[15/01/2008] Rifiuti
NAPOLI. Alla manifestazione nazionale “Voler bene alla Campania” indetta da Legambiente per il 19 gennaio a Napoli hanno già aderito Aiab, Coldiretti, Comieco, e decine di professori universitari, ma l’associazione punta soprattutto alla partecipazione dei cittadini dei comuni virtuosi che concretamente dimostrano come si può e si deve uscire dall’emergenza rifiuti.
La Campania dei rifiuti, ben illustrata dal film “Biutiful Cauntri” che sta riempiendo le sale cinematografiche che hanno il coraggio di proiettare questo vero e proprio pugno nello stomaco che parla di un disastro rifiuti quasi incredibile, è infatti anche fatta da una realtà civile e nascosta dal mare della spazzatura che dilaga nelle nostre case dagli schermi televisivi. Magari le telecamere vanno alla discarica di Peccioli o all’inceneritore di Brescia, ma si scordano gli esempi molto più vicini a Napoli come «si passa da piccoli comuni come Athena Lucana (Sa) con il 97% di raccolta differenziata – spiega Legambiente - e Rofrano (Sa) con il 92% ai grandi comuni come Mercato San Severino(Sa) oltre 20 mila abitanti e 54% di raccolta differenziata o Scafati (Sa) oltre 48mila abitanti con il 39,6%.
Pochi crederebbero che nel 2006 in Campania 145 i comuni hanno superato l’obiettivo minimo del 35% previsto dal Decreto Ronchi e che 75 di questi hanno percentuali di raccolta differenziata 50%». Legambiente ha presentato la mappa dei comuni campani che non conoscono l’emergenza rifiuti (o che la vivono di riflesso) «Niente Spazzatura per strada, niente riflettori, solo raccolta differenziata».
Oltre a quelli già citati, Legambiente evidenzia le esperienze virtuose di «Vallesaccarda in provincia di Avellino con il 78% di raccolta differenziata, Padula (Sa) con il 69%. Ma non sempre solo piccoli comuni. Pontecagnano (Sa) circa 24 mila abitanti raggiunge quasi il 50% di raccolta differenziata, Nola in provincia di Napoli circa il 32%. Cava dei Tirreni, circa 54mila abitanti e una raccolta differenziata pari al 26% e San Giuseppe Vesuviano(Na) 26mila abitanti con il 23% di raccolta differenziata».
Il presidente di Legambiente Campania, Michele Buonomo, sottolinea che «I comuni ricicloni rappresentano l’avamposto di una Campania più moderna e più pulita: hanno imparato a trattare bene i rifiuti, creando, economia e lavoro. Insomma hanno saputo trasformare i rifiuti da problema a risorsa. Nella realtà la soluzione per uscire dall’emergenza esiste: estendere al territorio campano, cominciando da Napoli, l’esperienza dei comuni ricicloni, completare l’impiantistica regionale realizzando almeno 20 impianti di compostaggio e chiudere con i 14 anni di commissariamento che hanno deresponsabilizzato la politica nazionale, regionale e locale».