In Italia avanza la siccità, Anbi: «Ormai anche il futuro del turismo estivo è a rischio»
Il nuovo aggiornamento dell’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche – prodotto come sempre dall’Associazione che riunisce i Consorzi di bonifica a livello nazionale – documenta la rapida avanzata della siccità in Italia come nel resto del Mediterraneo, un hot spot della crisi climatica in corso.
«Piaccia o meno, ma gli eventi dimostrano che ormai anche il futuro del turismo estivo è a rischio – spiega il presidente Anbi, Francesco Vincenzi – schiacciato fra temperature spesso insopportabili e la crescente insofferenza di residenti, che si sentono minacciati anche nella disponibilità di un bene primario quale l'acqua; ciò, che è accaduto nell'iberica Catalogna, dove gli abitanti hanno già attuato azioni dimostrative e manifestazioni, è solo la punta di un malessere diffuso: quando la coperta è troppo corta, emergono prevedibili egoismi».
L'Italia Meridionale, a cominciare dalla Sicilia, è sfiancata dalla mancanza di pioggia e dal caldo torrido, e alla crisi climatica in corso si unisce la storica inadeguatezza delle infrastrutture idriche, tant’è che scatterà nei prossimi giorni un piano di razionamento dell'acqua persino a Palermo, dopo quelli già in corso da mesi in aree diverse dal capoluogo.
Gli invasi siciliani, in soli 24 giorni e nonostante restrizioni all'uso per centinaia di migliaia di abitanti, sono calati di ben 21 milioni di metri cubi d'acqua. Sei bacini su 29 sono a secco (nel serbatoio di Fanaco, la cui capacità è di ben 110 milioni di metri cubi, non c'è più acqua disponibile), altri 6 hanno meno di un milione di metri cubi d'acqua utilizzabile, in 4 la disponibilità è inferiore ai 2 milioni di metri cub.
Visto quanto accaduto nello scorso triennio, ancor più preoccupante sull'Isola come nel resto del Meridione è la prospettiva che il manifestarsi del clima autunnale avvenga in ritardo con prolungamento della stagione calda e secca fino ad ottobre inoltrato. Nel frattempo, la produzione di grano duro si è ridotta del 60% e quella di frumento dell'80%.
Non va molto meglio in altre aree del Mediterraneo. In Grecia, dove il fabbisogno idrico arriva d'estate ad aumentare di 100 volte, manca l'acqua sulle isole dello Ionio, del Dodecaneso e sulle Cicladi, dove lo sviluppo del turismo di massa ha messo in crisi le infrastrutture idrauliche dopo aver relegato l'agricoltura a piccoli orti familiari cancellando, in molti casi, antichissime produzioni vitivinicole. Nell'Attica è piovuto meno della metà del consueto e le ondate di calore, con temperature superiori ai 40 gradi, si susseguono da oltre un mese con grave perdita di produzioni orticole, nonché di grano (-7,5% sulla media decennale).
In Turchia, ad Istanbul, i serbatoi, che forniscono acqua a 15 milioni e mezzo di abitanti, trattengono meno del 29% di risorsa.
La Tunisia, dopo 6 anni di siccità estrema, è diventata il quinto Paese più vulnerabile alla scarsità idrica nel mondo.
In Marocco la siccità è la causa principale del più alto aumento mai registrato nel tasso di disoccupazione: +0,8%; ovviamente tra i settori più penalizzati c'è l'agricoltura (-206.000 posti di lavoro) seguita dal terziario (-63.000 posti).
«Il nostro Paese – conclude Massimo Gargano, dg Anbi – è spaccato in due dal clima, tra rischio alluvionale al Nord e regioni drammaticamente assetate nel Centro-Sud; è una situazione, conseguenza dell'estremizzazione degli eventi atmosferici, cui bisogna rispondere con politiche di adattamento, aumentando la resilienza dei territori. In questo, un aiuto importante deve arrivare dall'innovazione: mercoledì prossimo, a Roma, presenteremo alcune sperimentazioni in atto con il mondo universitario e diventate casi di studio europei. È un nostro contributo alla cultura scientifica per la ricerca di una nuova normalità idrica, evitando di vivere in emergenza continua».