Anche la Tunisia fa i conti con lo spreco di cibo, che pesa per oltre 1 mln di ton l’anno

Le persone raggiunte dalla campagna Cospe ‘Perché sprecare? Una soluzione esiste!’ sono oggi impegnate nella lotta allo spreco alimentare

In tutti i sistemi alimentari globali, lo spreco di cibo rappresenta un problema diffuso. Secondo una ricerca condotta dalle Nazioni Unite, nel 2019 sarebbero state 931 milioni le tonnellate di cibo finite nei cestini delle famiglie, dei rivenditori, dei ristoranti e di altri servizi alimentari. Una cifra allarmante, se posta di fronte alle 690 milioni di persone che, nello stesso anno, hanno sofferto la fame e i 3 miliardi di persone che non si sono potute permettere una dieta sana.

Ma lo spreco di prodotti alimentari ha anche un notevole impatto ambientale, sociale ed economico. Questo si traduce infatti in uno spreco di risorse (terra, acqua, manodopera ed energia, utilizzate durante la produzione del cibo) e contribuisce fortemente al cambiamento climatico (l’8%-10% delle emissioni globali di gas serra è associato al cibo non consumato).

Lo spreco di cibo influisce anche sulle catene di approvvigionamento alimentare, riducendo il reddito dei produttori, aumentando i costi per i consumatori e riducendo l’accesso al cibo. Situazione che ha subito un ulteriore aggravarsi con l’inizio della guerra in Ucraina.

Secondo il Food waste index report 2021 – realizzato dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) e dall’organizzazione partner Wrap, che analizza gli sprechi alimentari – le famiglie tunisine sono responsabili dello spreco di 1.064.407 tonnellate di cibo ogni anno. Il pane, in particolare, è il protagonista di questo spreco: sono 900mila le pagnotte sprecate annualmente.

Quanto costa tutto questo alla Tunisia? 572 milioni di dollari ogni anno. Ma è doveroso parlare anche di costo ambientale: ad esempio, l’acqua necessaria per produrre una baguette è in media di 120 litri, una cifra scioccante se si pensa che il fabbisogno giornaliero “minimo” di acqua per persona si aggira tra i 50 e i 100 litri. Tutto questo avviene inoltre in un contesto di grave crisi economica ed in cui 500mila tunisini soffrono la fame.

L’azione di Cospe – col sostegno dei suoi partner Zero waste Tunisia, Le Collectif zéro déchet e L’association tunisienne du droit de l’environnement – si colloca nell’ambito del progetto Clima ed ha come obiettivo quello di finalizzare la gestione e la riduzione dei rifiuti alimentari, come si prepone l’Agenda 2030 nel suo Obiettivo di sviluppo sostenibile numero 12.

Nel 2021 è stata lanciata una campagna nazionale di sensibilizzazione sullo spreco alimentare: i cittadini sono stati informati sull’impatto economico, sociale, ambientale ed etico dello spreco alimentare, fornendo loro consigli e pratiche per prevenirlo e combatterlo.

La campagna ‘Perché sprecare? Una soluzione esiste!’, iniziata il 27 settembre, grazie allo sforzo di Cospe e dei suoi partner ha raggiunto milioni di tunisini. È stata ospite in tv e a radio Ifm (una delle radio più seguite della Tunisia) e la pagina Facebook ha raggiunto oltre 220mila persone e coinvolto circa 37mila cittadini.

La risposta da parte della società civile è stata sorprendente! Molte delle persone che sono state raggiunte dalla campagna sono oggi impegnate nella lotta allo spreco alimentare e chiedono azioni concrete per fermarlo. Parallelamente, si è assistito infatti alla creazione di un primo nucleo di collaborazione tra associazioni, istituzioni statali e media tradizionali e digitali, grazie anche al sostegno dell’Unione europea, che ne ha facilitato la mobilitazione.

Quest’anno Cospe ha rinnovato il proprio impegno rilanciando la campagna, col desiderio di espanderne il raggio d’azione e la capacità di coinvolgimento, nonostante il difficile contesto nazionale e globale.

In occasione della Giornata internazionale dell’alimentazione, si è tenuta la prima riunione del collettivo, alla presenza delle nuove associazioni coinvolte e di insegnanti e capi dipartimento dell’Istituto nazionale agronomico della Tunisia (Inat), dell’associazione dei tunisini delle Grandes ecoles (Atuge), del portavoce di Slow food youth Tunisia e dell’associazione tunisina per la protezione della natura e dell’ambiente Korba.

Durante l’incontro si sono aperte nuove strade per l’azione di Cospe. In particolare, è emersa la necessità di affrontare il problema dello spreco alimentare non solo agendo sul consumatore, ma partendo da quella che è un’infrastruttura carente ed una strategia statale debole in termini di stoccaggio e lavorazione.