Progetto Swam Akkar: un’iniziativa sostenibile per contrastare il problema dei rifiuti in Libano

Sensibilizzare la cittadinanza, rafforzare le amministrazioni locali e integrare i rifugiati siriani per combattere la piaga delle discariche informali a cielo aperto

La maggior parte dei Comuni libanesi non è in grado di gestire i rifiuti solidi urbani in modo efficace a causa della mancanza di risorse finanziarie, tecniche e umane.

Il Governo e gli attori coinvolti nella gestione dei rifiuti non sono ancora riusciti a organizzare un sistema integrato per rispondere al problema. La pratica più comune, dunque, rimane quella di scaricare i rifiuti in discariche informali a cielo aperto, presenti in tutto il territorio.

L’attuale sistema di gestione dei rifiuti solidi urbani in Libano, che consiste in interventi non organizzati, con costi di raccolta elevati e una bassa percentuale di recupero dei rifiuti, presenta dunque molti svantaggi. Campagne di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza e programmi di rafforzamento delle capacità e delle risorse per le amministrazioni comunali, che tengano in conto della crescita demografica dovuta alla crisi dei rifugiati siriani, potrebbero rappresentare una soluzione per migliorare la gestione dei rifiuti.

La maggior parte delle discariche informali a cielo aperto in Libano si trova nel nord del paese, nel dipartimento di Akkar, area fortemente caratterizzata da un ricorso allo sversamento dei rifiuti in natura, sia da parte della popolazione che delle Municipalità stesse.

Inoltre, Akkar ospita 300.000 degli oltre 1 milione di rifugiati siriani presenti in Libano, considerati tra i più poveri profughi nel Paese.

In questo contesto, il progetto Swam, finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e gestito dal Comune di Fano, con l’azienda Aset e le ong italiane Cospe e Coopi, sta affiancando nella gestione dei rifiuti proprio le Municipalità in Akkar, ed in particolare quelle dell’Unione delle municipalità di Jurd el Kaytee, nella quale vivono oltre 100.000 persone.

L’iniziativa vuole ridurre l’impatto ambientale causato dalla produzione e gestione dei rifiuti solidi urbani, aumentando l’efficienza dei servizi di raccolta, la differenziazione e lo smaltimento.

Tale obiettivo verrà ottenuto anche attraverso attività di sensibilizzazione e campagne informative rivolte a tutta la popolazione (libanese e rifugiata), sui temi della riduzione dei rifiuti e del loro impatto ambientale, della raccolta differenziata, della preservazione dell’ambiente e sulla presa di responsabilità da parte dei singoli cittadini.

Due azioni pilota di raccolta differenziata prenderanno il via nelle due Municipalità di Fneidek e Mish Mish, dove verranno rinforzate strutture di raccolta già esistenti. Le due Municipalità in questione, infatti, già effettuano forme di differenziazione di materiali, tra cui plastica, carta e cartone, grazie a progetti finanziati in passato.

Il servizio verrà migliorato attraverso una razionalizzazione e sistematizzazione della raccolta, tramite l’istallazione su strada di isole ecologiche, con bidoni facilmente identificabili per famiglie e commercianti. Una maggiore sostenibilità del sistema verrà inoltre assicurata facilitando un recupero dei costi attraverso la rivendita dei materiali riciclabili, in un’ottica di economia circolare.

Questa iniziativa si affianca al progetto finanziato dall’Unione europea in corso nella località di Srar, per la creazione di una discarica regionale in Akkar, in cui verranno inviati anche i rifiuti indifferenziati dell’Unione di Jurd el Kaytee. Il progetto contribuirà a una maggiore longevità dell’impianto di Srar tramite un minor conferimento di materiali e un minor impatto dei costi di trasporto sul bilancio dell’Unione di Jurd el Kaytee.

Inoltre è stato definito un Piano regolatore per la gestione dei rifiuti solidi, attraverso un processo partecipativo durato 18 mesi, che ha coinvolto attivamente la popolazione delle municipalità e gli stakeholder istituzionali. Il lavoro, che ha portato alla validazione del Piano regolatore, ha permesso di identificare le necessità e rispondere ai bisogni della popolazione locale, realizzando proposte e scenari incentrati sui meccanismi di produzione dei rifiuti e la loro gestione.

Da questi interventi sarà possibile sviluppare ulteriori iniziative nel settore della gestione dei rifiuti, un problema di primaria necessità in Akkar e in Libano, esplorando la possibilità di replicabilità su altre aree del Paese.

di Edoardo Valentini, project manager Cospe in Libano, per greenreport.it