Siccità, ora anche in Puglia è emergenza: dalla Regione un Piano contro la scarsità d’acqua
In una regione come la Puglia dove il 57% del territorio è a rischio desertificazione, la siccità è ormai un’emergenza conclamata. La Giunta regionale ha approvato il Piano di emergenza per il superamento della crisi idrica 2024/2025, un documento predisposto da Regione, Arif, Acquedotto Pugliese e Acque del Sud a fronteggiare la scarsità d’acqua che si sta registrando negli ultimi mesi, con la forte riduzione della disponibilità di numerosi invasi tra Puglia e Basilicata.
“Dall’analisi degli scenari idrologici nel secondo semestre 2024 – si legge nella delibera approvata – si evince una situazione di deficit in particolare per gli invasi lucani (Monte Cotugno soprattutto, ma anche per il Pertusillo) e per le sorgenti campane (Sele e Calore), da cui viene prelevato circa il 70% del complessivo fabbisogno potabile pugliese, insieme ad una situazione di emergenza già conclamata per il comparto irriguo che si approvvigiona dallo Schema Ofanto e dallo Schema Fortore. Per le sorgenti campane, nel periodo maggio-dicembre 2024, è prevista una riduzione delle portate rispetto alle medie storiche, rispettivamente del 5,6% per Caposele e del 21,6% per Cassano Irpino. Per quanto riguarda gli invasi si evidenzia un significativo deficit idrico, in particolare a carico dell’invaso di Monte Cotugno, di Occhito sul Fiume Fortore, del Locone e di Conza appartenenti allo Schema Ofanto. In più i cambiamenti climatici in corso riducono le precipitazioni e mettono sotto stress le fonti vitali per l’approvvigionamento del potabile”.
«Il piano ci permette di analizzare bisogni e problemi dell’approvvigionamento idrico – spiega il vicepresidente e assessore alle Risorse idriche, Raffaele Piemontese – prevedendo aggiornamenti periodici per la verifica del reale andamento delle disponibilità idriche, e conseguentemente della necessità di eventuali ulteriori interventi relativi alla condizione emergenziale conclamata. Stiamo lavorando con investimenti infrastrutturali per la riduzione dei consumi, la riduzione delle perdite e l’aumento delle capacità degli invasi».
I provvedimenti previsti dalla Giunta pugliese partono dal contenimento dei consumi idrici fino a interventi strutturali e non strutturali di breve, medio e lungo termine. La situazione critica sarà attentamente e costantemente monitorata al fine di valutare gli ulteriori interventi e, ove necessario, attivare ulteriori procedure per la gestione della fruibilità delle risorse idriche e per tutelare gli operatori economici danneggiati dalla situazione di emergenza.
A breve termine si interverrà sul risanamento del manto del paramento di monte della diga di Monte Cotugno, sul completamento dei lavori di ristrutturazione della Traversa sul fiume Sauro, sul ripristino del tratto di galleria collassato dell’adduttore San Giuliano, sul trasferimento di risorsa idrica dal bacino del Basento al bacino del Bradano - invaso di San Giuliano e sulla progressiva riattivazione dei pozzi.
«Intendiamo puntare sulla razionalizzazione e il controllo della rete. Facciamo inoltre un appello ai cittadini, imprese, enti per un uso responsabile dell’acqua – dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia – Abbiamo messo in campo questa iniziativa portandola in Giunta, perché con le strutture tecniche abbiamo individuato le operazioni da fare nel breve, medio e lungo periodo, di concerto con Acquedotto, Acque del sud ma soprattutto con la nostra rete, quella consortile e dei pozzi di Arif. Questo per dare contezza della necessità di tenere insieme le esigenze degli agricoltori nel periodo di raccolta delle produzioni di qualità. L'acqua è scarsa negli invasi: stiamo arginando questa emergenza, provando però a guardare al futuro anche con il medio e lungo periodo con gli interventi che mirano soprattutto al riuso. Sapendo che dobbiamo utilizzare prima l'acqua per scopo umano e poi per tutte le attività economiche e produttive, tra cui quelle agricole».
Per gli interventi, quelli di breve periodo riguardano una razionalizzazione e un controllo della rete perché «ci sono persone che si allacciano abusivamente o per chiudere paratoie da quasi sempre aperte», così come anche il potenziamento del riuso dell’acqua depurata in agricoltura (fermo al 4% del quantitativo depurato a livello nazionale). Il prossimo summit della Regione Puglia, per capire i quantitativi d’acqua necessari a scopi civili e per confrontarli con quanto sarà rimasti negli invasi, è già in agenda il 17 agosto.
«Davvero il tema della crisi c'è e lo dobbiamo seguire passo per passo chiedendo al Governo anche un impegno forte così come per Calabria, Basilicata e Sicilia – conclude Pentassuglia – perché la situazione è davvero molto critica per una regione che non ha acqua a sufficienza e la deve utilizzare da altre regioni. Faccio un appello finale ai cittadini e agli agricoltori pugliesi alla responsabilità. Dobbiamo stare attenti tutti quanti ad usare con parsimonia l'acqua, che è un bene comune che serve alla vita delle persone: perché l'acqua è vita e dobbiamo aiutare gli agricoltori che fanno produzioni di qualità che vanno in tutto il mondo, ma soprattutto ci fanno vivere. E noi sulla bontà del nostro cibo facciamo anche grandi campagne di comunicazione e aiutiamo il settore enogastronomico e turistico-ricettivo di tutta la Puglia». Ma senza infrastrutture e investimenti adeguati per l’acqua, anche il patrimonio agroalimentare italiano è destinato a soccombere.
L’urgenza resta dunque quella di mettere in campo un Piano nazionale per la sicurezza idrica e idrogeologica, per affrontare la doppia minaccia di siccità e alluvioni, e una prima bozza c’è già: l’ha elaborata la Fondazione Earth and water agenda, arrivando a stimare la necessità di investimenti da 17,7 mld di euro l’anno per un decennio, dalle soluzioni basate sulla natura agli invasi, dal servizio idrico integrato agli usi agricoli e industriali dell’oro blu.