Consiglio Ue: combattere la desertificazione per un futuro sostenibile
Il Consiglio dell'Unione europea ha adottato delle conclusioni che affrontano le sfide urgenti poste dalla desertificazione, dal degrado del suolo e dalla siccità (desertification, land degradation and drought, DLDD), sottolineando «La necessità fondamentale di un approccio coeso e integrato alla gestione ambientale in tutta l'Ue» ed evidenziando «L'aumento della frequenza e della gravità della siccità nonché l'aggravamento della desertificazione e del degrado del suolo sia a livello mondiale che europeo.
In Italia 12 Regioni vivono già oggi un elevato stress idrico. Basilicata, Calabria, Sicilia, Puglia sono le più esposte in assoluto, seguite nell’ordine da Campania, Lazio, Marche e Umbria, Toscana, Molise, Sardegna e Abruzzo. Ma gli esperti stimano infatti che entro il 2030 lo stress idrico si intensificherà ulteriormente in alcune regioni italiane, con un incremento dell’8,7% in Liguria, del 6,1% in Friuli-Venezia Giulia e del 5,7% nelle Marche. Secondo l'Osservatorio Anbi sulle risorse idriche, circa il 70% della superficie della Sicilia presenta un grado medio-alto di vulnerabilità ambientale; seguono Molise (58%), Puglia (57%), Basilicata (55%). Sei regioni (Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania) presentano una percentuale di territorio a rischio desertificazione, compresa fra il 30% e il 50%, mentre altre 7 (Calabria, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Veneto e Piemonte) sono fra il 10% ed il 25%.
Il Consiglio esorta la Commissione europea a proporre «Un piano d'azione globale a livello dell'Ue per combattere la DLDD, con l'obiettivo di rafforzare la resilienza alla siccità e conseguire la neutralità in termini di degrado del suolo entro il 2030».
Riconoscendo l'interconnessione delle questioni ambientali, il Consiglio invita l'Ue e gli Stati membri a «Sottolineare l'importanza della gestione e della governance rigenerative del suolo nell'ambito della rispettiva azione esterna. Proseguire il dialogo e i partenariati in materia di DLDD è fondamentale per promuovere lo sviluppo sostenibile e affrontare le sfide multiformi del degrado del suolo».
Le conclusioni riconoscono «La necessità di strategie in materia di finanziamenti coerenti per favorire la gestione sostenibile e il ripristino del suolo» e per questo il Consiglio chiede «Un riesame degli strumenti di finanziamento esistenti e un'analisi delle fonti di finanziamento alternative private e miste, in particolare per rendere operative le azioni in materia di DLDD e realizzare azioni di ripristino degli ecosistemi tramite soluzioni basate sulla natura».
Per conseguire la neutralità in termini di degrado del suolo entro il 2030, il Consiglio sottolinea «La necessità di una trasformazione dell'agricoltura e dei sistemi alimentari verso la sostenibilità, la resilienza alla siccità e pratiche climaticamente intelligenti. La trasformazione dovrebbe essere guidata dai 13 principi dell'agroecologia definiti dal gruppo di esperti ad alto livello in materia di sicurezza alimentare e nutrizione della Fao».
Il Consiglio ribadisce l'impegno ad affrontare le sfide interconnesse in materia di DLDD, cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, carenza idrica e inquinamento in modo coerente e integrato e ricorda che « La 16esima sessione della conferenza delle parti della convenzione sulla diversità biologica (CBD), la 29esima sessione della conferenza delle parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e la 16a sessione della conferenza delle parti della convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione (UNCCD) si tengono una di seguito all'altra e questo rappresenta un'opportunità unica per rafforzare la cooperazione fra le tre convenzioni di Rio. Tale collaborazione sosterrà l'attuazione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e i relativi obiettivi di sviluppo sostenibile».
Il Consiglio «Sottolinea con forza la necessità di una migliore collaborazione tra la CBD, l'UNFCCC e l'UNCCD a tutti i livelli e chiede maggiori sinergie, specie nell'attuazione del quadro globale per la biodiversità, dell'accordo di Parigi e del programma per la definizione di obiettivi di neutralità in termini di degrado del suolo. Si tratta di una collaborazione essenziale per sviluppare e attuare strategie nazionali efficaci che affrontino la biodiversità, l'adattamento ai cambiamenti climatici e la DLDD in modo sinergico».