Nuova comunicazione digitale

Le nuove forme di comunicazione pubblica (via social, chat, Al) sono asset fondamentali per un rapporto diretto ed efficace con i cittadini

È uscito da poco per le edizioni Giunti il volume “Digitale” con il quale Francesco Di Costanzo, con Domenico Bonaventura, ripercorre la storia di PA Social, l’associazione della Nuova Comunicazione.

Ho conosciuto Francesco nel 2016, quando come gruppo dei comunicatori del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente organizzammo con Cittadini di Twitter (l’antesignana di PA Social) una giornata formativa sui social media.

Successivamente le nostre strade si sono incontrate più volte, ad esempio quando l’ho intervistato per Arpatnews, La nuova comunicazione nella pubblica amministrazione. In quella occasione delineò chiaramente le idee portate avanti in questi anni sulla nuova comunicazione pubblica e sulla necessità di una legge “151”, una legge cioè di riforma della legge 150/2000 che ancora regola le attività di comunicazione e informazione nella pubblica amministrazione.

Ci ha da poco lasciati Alessandro Rovinetti, che possiamo considerare il papà di quella legge, fu infatti grazie a lui ed al lavoro fatto negli anni novanta che venne introdotta nell’ordinamento quella legge che, sulla carta, riconosceva il ruolo dei comunicatori e dei giornalisti pubblici, ma sulla cui attuazione ci sarebbe molto da dire.

Personalmente ho vissuto per intero tutta questa storia, avendo avuto compiti e responsabilità di comunicazione e informazione prima in un’azienda di trasporto pubblico e poi in un’agenzia per la protezione dell’ambiente dal 1988 al 2021,

Ebbene in tutti questi anni la comunicazione è certamente diventata importante nella pubblica amministrazione, è anche cambiata profondamente, ma c’è ancora davvero molto da fare perché a questa “professione” sia riconosciuta pari dignità rispetto ad altre professionalità tecniche o amministrative che operano nella pubblica amministrazione.

Un ruolo che non può e non deve essere ancillare del politico di turno, ma incardinarsi a pieno titolo fra le strutture portanti di qualsiasi ente pubblico, nella convinzione che la comunicazione “di servizio” è indispensabile, doverosa e fondamentale, anche per riconquistare la fiducia perduta da parte dei cittadini nella amministrazione pubblica. E che per una comunicazione del genere occorre professionalità e deontologia.

Anche grazie a PA Social, forse, siamo vicini ad un passaggio decisivo. Il tavolo di lavoro costituito dall’allora Ministra della Funzione Pubblica Dadone per la riforma della legge 150, coordinato da Sergio Talamo e con la partecipazione di tutte le principali organizzazioni della PA, del giornalismo, della comunicazione, del digitale, delle università, ha prodotto un documento con 10 punti chiave che devono portare in tempi rapidi al varo della “legge 151”.

“Adesso, anche con ancora maggiore convinzione, dobbiamo portare la nave in porto. Siamo andati molto avanti e, visto il ritardo accumulato nel tempo, non c’è un secondo da perdere sulla svolta digitale nella comunicazione e informazione pubblica. Come fatto con tutti i ministri per la Pubblica Anmministrazione degli ultimi anni, continuiamo il percorso con il ministro Renato Brunetta con l’obiettivo di arrivare alla riforma prima possibile. Con PA Social, come sempre, non molleremo di un millimetro.”

C’è bisogno di associazioni professionali come PA Social, ma anche delle altre “storiche” come Ferpi e Comunicazione pubblica, se davvero si vuole far sì che la comunicazione e l’informazione ottengono il riconoscimento che loro compete.

Come scrive Francesco nel libro “Informare i cittadini, fare buona comunicazione, offrire servizi dove e come preferiscono è e deve continuare ad essere uno degli obiettivi di chi lavora nell’ambito della comunicazione pubblica.”

Naturalmente con una disponibilità, prima di tutto mentale al cambiamento, all’innovazione. “Comunicazione e informazione non possono più prescindere dalle competenze digitali: servono professionalità dedicate, aggiornamento e formazione costante, scambio di buone pratiche, attenzione continua alla qualità, capacità di gestione del dialogo, dell’interazione, di analisi e comunicazione dei dati.”

“Le nuove forme di comunicazione pubblica (via social, chat, Al) sono asset fondamentali per un rapporto diretto ed efficace con i cittadini. La sana improvvisazione ha creato le migliori esperienze italiane di nuova comunicazione oggi però serve un salto di qualità, un passaggio strutturale che non può non tenere conto del riconoscimento delle nuove professionalità. Non basta una legge, non basta un contratto, non basta una riorganizzazione degli uffici, servono tutti questi elementi e il lavoro quotidiano (straordinario in molte realtà italiane) di tanti professionisti che hanno già fatto un grande salto culturale e sanno che il riferimento principale della loro attività è il cittadino. Il ricambio e l’inserimento delle giuste competenze è fondamentale perché la nuova comunicazione sia sempre più la “normalità” e l’evoluzione dei rapporti tra enti, aziende pubbliche e cittadini.”

Bisogna riconoscere che Francesco in questi anni ha mostrato una capacità non comune di “fare rete”, di far incontrare, di coinvolgere, di aggregare, di mobilitare, dando vita ad un’associazione vivacissima è piena di iniziative, grazie all’impegno entusiasta di tante donne ed uomini.

Vuol dire tanto in un Paese in cui la “virtù” più diffusa è quella di dividere, spaccare il capello in quattro, criticare gli altri, parlare molto e fare poco.

Anche come comunicatori del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, dopo il primo appuntamento formativo, abbiamo avuto varie occasioni di collaborazione con PA Social, che ha mostrato sempre grande attenzione ai temi della comunicazione ambientale ed la collaborazione con la rete dei comunicatori SNPA, che ha partecipato a vari PA Social day, così come Francesco è intervenuto alla prima Conferenza nazionale SNPA.

Nel libro percorre un po’ tutta la storia di questi anni, dalle prime idee, le prime intuizioni, alle azioni che sono seguite, ai risultati importanti raggiunti in davvero così poco tempo.

“Una rete di comunicatori, giornalisti, social media manager, legati da un sogno e da un obiettivo che sta diventando sempre più concreto: quello di avvicinare la Pubblica Amministrazione alle persone rendendo i servizi e le informazioni più veloci, a portata di cittadino e di smartphone, sburocratizzando la macchina istituzionale. E’ questa PA Social.”