Il 99% della scienza specializzata concorda sulla stessa idea

Crisi climatica: ideologia ambientalista o negazionista?

Avere a cuore, preservare e, soprattutto, studiare l’ambiente è una questione di sopravvivenza

Il 16 ottobre 2019, alla Camera, il deputato Alessandro Giglio Vigna disse: “[…] Ora, Signor Presidente, ci propinate questa nuova ideologia del global warming; allora non è certo questo il momento di discutere sulla fondatezza o no di questa teoria, ma è questo il momento per dirvi che se voi e i vostri amici in Europa proverete a giustificare con questa nuova ideologia un aumento di tasse, magari alle nostre piccole imprese, facendo quindi un favore ai grandi gruppi europei, ebbene, Signor Presidente, sappiate che i cittadini non ve lo permetteranno […]” [letteralmente trascritto grazie all’archivio di Radio Radicale].

Il 20 luglio 2022, Il Foglio, nella sezione “/scienza/” (almeno così sembra dall’indirizzo web dell’articolo), pubblica un titolo di Giuliano Ferrara che recita “A luglio fa caldo da secoli: facciamocene una ragione invece di sacrificarci all’ideologia”.

In questi anni, sulle questioni scientifiche ne abbiamo sentite e viste di tutti i colori e non credo interessi ad alcuno dei lettori di Greenreport: a) l’ennesimo racconto sul funzionamento dell’effetto serra, b) quali sono le conseguenze dell’aumento di concentrazione di gas serra in atmosfera a causa dell’attività umana, c) che differenza c’è tra clima e meteo, d) la raccomandazione di guardarsi dalle fake news.

Tuttavia c’è una domanda che non riesco a trattenere. Perché chi cerca di sminuire o diffondere scetticismo su questioni ambientali e, soprattutto, sull’effetto serra antropogenico e i conseguenti cambiamenti climatici, ricorre spesso alla parola ideologia?

Consulto velocemente la voce “ideologia” proposta dal vocabolario Treccani, dal momento che è di facile accesso, e noto che, a parte un accenno iniziale, si tratta di qualcosa che non ha nulla a che fare con la scienza e con la realtà dei fatti. Riporto ad esempio che “nel pensiero marxista […], l’insieme delle credenze religiose, filosofiche, politiche e morali che in ogni singola fase storica sono proprie di una determinata classe sociale, informandone il comportamento”. E ancora: “l’ideologia, lungi dal costituire scienza, ha la funzione di esprimere e giustificare interessi particolari”. Addirittura si legge: “In senso spregiativo, soprattutto nella polemica politica, complesso di idee astratte, senza riscontro nella realtà, o mistificatorie e propagandistiche, cui viene opposta una visione obiettiva e pragmatica della realtà politica, economica e sociale”.

Come riportato da Greenreport, nel 2021, la rivista scientifica internazionale Environmental research letters ha pubblicato un lavoro che presentava una review di oltre 88.000 articoli scientifici sul climate change, riscontrando come soltanto in 28 di essi venisse manifestato scetticismo riguardo all’influenza dell’attività umana sulle dinamiche climatiche; di conseguenza, stando a quei dati, si può dire che oltre il 99% della scienza specializzata concorda – con argomentazioni solide – sulla stessa idea. Dunque, non c’è spazio per ideologie, peropinioni e tantomeno per il contraddittorio.

Altrimenti sarebbe come dire oggi che non usare più l’amianto sui nostri tetti e, anzi, rimuoverlo per mettere in sicurezza le persone è un’operazione costosissima dettata da un’ideologia, visto che tempo fa l’amianto si usava persino nei filtri delle sigarette.

Cosa c’entra, dunque, la parola ideologia riferita a chi afferma che oggi esistono problemi seri nel rapporto uomo-natura? È la comunicazione ambientale a non essere abbastanza efficace e, per questo, finisce sempre per essere trattata come un disturbo da liquidare nel più breve tempo possibile e con modi spiccioli? Oppure è semplicemente una questione di malafede in chi accusa?

Il vocabolario Treccani, ad un certo punto della stessa pagina, definisce ideologia come “ogni dottrina non scientifica che proceda con la sola documentazione intellettuale e senza soverchie esigenze di puntuali riscontri materiali, sostenuta per lo più da atteggiamenti emotivi e fideistici, e tale da riuscire veicolo di persuasione e propaganda”.

Paradossalmente, quest’ultima definizione potrebbe essere riferita ai pensieri dell’onorevole e al titolo del giornalista.

In generale, date le informazioni scientifiche in nostro possesso a livello globale, potremmo più appropriatamente attribuire la connotazione di ideologia (e la conseguente propaganda) al negazionismo del global warming piuttosto che alla sua affermazione. Parallelamente, avere a cuore, preservare e, soprattutto, studiare l’ambiente – come spero decideranno di fare sempre più giovani da ora in avanti – non è una questione di ideologia ma di sopravvivenza.