Non solo Nimby: la “Fabbrica del futuro” di Scapigliato vince il premio Pimby green 2021

Giari: «Se superiamo ipocrisie faremo sì che il percorso per la realizzazione di impianti alternativi alla discarica sia irreversibile, e divenga accettato e condiviso anche da quell’opinione pubblica spesso fuorviata da elementi di pregiudizio e scarsa conoscenza»

In Italia la realizzazione dei progetti di sviluppo sostenibile è frenata non tanto dalla mancanza di fondi, quanto da ostacoli burocratici e dal clima negativo di sfiducia e sospetto che si è stratificato intorno ai necessari impianti industriali – da quelli per la gestione dei rifiuti a quelli per produrre energia rinnovabili –, dando vita a sindromi Nimby & Nimto.

Ma ci sono anche esempi positivi, che Fise Assoambiente – l’Associazione nazionale che rappresenta le imprese che operano nel settore dell’igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali – ha premiato ieri a Milano col premio Pimby green 2021, celebrando pubbliche amministrazioni, imprese, associazioni e giornalisti che promuovono concretamente lo sviluppo dell’economia circolare ospitando sul proprio territorio un’opera utile per una comunità più ampia.

Il premio Pimby Green, che richiama l’acronimo di Please in my backyard – dal significato opposto rispetto a quello di Nimby, Non nel mio giardino – nasce, infatti, per dare risalto a infrastrutture e impianti industriali che, nei territori in cui sono stati strategicamente pianificati e realizzati, si sono dimostrati volani per lo sviluppo sostenibile e occupazionale, mostrando una visione strategica del bene comune e un atteggiamento costruttivo nel rispetto del territorio.

Tra le realtà premiate da Assoambiente con la terza edizione del Pimby green spicca in Toscana Scapigliato srl, società pubblica soggetta a direzione e coordinamento del Comune di Rosignano Marittimo, attiva nell’economia circolare.

Scapigliato vince il premio col suo progetto “Fabbrica del futuro”: un ambiziosissimo programma che coniuga sviluppo sostenibile e innovazione tecnologica e che si pone come obiettivo strategico quello di riconvertire la vecchia e importante discarica (la più rilevante di tutta la regione Toscana e una delle più importanti a livello nazionale),in un polo industriale innovativo, in grado di garantire la selezione ed il recupero dei rifiuti,per farli divenire materia prima seconda ed energia.

«Sono molto contento di questo importantissimo riconoscimento – commenta a caldo il presidente e ad della società, Alessandro Giari – che premia uno sforzo eccezionale che stiamo compiendo, per ribaltare il paradigma della gestione del ciclo dei rifiuti ed, in particolare, le logiche dello smaltimento finale in discarica. C’è ancora molto da fare, ma se superiamo un po’ di ipocrisie, faremo sì che il percorso per la realizzazione di impianti alternativi ed innovativi, sia irreversibile e divenga elemento accettato e condiviso, anche da quell’opinione pubblica troppo spesso fuorviata da elementi di pregiudizio e scarsa conoscenza».

La “Fabbrica del futuro” si articola in numerosi obiettivi strategici. Un biodigestore anaerobico per trasformare la frazione organica della raccolta differenziata in biometano e compost, un nuovo impianto di trattamento meccanico biologico (TMB) in grado di incrementare fortemente il recupero di materia, la promozione per la realizzazione di serre agricole idroponiche alimentate coi cascami delle attività produttive degli impianti (energia, compost e biometano), come esempio tangibile di Economia circolare; ultimo ma non meno importante,la realizzazione del primo Centro toscano di ricerca e innovazione per l’Economia circolare,che si è attivato attraverso il primo gruppo di progetti di ricerca e sviluppo denominati “Beyond the Landfill 4.0”, finalizzati all’individuazione di soluzioni innovative per superare la logica della discarica.

La società ha, inoltre, avviato alcune importanti iniziative di restituzione di benefici concreti al territorio. La prima, “Scapigliato alberi”, prevede il recupero della CO2 a compensazione delle emissioni avvenute sin dalla nascita del Polo impiantistico, col finanziamento di un programma eccezionale di piantumazione di oltre 245.000 olivi che vengono forniti gratuitamente ai coltivatori, alle imprese e ai cittadini, in un’area che coinvolge decine di Comuni. La seconda, “Scapigliato Energia”, prevede, invece, la distribuzione dell’energia elettrica prodotta dal recupero del biogas di discarica (circa 25.000.000 di kWh) ai cittadini del territorio, con sconti sulla componente energia che vanno dal 20% al 100%. Terza, la distribuzione gratuita ogni anno ai cittadini del territorio, di decina di migliaia di sacchi di “terriccio buono”, prodotto dalla trasformazione del verde (sfalci e potature) raccolto sul territorio.

Grazie alla “Fabbrica del futuro”, Scapigliato si associa così agli altri importanti soggetti premiati col Pimby green 2021. Molteplici sono state le candidature vagliate dalla giuria del premio, che quest’anno ha assegnato 11 riconoscimenti: al Comune di Milano, per la linea metropolitana M4; al Comune di Genova, per la realizzazione a tempo di record del viadotto Genova San Giorgio; a Google Maps e Waze, per i servizi di navigazione intelligente; a Rfi-Rete ferroviaria italiana per la nuova linea dell’alta velocità Napoli-Bari; a Iren per il progetto “Forsu Gavassa” (Reggio Emilia); a Concessioni autostradali venete per il progetto Life Pollinaction; all’azienda Gea per la creazione e avvio di un impianto di trattamento del percolato di discarica e rimozione dei Pfas largamente presenti nel territorio veneto; all’azienda Eso recycling per il primo impianto per l’avvio a riciclo di rifiuti sportivi (scarpe sportive, palline da tennis, copertoni e camere d’aria di biciclette) e scarpe antinfortunistiche. Il premio “Comunicazione e giornalismo” è andato invece alla giornalista di Radio 24 Laura Bettini, mentre una menzione speciale è stata riconosciuta all’app Too good to go per la lotta contro lo spreco alimentare.

«I premi assegnati – conclude il presidente di Assoambiente, Chicco Testa – riconoscono meriti ad amministratori locali e imprese che con un atteggiamento costruttivo hanno deciso di realizzare un’opera strategica per la propria comunità o per l’intera nazione, mostrando una visione strategica del bene comune e promuovendo il coinvolgimento dei territori interessati. Un approccio che si contrappone diametralmente alla sempre più diffusa sindrome Nimby che, spesso animata da comitati locali e mondo politico-istituzionale pronti a dire no a prescindere a qualsiasi opera, rischia di frenare il rilancio del nostro Paese».