Onu: se continua la guerra in Ucraina, prepariamoci a un inferno di fame e migrazioni di massa

Beasley (WFP): «Se trascuriamo l'Africa settentrionale, l'Africa settentrionale verrà in Europa. Se trascuriamo il Medio Oriente, il Medio Oriente arriverà in Europa»

[24 Marzo 2022]

Intervenendo al briefing del Consiglio di sicurezza sulla cooperazione tra Onu e  Lega degli Stati Arabi, il segretario generale dell’Onu, António Guterres  ha ricordato che «Quando il Covid-19 ha sconvolto le società e le economie e ha minacciato di introdurre nuovi vettori di instabilità, il segretario generale [della Lega Araba]Aboul Gheit e io ci siamo appellati a questo Consiglio affinché aprisse uno spazio agli sforzi multilaterali, all’azione umanitaria e alle soluzioni diplomatiche. Analizzando la regione oggi, questi appelli sono ancora più essenziali. Rimaniamo uniti nella nostra ricerca di risposte multilaterali alle sfide a cascata che devono essere affrontate nel mondo arabo e oltre».

La cooperazione tra Onu e Lega Araba  è incentrata, tra l’altro, sulla valorizzazione dell’’impegno di donne e giovani e sulla prevenzione dei conflitti e sul disarmo. Le attuali stime Onu, indicano che il 54%, della  popolazione del mondo arabo ha meno di 25 anni. Popoli giovanissimi di fronte a un’Europa sempre più vecchia.

Guterres ha sottolineato che «Questi sforzi hanno una maggiore urgenza mentre affrontiamo le profonde ramificazioni globali della guerra in Ucraina. Numerosi Paesi, ad esempio, importano almeno la metà del loro grano dall’Ucraina o dalla Russia, inclusi Egitto, Libano, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. I prezzi di cibo, carburante e fertilizzanti sono alle stelle. Le catene di approvvigionamento vengono interrotte. E i costi e i ritardi del trasporto delle merci importate – quando disponibili – sono a livelli record. Tutto questo sta colpendo più duramente i più poveri e sta piantando i semi dell’instabilità politica e dei disordini in tutto il mondo. Inoltre, stiamo vedendo prove evidenti che questa guerra che sta prosciugando risorse e attenzione da altri punti problematici che sono in un disperato bisogno. Proprio la scorsa settimana, sono rimasto profondamente deluso dal fatto che il nostro appello per lo Yemen abbia ricevuto meno di un terzo dei fondi di cui aveva bisogno con urgenza. Non possiamo sottovalutare la gravità della sofferenza del popolo yemenita. 20 milioni di yemeniti hanno bisogno di assistenza e protezione umanitaria salvavita, con donne e bambini che hanno più bisogno di sostegno. Faccio appello alla generosità dei membri della Lega Araba in questo momento critico. E rinnovo il mio appello a tutti i paesi affinché trovino modi creativi per finanziare l’aumento delle esigenze umanitarie e di recupero dello sviluppo in tutto il mondo, per donare generosamente e per stanziare immediatamente i fondi promessi».

Per quanto riguarda la Libia, il capo dell’Onu a poi detto che accoglie con favore l’impegno costruttivo della Lega Araba «Per aiutare a preservare l’unità e la stabilità conquistate a fatica dalla firma dell’accordo di cessate il fuoco libico nell’ottobre 2020. Conto sulla Lega e sui suoi membri per continuare a dare priorità a un accordo su un processo politico globale e portare avanti la piena attuazione della risoluzione 2570 del Consiglio di sicurezza».

Per il Sudan in mano a un governo militare golpista e scosso da continue proteste popolari, Guterres ha sottolineato che Onu e Lega Araba hanno lavorato a stretto contatto, sia a livello bilaterale che nel contesto del Friends of Sudan Group, «Per incoraggiare un dialogo significativo verso una transizione inclusiva e pacifica».

Nella Siria devastata e dove scorrazzano Jihadisti e truppe straniere, Guterres ha detto che «Le nostre due organizzazioni sono saldamente unite a sostegno del popolo siriano, che si sente abbandonato dal mondo mentre entra nell’undicesimo anno di una guerra che lo ha sottoposto a violazioni dei diritti umani su una scala massiccia e sistematica e ha lasciato il Paese in rovine. L’unico modo per sbloccare la situazione e alleviare le sofferenze del popolo siriano è attraverso un processo politico credibile che veda la piena attuazione della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza. Dobbiamo continuare a lavorare per forgiare un percorso politico verso una pace sostenibile nella quale tutti i siriani siano ascoltati, le lamentele affrontate, i detenuti rilasciati e le esigenze soddisfatte. Non deve esserci impunità».

