Il destino oscuro della salamandra nera delle Alpi Cozie (VIDEO)

A causa del cambiamento climatico, riduzione delle aree idonee nei prossimi 20-40 anni ed estinzione verso la fine del secolo

[22 Gennaio 2024]

Lo studio “Dark future for a black salamander: effects of climate change and conservation implications for an endemic alpine amphibian”, pubblicato recentemente su The Herpetological Journal da un team di ricercatori italiani e francesi analizza lo stato della salamandra di Lanza (Salamandra lanzai), un urodelo endemico delle Alpi Cozie, e come il cambiamento climatico influirà sull’habitat di questo anfibio.

Come spiega Riccardo Cavalcante, direttore del Centro Emys Piemonte e uno degli autori dello studio, sulla sua pagina Facebook, «Grazie ai numerosi dati raccolti negli ultimi anni è stato possibile elaborare un modello di distribuzione abbastanza raffinato da consentirci di realizzare analisi sugli scenari futuri per la specie e per il suo habitat elettivo, dimostrando ancora una volta come l’andamento climatico attuale non prometta niente di buono per le specie alpine».

La presenza d questa salamandra nera è accertata unicamente nelle Valli Po, Pellice, Germanasca in Italia, e nell’adiacente Vallée du Guil, nel Queyras, in Francia; un nucleo isolato è stato scoperto recentemente in Val Sangone. È una specie “minacciata”, inserita nell’Allegato 4 della Direttiva Habitat e valutata in Pericolo Critico dall’IUCN. Per questo l’Unione europea richiede un regolare monitoraggio dello stato della popolazione per valutare l’abbondanza e la connettività genotipica tra le esigue popolazioni,  indispensabile per aumentare le conoscenze e raccogliere informazioni utili per la sua conservazione e tutela.

La ricerca su questo raro anfibio è nata dalla collaborazione dell’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie con l’Ente di Gestione delle Aree Protette del Monviso, la Città Metropolitana di Torino, il Parc Naturel Régional du Queyras – Réserve Naturelle Nationale de Ristolas Mont Viso, la cooperativa Eleade ed il CEFE-CNRS di Montpellier, nell’ambito del progetto PITEM Biodiv’Alp (Biodiv’Connect) e Davide Giuliano, il guardiaparco Parchi Alpi Cozie che ha contribuito alla ricerca, ne parla sul sito dell’Ente: <Grazie alla condivisione dei numerosi dati a disposizione degli enti parco e degli erpetologi professionisti, è stato possibile realizzare per la prima volta un modello di distribuzione ad alta risoluzione per questo anfibio endemico delle Alpi Cozie, considerando l’intero areale di presenza della specie, tra Italia e Francia. Tale modello consente di stimare con relativa precisione la superficie ad oggi potenzialmente idonea per le salamandre dal punto di vista ambientale e bio-climatico, ma soprattutto permette di prevedere cosa potrebbe accadere in futuro in un contesto di cambiamento climatico».

Cavalcante evidenzia che non è solo il titolo dello studio ad essere scoraggiante: «Il modello prevede infatti una drammatica riduzione delle aree climaticamente idonee per la salamandra di Lanza già nei prossimi 20-40 anni, portando ad una teorica estinzione della specie verso la fine del secolo». Giuliano aggiunge che questo avverrebbe «Nel caso dovesse realizzarsi lo scenario peggiore di emissioni di CO2 a scala globale. In parallelo, si prevede un significativo innalzamento della quota in cui saranno disponibili condizioni adatte alla sopravvivenza di Salamandra lanzai, ed una minore proporzione di zone idonee coperte da aree protette rispetto alla situazione attuale».

Giuliano conclude. «Le risultanze dei modelli confermano l’urgente necessità di messa a punto di strategie efficaci per favorire una mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e ambientali sulla salamandra di Lanza, anche in seguito ad ulteriori ricerche per approfondire gli aspetti ancora misteriosi della biologia ed ecologia della specie. Inoltre, l’estensione delle aree protette dovrà essere adattata alle previsioni sulla futura distribuzione di Salamandra lanzai (di cui l’Unione Europea ci richiede una protezione rigorosa) e tutti i fattori aggiuntivi di minaccia alla conservazione della specie (come ad esempio la mortalità stradale) dovranno essere rimossi il prima possibile, onde evitare eventuali effetti combinati con gli impatti dati dal riscaldamento globale».

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  • Le valli della salamandra di Lanza (Versione lunga)