Ma la destra in Regione resiste, a meno che le elezioni di domenica non decidano diversamente

Abruzzo, il ministero della Cultura boccia il taglio della Riserva del Borsacchio

Wwf: «Un passo importante verso la necessaria impugnazione di un articolo di legge assurdo»

[6 Marzo 2024]

Dopo le vive proteste delle associazioni ambientaliste e le migliaia di firme raccolte tra i cittadini, anche il ministero della Cultura si schiera contro il quasi azzeramento della Riserva naturale del Borsacchio, voluto dalla maggioranza di destra che governa la Regione Abruzzo (almeno fino a domenica 10 marzo, quando si terranno le elezioni regionali).

L’Ufficio legislativo del ministero ha infatti inviato una nota alla presidenza del Consiglio dei ministri, per il successivo inoltro alla Regione stessa, ricalcando in buona sostanza i rilievi fatti dagli ambientalisti.

«Ovviamente si demanda al ministero dell’Ambiente ma, essendo zona a vincolo paesaggistico, il ministero della Cultura ha dato una sonora tirata d’orecchie», facendo emergere – sintetizzano le Guide della Riserva Borsacchio – almeno tre punti critici: «Primo, la mancanza di una riserva rende impossibile l’applicazione dell’art. 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Secondo, la legge è stata approvata senza coinvolgere gli enti territoriali interessati. Terzo, la legge permette interventi edilizi straordinari senza rispettare regolamenti comunali o piani urbanistici, compromettendo la tutela del territorio».

Sono stati i consiglieri regionali Emiliano Di Matteo e Mauro Febbo (Forza Italia), Simona Cardinali e Federica Rompicapo (Lega) e Umberto D’Annuntiis (Fratelli d’Italia), alle 2.30 di notte del 29 dicembre scorso, a presentare un emendamento alla legge regionale di bilancio che ha praticamente cancellato una delle tre riserve naturali regionali della provincia di Teramo.

In quell’occasione, il perimetro della Riserva naturale del Borsacchio è infatti passato da circa 1.000 ad appena 24 ettari. Adesso però con la bocciatura del ministero può aprirsi un nuovo capitolo.

«Un passo importante – sottolinea la delegata del Wwf Italia Filomena Ricci – verso la necessaria impugnazione di un articolo di legge assurdo, approvato senza neppure sentire il dovere morale di consultare gli enti locali interessati, obbligo peraltro previsto dalla legge, e di rispettare le norme in vigore».

Anche Luciano D’Amico, rettore emerito dell’Università di Teramo e candidato alla presidenza della Regione con Il Patto per l’Abruzzo – che riunisce le forze di opposizione alla destra al governo – valuta positivamente l’intervento del ministero: «La legge è illegittima perché non ha rispettato il procedimento legislativo ed è stata approvata senza coinvolgere gli enti territoriali interessati. Tutto questo è inaccettabile- Forza Italia, con l’avallo e il sostegno di Fratelli d’Italia e Lega, ha sferrato un duro colpo al patrimonio naturalistico abruzzese. Noi abbiamo il dovere di difendere la nostra terra da chi non la conosce, non la ama e, soprattutto, la vede come patrimonio da depauperare in nome del consenso elettorale, o peggio».

Ma nonostante l’evidente smacco, il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale d’Abruzzo, Mauro Febbo, si dice pronto a mantenere la barra dritta a meno che le elezioni di domenica non decidano diversamente: «Non c’è stata nessuna bocciatura, ma al momento ci troviamo di fronte a una interlocuzione aperta dal ministero della Cultura con la Regione Abruzzo, come spesso avviene. A questo proposito è bene precisare che non si tratta di un’iniziativa del ministero dell’Ambiente. La Riserva è e resterà di 24 ettari».