Usa e Ue responsabili della maggior parte dei danni ecologici causati dall’uso eccessivo di materie prime

Italia quinta con il 3%. Seconda la Cina, terzo il Giappone. 58 Paesi del sud del mondo entro livelli sostenibili

[11 Aprile 2022]

Si stima che l’economia mondiale consumi oltre 90 miliardi di tonnellate di materiali all’anno, ben al di sopra del limite sostenibile e di quelli che sono considerati i “confini planetari”. Secondo il nuovo studio  “National responsibility for ecological breakdown: a fair-shares assessment of resource use, 1970–2017”, pubblicato su Lancet Planetary Health da Jason Hickel, Daniel O’Neill, Andrew Fanning dell’ International Inequalities Institute della  London School of Economics and Political Science e dal ricercatore pakistano indipendente Huzaifa Zoomkawala, «Nel periodo 1970-2017, le nazioni ad alto reddito sono responsabili del 74% dell’eccesso globale di estrazione di risorse» a consumare le risorse del Pianeta sono in particolate Stati Uniti d’America e Unione Europea.

Lo studio determina la responsabilità nazionale del collasso ecologico in corso calcolando la misura in cui ciascuna nazione ha superato la sua quota di soglie di utilizzo sostenibile delle risorse.

L’Universitat Autònoma de Barcelona (UAB), dove lavora Hickel,  ricorda che «Gli impatti umani sui processi del sistema terrestre stanno superando diversi confini planetari, non solo in termini di emissioni di CO2 e cambiamenti climatici, ma anche in termini di cambiamento dell’uso del suolo, perdita di biodiversità, inquinamento chimico e flussi biogeochimici. Questo collasso ecologico è causato in gran parte dall’estrazione globale di risorse, che è aumentata rapidamente nell’ultimo mezzo secolo e ora supera drammaticamente i livelli di sicurezza e sostenibilità».

Lo studio propone un nuovo metodo con il quale determinare la responsabilità nazionale del collasso ecologico. Hickel spiega; «Non tutte le nazioni sono ugualmente responsabili di questa tendenza; alcune nazioni utilizzano sostanzialmente più risorse pro capite di altre attraverso l’estrazione, la produzione, il consumo e i rifiuti di materiali».

Tra il 1970 e il 2017, sono state estratte a livello globale quasi 2,5 trilioni di tonnellate di materiali, con Paesi ad alto e medio reddito che hanno utilizzato la stragrande maggioranza di queste risorse. Di queste, 1,1 trilioni di tonnellate superavano la quantità sostenibile. Lo studio dimostra che i Paesi ad alto reddito (con il 16% della popolazione mondiale) sono stati responsabili del 74% dell’utilizzo eccessivo delle risorse nel periodo 1970-2017. In particolare gli Usa (27%) e i Paesi ad alto reddito dell’Unione Europea (25%). Dietro gli Usa ci sono la Cina (15%), il Giappone (9%) e la Germania (5%). L’Italia è quinta con il 3% insieme a Francia, Regno Unito e Canada, anche se il nostro Paese ha il livello di overshoot minore di questo gruppo di testa (31·5). Seguono Brasile, Australia, Spagna e Corea del sud (2%), Polonia, Arabia saudita e Olanda (1%).

Se si escude la Cina, un Paese a reddito medio-alto, il resto del Sud del mondo ( tutti i Paesi a basso e medio reddito dell’America Latina e dei Caraibi, Africa, Medio Oriente e Asia) è responsabile solo dell’8% del sovraconsumo di materie prime e «58 Paesi del sud del mondo, che rappresentano 3,6 miliardi di persone, inclusa l’India, rimangono entro livelli sostenibili».

Utilizzando i dati dell’International resource panel dell’United Nations environmente programme (Unep), lo studio ha analizzato l’estrazione nazionale di materie prime e i materiali coinvolti nei flussi commerciali globali di risorse come combustibili fossili, legname, metalli, minerali e biomasse ed evidenzia che «Nel periodo analizzato, la responsabilità nazionale è cambiata. Sebbene l’overshoot degli Stati Uniti sia cresciuto costantemente in termini assoluti, la sua quota di overshoot  globale è gradualmente diminuita negli ultimi due decenni, una tendenza simile per l’Europa e altre nazioni ad alto reddito. Questo cambiamento è dovuto principalmente al crescente utilizzo delle risorse in Cina, che è composto soprattutto da materiali da costruzione. L’overshoot della Cina è iniziato solo nel 2001, ma è cresciuto rapidamente negli anni successivi».

Hickel  conclude: «I risultati mostrano che le nazioni ricche hanno la schiacciante responsabilità del collasso ecologico globale, e quindi hanno un debito ecologico verso il resto del mondo. Queste nazioni devono assumere un ruolo guida nel fare riduzioni radicali nel loro utilizzo delle risorse per evitare un ulteriore degrado, il  che probabilmente richiederà approcci trasformativi post-crescita e decrescita».