La trasformazione sostenibile dei trasporti è fondamentale per affrontare il cambiamento climatico

Bisogna garantire rapidamente l'accesso universale a una mobilità sicura, economica e resiliente

[13 Ottobre 2021]

Secondo il rapporto multi-agenzie Onu “Sustainable transport, sustainable devlopment”, «Le tecnologie nuove ed emergenti, dalle auto e dagli autobus elettrici alle fonti energetiche a zero emissioni di carbonio, nonché le innovazioni politiche, sono fondamentali per combattere il cambiamento climatico, ma per essere efficaci devono garantire che le strategie di trasporto vadano a vantaggio di tutti, compresi i più poveri

Il rapporto che fornisce una guida per arrivare a un trasporto sostenibile, evidenzia che «C’è urgente bisogno di un’azione trasformativa che acceleri la transizione al trasporto sostenibile a livello globale. Esistono soluzioni di trasporto che possono aiutare a raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e l’Accordo di Parigi», ma avverte anche che «Senza le giuste politiche e investimenti, non porteranno il cambiamento dove è più necessario, in particolare per le persone nei Paesi in via di sviluppo».

Il rapporto, lanciato alla vigilia della seconda Global Sustainable Transport Conference che inizia domani a Pechino, è stato preparato dal Department of Economic and Social Affairs dell’Onu (DESA) in stretta collaborazione con altre 14 agenzie delle Nazioni Unite e il capo del DESA, Liu Zhenmin, evidenzia che «Le innovazioni, guidate dalle nuove tecnologie, dall’evoluzione delle preferenze dei consumatori e dall’elaborazione di politiche di incentivo, stanno cambiando il panorama dei trasporti Ma mentre hanno un enorme potenziale per accelerare la trasformazione verso la sostenibilità, corrono anche il rischio che possano rafforzare ulteriormente le disuguaglianze, imporre vincoli ai Paesi in situazioni speciali o presentare ulteriori sfide per l’ambiente».

Il DESA ricorda che il mondo è fuoristrada per limitare il cambiamento climatico a 1,5° C e che « Con il 95% dell’energia dei trasporti mondiale che proviene ancora dalla combustione di combustibili fossili, il settore dei trasporti produce un quarto di tutte le emissioni legate all’energia e, senza grandi cambiamenti, si prevede che aumenteranno. Le crescenti emissioni e l’aumento delle temperature stanno causando eventi meteorologici più estremi, che a loro volta sono anche altamente distruttivi per i trasporti e le infrastrutture dei trasporti. E ci vorranno investimenti significativi per garantire che le infrastrutture dei trasporti vengano aggiornate per diventare resilienti al clima».

Uno studio recente ha rilevato che il costo dell’adattamento di 53 porti nella regione Asia-Pacifico potrebbe variare da 31 a 49 miliardi di dollari. Tuttavia, le stime della Banca Mondiale suggeriscono che «I benefici netti complessivi dell’investimento in infrastrutture resilienti nei Paesi in via di sviluppo potrebbero ammontare a 4,2 trilioni di dollari nel corso della vita di una nuova infrastruttura, un vantaggio di 4 dollari per ogni dollaro investito in resilienza». Una ripresa post pandemia Covid-19 low-carbon potrebbe ridurre del 25% le emissioni previste nel 2030, in particolare grazie ai cambiamenti nei settori della navigazione, dell’aviazione e negli stili di vita.

Ma  il rapporto ricorda che «Allo stesso tempo, nel 2020 più di 120 milioni di persone sono state spinte nella povertà estrema in tutto il mondo a causa della pandemia di Covid-19. Oltre un miliardo di persone non ha ancora accesso a una strada in tutte le stagioni e solo circa la metà della popolazione urbana mondiale ha un comodo accesso ai trasporti pubblici. In Africa, si stima che circa 450 milioni di persone, ovvero più del 70% della sua popolazione rurale totale, non siano ancora allacciate alle infrastrutture e ai sistemi di trasporto. La mancanza di accesso a strade e trasporti contribuisce alla privazione in termini di accesso a cure sanitarie tempestive, istruzione, posti di lavoro e mercati per i prodotti agricoli. L’isolamento rurale danneggia in modo sproporzionato i poveri, gli anziani, le persone con disabilità, i bambini e le donne. Le donne e le ragazze possono affrontare ulteriori sfide quando ci sono preoccupazioni per la loro sicurezza fisica».