In Libano, l’Onu è grato alla Lega araba per aver esortato il governo ad affrontare la crisi del Paese attraverso riforme significative, elezioni tempestive, un impegno costruttivo con l’FMI e la piena attuazione delle risoluzioni 1559 e 1701 del Consiglio di sicurezza. In Iraq, accoglie con favore una maggiore cooperazione strategica tra il governo e Lega Araba, compresa una missione di osservazione per monitorare le elezioni parlamentari irachene dell’ottobre 2021.

In Israele-Palestina, la Lega Araba e l’Onu «Continuano a impegnarsi a trovare un percorso per l’avanzamento del processo di pace e la fine dell’occupazione – ha detto Guterres – Il nostro obiettivo comune rimane due Stati – Israele e uno Stato palestinese indipendente, democratico, contiguo, vitale e sovrano – che vivono fianco a fianco in pace all’interno di confini sicuri e riconosciuti, sulla base delle linee pre-1967, con Gerusalemme come capitale condivisa di entrambi gli Stati».Ma ha aggiunto che «Le condizioni politiche, economiche e di sicurezza nei Territori Palestinesi Occupati si stanno deteriorando a causa delle espropriazioni, della violenza e dell’insicurezza dei palestinesi. Allo stesso tempo, la crisi finanziaria esistenziale dell’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East, ndr)  sta colpendo i diritti e il benessere dei rifugiati palestinesi in tutta la regione. Ribadisco il mio invito agli Stati membri ad aumentare il loro sostegno finanziario al popolo palestinese e il loro contributo all’UNRWA, un pilastro fondamentale della stabilità regionale».

E’ di fronte a questo quadro di guerra e sofferenze infinite che ora si specchia nella guerra e sofferenze dell’Ucraina che, in una drammatica intervista a Politico, David Beasley, il direttore esecutivo del World Food Programme (WFP) ha evidenziato il rischio di carestia in Africa e Medio Oriente mentre la guerra in Ucraina ha un impatto fortissimo sui rifornimenti di cibo.

Il capo della più grande agenzia di aiuti alimentari, premio Nobel per la Pace 2020, ha lanciato un duro avvertimento ai leader europei: «Pagare di più ora per scongiurare la fame nel mondo o subire una crisi migratoria in seguito».

Secondo Beasley, «La guerra della Russia in Ucraina ha provocato un’onda d’urto sui mercati alimentari internazionali, aggravando il già terribile problema della fame globale interrompendo l’offerta e gonfiando i prezzi. Questo rischia di far precipitare le regioni del pianeta più povere e devastate dalla carestia nel caos politico e creare una crisi migratoria senza precedenti». Beasley ha avvertito che «L’Europa deve donare urgentemente più fondi o sosterrà il peso delle ricadute.  Ci mancano miliardi. La mancata fornitura quest’anno di qualche miliardo di dollari in più significa che avremo carestia, destabilizzazione e migrazioni di massa».

Un appello drammatico rivolto ai governi dell’Ue che sono riuniti a Bruxelles per discutere dell’aggressione militare russa nei confronti dell’Ucraina, di sicurezza e difesa, energia, questioni economiche, Covid-19 e relazioni esterne.

La metà  del grano importato dai Paesi africani proviene da Ucraina e Russia, che è anche un importante esportatore di fertilizzanti. Per quanto riguarda l’Ucraina, le sue esportazioni sono bloccate e la sua capacità di continuare a coltivare cibo quest’anno è appesa al filo di un accordo di pace. Ma Beasley ha avvisato che il peggio arriverà in autunno, quando è probabile che l’impatto della guerra sulla produzione di cibo si farà sentire davvero: «Se pensate che ora abbiamo l’inferno sulla terra, preparatevi e basta. Se trascuriamo l’Africa settentrionale, l’Africa settentrionale verrà in Europa. Se trascuriamo il Medio Oriente, il Medio Oriente arriverà in Europa. Le condizioni economiche che devono affrontare queste parti del mondo ora sono  peggiori di quanto non lo fossero prima della primavera araba. E non saranno solo le popolazioni dei Paesi mediorientali e nordafricani a risentirne. Il WFP sta già nutrendo milioni di persone più a sud nei Paesi del Sahel come il Niger e il Burkina Faso, dove i problemi peggioreranno se i prezzi alimentari globali rimarranno alle stelle. Sono anni che avverto le nostre nazioni sviluppate che il Sahel crollerà se non stiamo attenti».

