedere maggiori in­vestimenti per le aree metropolitane italiane per sciogliere i nodi irrisolti della mobilità e dell’inquinamento. Ma sta accadendo il contrario: l’ultima legge di Bilancio, proposta dal Governo Meloni e approvata nel dicembre 2023, per la prima volta dal 2017 non prevede fondi né per il trasporto rapido di massa, il cui fondo è stato definanziato, né per la ciclabilità e la mobilità dolce.