Per molti dei Paesi meno sviluppati del mondo i trasporti sono particolarmente costosi, soprattutto per quelli senza sbocco sul mare e per i piccoli Stati insulari in via di sviluppo.  Il rapporto Onu sottolinea che «Le procedure doganali e di attraversamento delle frontiere, nonché le rotte di transito lunghe e spesso tortuose, fanno sì che, dall’ordine alla consegna, i Paesi meno sviluppati senza sbocco sul mare impieghino quasi il doppio del tempo per importare ed esportare merci rispetto ad altri e hanno un costo medio più elevato di esportazione: 3.444 dollari per container, rispetto ai Paesi di transito. Inoltre, i Paesi meno sviluppati senza sbocco sul mare dovrebbero costruire quasi 200.000 km di strade asfaltate e 46.000 km di ferrovie, con un costo di circa 500 miliardi di dollari, equivalente a una media di circa il 2% del PIL, in un periodo di 20 anni, per avere l’accessibilità ai trasporti del resto del mondo».

Ma c’è anche il rovescio della medagli – «Si stima che gli incidenti stradali diventeranno la quinta causa di morte entro il 2030 – rivela il DESA –  e che nel 2019 gli incidenti stradali abbiano ucciso circa 1,3 milioni di persone in tutto il mondo, con il 75% dei decessi tra ragazzi e uomini. Gli incidenti stradali rimangono la principale causa di morte tra i giovani di età compresa tra 15 e 29 anni in tutto il mondo. Più della metà delle morti per incidenti stradali globali riguardano pedoni, ciclisti e motociclisti. Inoltre, ci sono tra i 20 e i 50 milioni di infortuni non mortali all’anno sono causati da incidenti stradali. Nonostante i tassi più bassi di proprietà di veicoli nei Paesi in via di sviluppo, il tasso di mortalità è oltre 3,5 volte superiore nei Paesi a basso reddito rispetto ai Paesi ad alto reddito»,.

Molti governi locali stanno prendendo provvedimenti per riprogettare le strade e costruire più spazi pubblici pedonali e ciclabili. I dati delle regioni sviluppate mostrano che, in risposta alla pandemia, c’è stato un piccolo aumento nell’adozione di modalità di trasporto attive nelle città, in particolare la bicicletta, Dal 2020, molte città hanno costruito più piste ciclabili.

Il rapporto afferma che «Le nuove tecnologie innovative, se applicate in modo appropriato, sono la chiave per risolvere molte delle sfide per arrivare a un trasporto sostenibile. L’implementazione di soluzioni esistenti, come veicoli a basse o zero emissioni di carbonio, sicurezza automatizzata e sistemi di trasporto intelligenti, deve essere accelerata. Questo deve essere accompagnato dalla creazione di nuove infrastrutture per il carburante, l’energia e il digitale, inclusa, ad esempio, la ricarica ad alta velocità delle batterie, mitigando al contempo eventuali conseguenze dannose».

Una cosa però è certa: «Continuare con approcci business-as-usual ai trasporti  non consentirà di soddisfare i bruschi cambiamenti demografici previsti. Entro il 2030, il traffico passeggeri annuo supererà gli 80 trilioni di passeggeri-chilometro, un aumento del 50% rispetto alle stime del 2015, che metterà in circolazione 1,2 miliardi di auto in più entro il 2030. In assenza di un cambiamento trasformativo verso il trasporto sostenibile, potrebbe significare un aumento delle emissioni, un aumento dell’inquinamento atmosferico e acustico e il peggioramento dei trend in materia di sicurezza stradale. I governi e gli organismi internazionali devono fornire i regolamenti, le politiche e gli incentivi per accelerare lo sviluppo e la diffusione di nuove tecnologie di trasporto, comprese le applicazioni digitali, garantendo nel contempo che nessuno venga lasciato indietro».

Il rapporto ha anche rilevato la necessità di darsi standard e obiettivi, come «L’accelerazione dell’introduzione graduale della tecnologia low-carbon  accompagnata da una riduzione e dall’abbandono graduale dell’implementazione di opzioni alimentate a combustibili fossili».

Liu ha concluso: «Il tempo stringe sulla nostra timeline 2030 per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.  La prossima seconda Global Sustainable Transport Conference  sarà un momento fondamentale per gli stakeholders di tutto il mondo per discutere di sfide e opportunità, buone pratiche e soluzioni».