Beasley, ex governatore repubblicano della South Carolina, è in missione urgente di raccolta fondi a Bruxelles, dove ha incontrato due Commissari  Ue e li ha messi in guardia: «Se la crisi alimentare andrà fuori controllo e il mondo dovrà affrontare una grave carenza di forniture, il ricco Occidente non sarà risparmiato dai disordini politici. Cosa pensate che accadrà a Parigi, Chicago e Bruxelles quando non ci sarà abbastanza cibo? – ha chiesto durante un’importante conferenza umanitaria tenutasi a Bruxelles questa settimana – E’ facile sedersi sul tuo alto cavallo nella tua torre d’avorio quando non sei tu quello che muore di fame».

Al WFP mancano 8 miliardi di dollari a causa di quella che Beasley ha definito «La tempesta perfetta di inflazione e Covid, degli shock climatici e delle guerre irrisolte. Il conflitto in Yemen significa che 13 milioni di persone dipendono dall’agenzia Onu. La guerra in Ucraina minaccia di peggiorare drammaticamente la crisi della fame».

Come volume, nel 2021, l’Ucraina è stata la più grande fonte di cibo per il WFP, fornendo il 9% del suo approvvigionamento alimentare totale. Ma Beasley ha evidenziato che «Il problema immediato con la nostra dipendenza dall’Ucraina, non è un problema di approvvigionamento ma un più ampio problema di inflazione dei costi». Secondo i dati di Business Insider, da quando la Russia ha invaso l’Ucraina i prezzi globali del grano sono aumentati del 19%. Quindi con gli stessi soldi si compra meno di prima e «La realtà brutale è che, a meno che il WFP non ottenga presto più contanti, potrebbe dover tagliare le razioni di cibo in luoghi come Yemen, Ciad e Niger, al fine di sfamare i 3 milioni di persone affamate all’interno o nei dintorni dell’Ucraina che il l’agenzia sta aiutando attraverso rotte umanitarie.

Il WFP dipende dalle donazioni di governi o donatori privati ​​che destinano i finanziamenti a scopi specifici. La Germania è il secondo più grande singolo donatore singolo dopo gli Usa, la Commissione europea è terza, con circa 500 milioni di dollari. Ma non tutti i Paesi dell’Ue hanno singolarmente lo stesso peso: nel 2020 la Francia ha donato meno della metà del contributo della Russia nel 2020. Come fa notare Politico, «Non è solo responsabilità dell’Ue aumentare le donazioni, ma Beasley, che è entrato in carica nel 2017, ha imparato a quali porte bussare e sa che i supe-ricchi sono tirchi quando si tratta di aiutare i poveri: nel 2021 ha avuto un lungo scambio di messaggi su Twitter con il capo di Tesla Elon Musk, che si è impegnato a donare se Beasley avesse potuto dire in dettaglio come avrebbe messo fine alla fame nel mondo. «Mi ha dato molti feedback ma non ho fondi», spiega Beasley che ora chiede che le persone più ricche del mondo, come il fondatore di Amazon Jeff Bezos, aiutino il WFP in questa crisi: «E’ una vergogna per l’umanità che stiamo chiedendo qualche miliardo di dollari quando ci sono trilioni di dollari di ricchezza che si riversano sul pianeta Terra e i tech CEO hanno aumentato la loro ricchezza personale durante la pandemia. Ho bisogno del loro aiuto finanziario solo per un breve termine. Questo è quello che sto chiedendo loro».

Sembra di sentir parlare un militante di Occupy Wall Street  e non un conservatore statunitense che molto probabilmente la pensava molto diversamente prima di toccare con mano le inutili sofferenze e l’insensata miseria del mondo.

Dopo aver incontrato Beasley, il commissario Ue per gli aiuti umanitari, Janez Lenarčič, ha twittato  che l’Ue «Farà la sua parte» e  la commissaria per i partenariati internazionali, Jutta Urpilainen, ha scritto che il’Ue è orgogliosa di sostenere il WFP e alcuni fondi umanitari dell’Ue sarebbero stati reindirizzati alla lotta all’insicurezza alimentare causata dalla guerra in Ucraina. Ma i dettagli devono ancora essere annunciati e nulla è certo. Mentre i leader dell’Ue valutano come affrontare l’emergenza fame, Beasley lancia l’ultimo avvertimento: «Se non lo fate, lo pagherete 100 volte di più».