Pandora Papers: la leadership mondiale che predica l’austerità e nasconde i soldi all’estero

Corrao (Greens: «Eurogruppo si occupi del ministro dell’economia olandese che fa affari offshore e all'Italia impone rigore finanziario»

[4 Ottobre 2021]

La seconda puntata dell’inchiesta giornalistica internazionale  Panama Papers, che è stata battezzata Pandora Papers, coordinata dall’International Consortium of Investigative Journalists (Icij) e pubblicata in Italia dall’Espresso dovrebbe sollevare (ma temiamo che non lo farà, come quella di 5 anni fa) uno scandalo internazionale su una classe dirigente (politica, imprenditoriale e dello spettacolo) che mentre predicava l’austerity e tagliava servizi pubblici, posti di lavoro e stipendi (scaricando i costi sui più deboli e l’ambiente) si arricchiva e derubava i propri concittadini creando conti offshore nei paradisi fiscal.

Ci sono tutti e un po’ di tutto: da Tony Blair che ha spostato così a destra il partito laburista che dopo di lui ha sempre vinto l’originale: la destra conservatrice, al Re di Giordania  e ai presidenti in carica di Paesi come Ucraina, Kenya, Cile, Ecuador.    Ci sono, nello stesso mazzo e con gli stessi premurosi consulenti, grandi imprenditori e  crriminali, ex terroristi. Bancarottieri, trafficanti di droga, boss mafiosi italiani e parecchi vip italiani. Se qualcuno volesse capire dove sia nato il rapporto incestuoso tra classe politica, grandi imprese e criminalità organizzata che gestisce una buona fetta della nostra economia e della nostra politica dovrebbe leggere i Pandora Papers. Seguire i soldi, diceva qualcuno.

E’ questa la leadership che ha tagliato le tasse ai ricchi perchè avrebbero provveduto a ridistribuire la ricchezza (sic!) e la leadership economica che ne ha usufruito ma che non è soddisfatta nemmeno del regalo ricevuto ed è così egoista da non voler pagare nemmeno un centesimo. E’ la stessa classe dirigente che poi, alla minima difficoltà economica o alla crisi Covid-19, pretende di ricevere finanziamenti, ristori e incentivi da quello stesso stato che ha ingannato, deufradato e derubato a spese di chi paga le tasse anche per conto loro. Una leadership che in Italia reclama addirittura l’impunità fiscale, che ha usufruito di continui condoni, che chiede di ridurre salari e protezioni per lavoratori, pensionati e giovani e che poi, con ingordigia, nasconde i soldi all’estero in inarrivabili materassi nei paradisi fiscali.

Il caso forse più clamoroso è quello dell’ultra-liberista Wopke Hoekstra, un falco senza pietà per i Paesi mediterranei che non hanno i conti abbastanza in ordine. Come denuncia oggi l’eurodeputato dei Greeens  Ignazio Corrao, «I ministri dell’economia dell’Ue all’eurogruppo di oggi e all’Ecofin di domani si occupino del ministro olandese all’economia, Wopke Hoekstra che ha spesso attaccato l’Italia in nome del rigore finanziario e poi fa affari offshore. Oggi Hoekstra e gli altri falchi del nord Europa hanno la faccia tosta di chiedere il ritorno del patto di stabilità in un continente azzoppato dalla crisi dovuta al Covid mentre ricchi e potenti continuano ad evadere le tasse, è arrivata l’ora che l’Unione europea si doti di una politica fiscale unica e sicura che combatta queste aberrazioni. I danni per la società civile causati dal proliferare di questi rifugi offshore sono ancora aumentati in questi tempi di pandemia, che ha innescato una crisi economica senza precedenti, moltiplicando le spese dello Stato per la sanità e per aiutare i più deboli».