Eco-turismo al Campo Dante Mirador, dove il poeta eterno veglia sulle Ande

«La Divina Comedia del Monte è un percorso turistico letterario, concettuale e interattivo, con finalità di azione, tutela ed educazione ambientale»

Sul Cerro Mirador (Punta Arenas, Cile), a 3.200 metri sul livello del mare, si trova un luogo, o meglio, un progetto, che coniuga tutela dell’ambiente con Dante: si tratta del Campo Dante e della sua Divina Comedia del Monte.

Situata strategicamente sulle pendici della montagna, non solo gode di una delle migliori viste sul nord del Paese, ma è intimamente legata alla riserva naturale che la circonda e che ospita l’ultima foresta di Guanderas rimasta in Sud America.

Cospe lavora in questa regione da tempo con il progetto “Bian – Biocorridoio delle Ande nord”,  e scoprire questa realtà è stata una piacevole sorpresa che potrebbe portare a nuove collaborazioni.

Composta di 1000 ettari di foresta di mangrovie, alberi millenari che hanno la capacità di immagazzinare ingenti quantità di carbonio, è stata però minacciata dall’avanzata della frontiera agricola, la quale ha causato non pochi effetti di varia natura, tra cui frane e alluvioni, un alto tasso di mortalità per cancro allo stomaco, un tasso di povertà intorno al 60% e mancanza di alternative occupazionali, oltre che un basso tasso di occupazione femminile, di poco superiore al 20%.

Il progetto, che si configura come una forma creativa di eco-turismo, nasce dall’attenzione dei suoi creatori – Andres Endara e Paola Toapanta, una giovane coppia che si è trasferita qui qualche anno fa –   all’ambiente e alla sua salvaguardia. Questo li ha portati a fare della preservazione e la protezione della flora e della fauna locale, attraverso attività di sensibilizzazione uniche nel loro genere, l’obiettivo principe del progetto.

«La Divina Comedia del Monte è un percorso turistico letterario, concettuale e interattivo, con finalità di azione, tutela ed educazione ambientale – ci raccontano Andres e Paola – l’obiettivo principale è quello di trascendere nella mente, nell’anima e nel cuore delle persone, affrontare questioni che molti evitano, cambiando così la prospettiva di ciascuno sul mondo e trasformandola in vocazione ambientale e azione globale».

La protezione e la valorizzazione delle risorse e dell’ambiente della montagna sono il cuore di questa iniziativa: sono quindi stati inevitabili contrasti  con coloro che si occupano di attività minerarie nella zona e tutti quelli che perpetuano l’avanzamento della frontiera agricola a vari scopi.

Il Campo Dante (il primo campeggio turistico registrato presso il ministero del Turismo nella provincia di Carchi e nel cantone di San Pedro de Huaca) proprio in coerenza alla sua vocazione eco, consiste in una semplice casetta arredata con gli strumenti necessari per le attività quotidiane, non dipendente dalla luce elettrica o artificiale. Questo fa sì che l’inquinamento visivo prodotto sia pari a zero e permetta lo svolgimento di un’ampia varietà di attività esperienziali notturne  alla sola luce della luna e delle stelle, per godere della tranquillità della montagna e tornare ad un mondo senza tecnologia.

Ma perché il riferimento a Dante? «Alla ricerca di un concetto universale – dice Andres – abbiamo pensato a Dante e alla sua opera come meccanismo per unire la realtà socio-culturale e territoriale di Huaca: da un lato il mitico rappresentato dalla montagna e dalla sua flora e fauna e dall’altro il socio-culturale di un popolo religioso e mistico».

Huaca è infatti una città con una fervente fede religiosa, nonché ricca di cultura. L’esperienza offerta ai turisti è dunque la messa in atto di una sceneggiatura ispirata al capolavoro di Dante ma al contempo ricca di riferimenti alla cultura del luogo, snodandosi dal Campo Dante attraverso 4 km di percorso, tra gli spettacolari paesaggi della montagna e la foresta.

Composta in tre fasi (Inferno, Purgatorio e Paradiso), all’interno di questa figure del folclore locale, come i diavoli ed i folletti che si dice abitino la montagna, si fondono con i personaggi raccontati da Dante; gli animali e le piante diventano maestri, per le loro qualità, che sono in grado di guarire, nutrire e sfamare; i peccati, i gironi e le sfere, sono mantenuti, ma vengono affrontati da una prospettiva ambientale, con tinte autoctone.

E così è nata una forma di turismo alternativo, in cui la Divina Commedia di Dante Alighieri svolge un ruolo centrale, simbolico ed educativo.

Una parte del lavoro di educazione viene svolto anche con i bambini, con l’obiettivo e la speranza che questi diventino, un giorno, i guardiani della montagna. Con loro il lavoro ( e i giochi) consiste nel trasformare la paura che provano per la montagna, in devozione, amore e rispetto.

Ma l’idea è quella di coinvolgere anche gli anziani, fonte primaria di informazioni ed elementi della cultura locale, in un progetto che è attualmente in fase di programmazione, chiamato La Cuentería: incontri informali  in cui raccogliere storie, racconti, modi di dire, soprannomi, remunerando le persone coinvolte, sempre in un’ottica di valorizzazione della cultura locale.

Il Campo Dante Mirador ha vinto numerosi premi, sia a livello provinciale che nazionale. Tra questi  Premios verdes, uno dei premi più importanti a livello internazionale nel campo del turismo verde.

«A volte, quando ci troviamo in mezzo al nulla, nella foresta, ci domandiamo per quale ragione ci troviamo qui 700 anni dopo la morte di Dante – concludono i due fondatori del Campo – La consideriamo come un’eredità, qualcosa che doveva accadere e che per qualche motivo dovevamo fare noi».