Gestire l’acqua e produrre cibo al tempo dei cambiamenti climatici

Menchini (Cospe): «L’agricoltura deve cambiare, e deve farlo in fretta»

A conclusione del progetto “ClimATE Change”, pochi giorni fa ad Ancona si è svolta la conferenza finale “Securing Universal Rights to Water and Food in a Changing Climate”. L’evento è stato organizzato dalla Regione Marche e dalla ong Cospe  in collaborazione con Marche Solidali, il Coordinamento delle organizzazioni di cooperazione e solidarietà internazionale. La conferenza è stata aperta da Giorgio Menchini, presidente di Cospe, con un intervento dal titolo “Gestire l’acqua e produrre cibo in un clima che muta”, nel quale ha sottolineato l’importanza e l’impatto che i cambiamenti climatici hanno sul ciclo dell’acqua e sul nesso acqua-agricoltura.

«Lo scenario in cui ci muoviamo oggi – ha detto Menchini – è inevitabilmente quello dei cambiamenti climatici, le loro cause e i loro effetti. In questo contesto i sistemi di produzione del cibo sono tra i più colpiti, e dobbiamo prendere misure immediate e radicali: l’agricoltura deve cambiare per far fronte ai mutamenti climatici, e deve farlo in fretta. Siamo di fronte in fatti ad una minaccia di assoluta gravità che aggredisce due diritti fondamentali della persona: il diritto all’acqua e il diritto al cibo.  Per noi – ha aggiunto il presidente di Cospe – gestire l’acqua e produrre cibo, in un clima che muta, sono due facce di un’unica sfida, che ha al centro i sistemi di produzione e consumo alimentari». Risposte alla duplice sfida della gestione dell’acqua e della produzione del cibo non si trova soltanto nel ritorno alla terra ma anche nella transazione verso un modello di agricoltura centrato sui principi dell’agro-ecologia che valorizzi il ruolo dell’agricoltura contadina e delle comunità locali e lo sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica. «Per questo il nostro impegno come Cospe – ha concluso Giorgio Menchini – è nella transizione verso un modello agro-ecologico, che mette al centro le comunità locali e l’agricoltura contadina, l’alleanza con i produttori ed i consumatori, la formazione per ri-creare una figura nuova di imprenditore agricolo portatore di una cultura realmente agro-ecologica, che recupera ma anche rinnova l’antica cultura contadina».

Ulteriori approfondimenti in materia delle politiche dell’acqua e delle risorse idriche legate alle variazioni del clima sono state esposte da Rosario Lembo, presidente del Cicma. L’intervento di Lembo ha posto l’accento sugli obiettivi di sicurezza alimentare e idrica alla luce dei cambiamenti climatici a partire dagli obiettivi 1 e 7 dei “Millennium Goals”. La seconda sessione è stata dedicata alla presentazione dei lavori effettuati nei quattro paesi dell’Ue coinvolti nel progetto. Le buone prassi provenienti dall’Italia sono state testimoniate dalla Cooperativa agricola Girolomoni, mentre la Polonia ha presentato le cooperative alimentari con il movimento Csa. Alla chiusura della conferenza sono state presentate altre due testimonianze, la Campagna “Meine Landwirtschaft” della Germania e l’esperienza di Malta con il tema dell’agricoltura e dei cambiamenti climatici. Parlando di esperienze di nuovo e lungo corso, Cospe è oggi impegnato sulla transizione verso l’agro-ecologia in circa 10 paesi tra Africa, Mediterraneo e America Latina, sia con esperienze nella conservazione e recupero di sementi locali e metodi di lavorazione tradizionale come in Niger, in Senegal,  in Nicaragua, sia con sperimentazioni di produzione alternative come in Angola per quanto riguarda il miele o ancora a Cuba dove si sostengono esperienze innovative di permaculura in contesti urbani e rurali o ancora in Swaziland,  dove ci si impegna nella riorganizzazione delle  filiere di produzione e alla commercializzazione di “eco- prodotti” locali.