Terre e pace: come l’agroecologia aiuta a prevenire i conflitti

Il progetto di Cospe in Senegal, Niger e Mali, dove moltissimi giovani sono costretti a fuggire dai propri villaggi

Il Sahel orientale è una zona che sembra non avere pace: i conflitti che si sono susseguiti negli ultimi anni, come il conflitto silente in Casamance in Senegal e le rivolte dei Tuareg  in Niger e in Mali, dove soprattutto in quest’ultimo paese hanno portato a una guerra civile esasperata dall’integralismo religioso e dal terrorismo. La crisi politica, sociale e l’insicurezza data dai movimenti jihadisti sta destabilizzando profondamente questi territori, rendendo quasi impossibile ai giovani trovare un futuro nelle proprie terre. Questi scontri sono ancor più accentuati dalla crisi ambientale, causata a sua volta dagli effetti dei cambiamenti climatici che in Sahel, più che in altre zone, si stanno facendo sentire sulla vita quotidiana delle persone. hanno infatti reso instabile la zona non solo dal punto di vista politico e sociale, ma anche ambientale.

Nonostante di questi scontri se ne parli raramente, spesso liquidati dalla comunità internazionale come poco rilevanti, sono guerre che hanno avuto (e hanno tuttora) forti ripercussioni per migliaia di persone, che si trovano private della speranza di un domani nella propria terra.

In molti hanno scelto la strada dell’esodo, altri invece vivono con i soldi che i parenti della diaspora inviano loro; ma non si tratta di “esterofilia”: le persone, i giovani in primis, si ritrovano costretti a fuggire, e non avendo né fondi né possibilità di impiego nei propri villaggi, preferiscono partire alla ricerca di un futuro migliore.

Diviene quindi fondamentale dare ai giovani la possibilità di riprendersi la terra, in modo tale da poter decidere dove vogliono vivere, senza essere costretti a migrare.  Se si permette ai giovani di accedere ad un fondo, di incrementare le proprie conoscenze rurali, di poter tornare in madrepatria dopo aver studiato all’estero si può contribuire allo sviluppo locale e alla pacificazione di questi territori.

Per questo motivo Cospe ha deciso di agire, insieme ai partner locali (CNCR, PFPN, CNOP piattaforme dei contadini nei 3 paesi) in queste aree con il progetto TERRE ET PAIX: Soutenir l’emploi des jeunes et l’accès à la terre comme prévention des conflits au Sénégal, Niger et Mali, cofinanziato dall’UE, per integrare i giovani delle zone rurali e periferiche nelle politiche locali e nel mercato del lavoro, agendo così sul malcontento e le frustrazioni che possono scaturire da momenti di crisi.

In particolare Cospe si concentra su tre zone rurali, ognuna con le proprie peculiarità, ma accumunate da un’estrema emarginazione e instabilità sociale: la regione di Ziguinchor in Senegal, le comunità di Nioro du Sahel e di Guétéma in Mali e nel comune di Tabalak in Niger.

Sostenendo un’agricoltura di tipo ecologico, non ci si limita a sostenere l’ambiente e alla creazione di nuovi posti di lavoro, ma si procede verso la stabilizzazione di questi territori;  l’obiettivo principale di questo progetto è infatti quello di contribuire alla coesione sociale e alla prevenzione delle crisi nelle aree di intervento attraverso l’integrazione professionale dei giovani emarginati nelle aree rurali, oltre a promuovere il loro accesso alla terra e agli strumenti dell’agroecologia come strategia di prevenzione dei conflitti e di stabilizzazione della pace.

di Elena De Zan, Cospe