Alluvioni in Emilia Romagna, i geologi: «Necessari interventi coraggiosi, compreso delocalizzare le abitazioni»
«C’è bisogno di decisioni ed interventi coraggiosi, in alcuni casi anche di delocalizzare le abitazioni». A parlare è il presidente dell’Ordine geologi dell’Emilia Romagna, Paride Antolini, che si è recato sui luoghi maggiormente colpiti dall’esondazione di diversi fiumi del territorio a causa delle violente piogge della scorsa settimana. Per Antolini, è necessario mettere in campo «interventi che si protrarranno negli anni» e che devono riguardare l'intero corso dei fiumi maggiormente critici, «dalla sorgente alla foce». «Ricordiamo sempre che non tutto il territorio romagnolo è alluvionato», sottolinea. Da venerdì il meteo ha concesso un po’ di tregua, ma ora le previsioni non fanno ben sperare. E, allargando lo sguardo dal futuro imminente a un arco temporale più dilatato, a giudizio del geologo le autorità competenti dovranno adottare scelte sicuramente «difficili e coraggiose». Spiega il presidente dell’Ordine dei geologi regionale: «Dare spazio ai fiumi significa, in alcuni casi, delocalizzare le abitazioni. Ci troviamo dinanzi a scelte difficili che riguarderanno anche i prossimi anni. Il cittadino deve essere consapevole che in tempi brevi si riuscirà a fare poco e anche il privato deve fare la sua parte. In Pianura, nella nostra Pianura Padana, dal dopoguerra ad oggi lo sviluppo dell’agricoltura ha portato alla chiusura dei fossi e in un determinato territorio, la chiusura dei fossi equivale alla chiusura di una grande cassa di espansione. La capacità che hanno tutti i fossi, tutte le scoline di accumulare acqua è pari a quella di una cassa di espansione. Ricominciamo a fare i fossi e non solo a bordo strada ma anche negli appezzamenti agricoli. Non dobbiamo alzare gli argini, anzi dobbiamo tendere ad abbassarli e per abbassarli dobbiamo dare più spazio all’acqua, spostando gli argini. Questa sarebbe la tendenza ideale. Ricordo che anche i fiumi non sono nemici ma sono amici dell’uomo».
Se è opinione diffusa che quanto avvenuto in Romagna ha un chiaro collegamento con i cambiamenti climatici in corso e che simili eventi meteo estremi sono destinati a ripresentarsi non più sulla base di previsioni di ritorno nell'ordine del centinaio di anni, com’era in passato, tutte le operazioni di ripristino e le misure di prevenzione devono essere tarate sulla nuova realtà. Non a caso ieri anche la neo commissaria all’emergenza e presidente della Regione facente funzioni, Irene Priolo, ha compiuto diversi sopralluoghi nella pianura ravennate per incontrare sindaci, tecnici comunali e personale della Protezione civile, e in ogni occasione ha sottolineato la necessità di aumentare l’impegno profuso su più fronti, tanto a livello locale quanto a livello centrale. «Siamo venuti nelle realtà più colpite, il cratere di questo evento - ha affermato Priolo -. A Bagnacavallo sul cantiere molto complesso del Lamone, a Traversara, una zona che richiede tantissimi sforzi. Qui si sta andando avanti a pieno ritmo, ma già da questa notte abbiamo bisogno di dare un’accelerazione ai lavori di pulizia e stiamo chiedendo ai gestori dei rifiuti di fare uno sforzo per fare in modo che domani le attività siano già a un punto moto avanzato. Poi a Cotignola - prosegue - sul cantiere altrettanto importante del Senio. Una giornata importante. Abbiamo bisogno con i sindaci di delineare già quello che è il futuro. Oramai, dopo questi eventi, le istituzioni hanno un problema di credibilità: le cittadine e i cittadini hanno bisogno di vedere che cosa noi pensiamo per il loro futuro. Su questo ci concentreremo nelle prossime settimane. Siccome Figliuolo è il commissario per la ricostruzione, dovremo dire in questi territori che cosa deve fare».
Ma se per ora si tira un sospiro di sollievo guardando al fatto che si è ridotto ancora il numero degli evacuati assistiti dal sistema di Protezione civile, che sono scesi complessivamente a circa 1.200, guardando al futuro l’allarme deve restare alto, tanto per il breve quanto per il lungo periodo. Per tutta la giornata di oggi è valida l’allerta meteo emanata dall’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile e dal Centro funzionale Arpae E-R.
L’allerta resta ‘arancione’ per criticità idraulica dovuta alle piene dei fiumi in pianura tra le province di Bologna, Ferrara e Ravenna a causa delle difficoltà di smaltimento delle acque esondate nei giorni scorsi. Allerta ‘gialla’ per criticità temporali su tutto il territorio dell’Emilia-Romagna. È previsto il transito di una perturbazione da ovest verso est che porterà condizioni favorevoli allo sviluppo di temporali di forte intensità, più probabili e persistenti lungo il crinale appenninico centro-occidentale, con possibili effetti e danni associati. Nelle aree che saranno interessate dalle precipitazioni potranno verificarsi fenomeni di ruscellamento sui versanti, localizzati fenomeni franosi e innalzamenti dei livelli idrometrici nei corsi d’acqua minori.