Quel mondo diverso

Fabrizio Barca e Enrico Giovannini tornano su un argomento che hanno già affrontato insieme anche recentemente, in altri due libri con estrema spregiudicatezza e competenza. Infatti entrambi hanno ricoperto e ricoprono importanti incarichi politico-istituzionali nazionali, unitamente ad altri organismi internazionali con rappresentanze di stati di tutto il mondo.

È il caso di Giovannini attuale ministro delle Infrastrutture. Barca invece fu ministro del governo Monti e si è occupato in particolare delle aree interne, sempre più spopolate da una politica agricola rovinosa. Situazione che accentua le diseguaglianze.

Nel 2019 il gruppo dei Socialisti e democratici del Parlamento Europeo chiese a un gruppo di una trentina di esperti – tra cui Barca e Giovannini – di lavorare sui temi delle disuguaglianze e della sostenibilità. L’esito di quel lavoro fu un Rapporto dal titolo estremamente chiaro: Uguaglianza sostenibile.

La sostenibilità nel documento proponeva e richiedeva come cambiare le politiche e la governance dell’Unione europea, in oltre 100 proposte nelle quali si punta sulla equità intragenerazionale. Il che è una sfida alle istituzioni che risultano sempre più subalterne al mercato perché, come ricorda il libro, per il neoliberismo il mercato è tutto e le istituzioni pubbliche men che niente. Anche lo Stato amministratore da questo punto di vista è andato sempre peggio.

Barca ricorda che è stato amministratore pubblico per diciotto anni e può dire che la situazione dei ministeri di oggi è assai peggiore del 1998 quando ci entrò. Ridotti gli investimenti in competenze, in centri di conoscenza etc.

Qui però si tocca una questione cruciale perché per cambiare passo è necessario coinvolgere le persone, portarle in partita, convincerle a condividere e mettere a repentaglio le proprie conoscenze. Non si tratta solo di consultarle.

Sulla Buona scuola il Governo Renzi diede vita a 250 luoghi di discussione nel Paese, ma il provvedimento adottato era sbagliato e non teneva conto in alcun modo di quel confronto.

Che i partiti oggi siano alle prese con problemi nuovi e complicati è chiaro,  ma è tutt’altro che superata la distinzione tra destra e sinistra, come sostengono coloro che vogliono giustificare e approvare qualsiasi pasticcio.

Per la destra prevale l’autorità, le esigenze del mercato o le radici etniche, mentre la sinistra privilegia lo sviluppo libero ed equo delle persone, prevede un intervento sistematico dello Stato per regolare il mercato e il multilateralismo. Insomma noi bisogna impedire l’affermarsi del modello neoliberista che espropria la collettività della sua voce per trasferire le decisioni nelle mani di pochi.

Giunti alla conclusione non si può però dimenticare che Giovannini è ministro delle Infrastrutture, che sono riconducibili all’ambiente, che è stato però cancellato come ministero anche dall’insegna, per lasciare il posto alla transizione ecologica, che come abbiamo visto legittima anche le più assurde vicende. La più nota e dannosa a cui urge rimediare è la fine che è stata riservata ai Parchi e alle aree protette, che per qualche ministro non appartengono neppure all’ambiente.

Ecco perché questo libro potremmo utilizzarlo per riprendere un dibattito e un confronto che gioverebbe anche al nostro Parco di San Rossore Migliarino Massaciuccoli e alla nostra Regione Toscana che di errori sull’ambiente ne ha fatti fin troppi.