Un migliore approvvigionamento di materie prime può ridurre significativamente le emissioni di gas serra

I consumatori finali possono svolgere un forte ruolo incoraggiando il public procurement

[30 Agosto 2021]

Secondo il rapporto “Improving the climate impact of raw material sourcing” pubblicato oggi dall’European Environment Agency (EEA), «Le pratiche rispettose del clima per l’approvvigionamento di materie prime hanno un potenziale significativo per ridurre le emissioni di gas serra in Europa e nel mondo».

Il nuovo rapporto EEA è incentrato sull’estrazione e la lavorazione delle materie prime eed evidenzia che «I consumatori di materie prime possono utilizzare il loro potere d’acquisto per influenzare i fornitori a diventare più climate friendly A livello dell’Unione europea (Ue), opzioni politiche come l’inclusione di requisiti di public procurement negli appalti pubblici e disposizioni negli accordi commerciali potrebbero aiutare l’Ue a ridurre le emissioni sia all’interno del suo territorio sia a contribuire a riduzioni globali».

Presentando il rapporto, l’EEA evidenzia che «Il modo in cui forniamo e lavoriamo le materie prime per la nostra economia è importante per l’ambiente, in particolare se si considerano le emissioni di gas serra».

Nell’Ue, le materie prime non energetiche e non agricole costituiscono una piccola parte di tutte le risorse naturali consumate. Ma da sole la loro estrazione e lavorazione rappresentano circa il 18% delle emissioni totali di gas serra dell’UE basate sul consumo.

Secondo il rapporto,  «Migliori pratiche di approvvigionamento potrebbero potenzialmente ridurre le emissioni di almeno il 10%, e in molti casi molto di più».

Il rapporto EEA valuta il potenziale per ridurre le emissioni di gas serra derivanti dall’estrazione e dalla lavorazione delle principali materie prime consumate in Europa. Le 8 materie prime selezionate sono: rame, ferro, oro, calcare e gesso, bauxite e alluminio, legno, minerali chimici e fertilizzanti e sale.

Esempi di opzioni di approvvigionamento imate-friendly comprendono «L’odozione di un approccio life cycle per consentire una migliore contabilità e monitoraggio degli impatti legati al clima associati alle catene di approvvigionamento delle materie prime, la promozione di pratiche efficienti in termini di risorse ed energia, la promozione dell’uso di fonti di energia rinnovabile durante l’estrazione e la lavorazione delle materie prime, rafforzando la domanda del mercato di materie prime secondarie e utilizzando i frameworks internazionali per aumentare la trasparenza e la cooperazione lungo le filiere di approvvigionamento delle materie prime».

Il rapporto EEA conclude che «I requisiti richiesti dagli utenti finali per pratiche di approvvigionamento climate-friendly dovrebbero concentrarsi principalmente sulla fase di lavorazione delle materie prime, che ha un potenziale maggiore di riduzione delle emissioni rispetto alle fasi di estrazione o commercio. Incoraggiare l’uso del public procurement e delle disposizioni in materia di appalti pubblici negli accordi commerciali internazionali è uno dei modi per aumentare l’efficacia delle misure di approvvigionamento rispettose del clima a livello globale».