Onu: reddito di base temporaneo per fornire linfa vitale ai più poveri del mondo colpiti dal Covid-19

«Tempi senza precedenti richiedono misure sociali ed economiche senza precedenti»

[24 Luglio 2020]

Secondo il rapporto “Temporary Basic Income: Protecting Poor and Vulnerable People in Developing Countries” dell’United Nations development programme (Undp), «L’introduzione immediata di un reddito di base temporaneo per le persone più povere del mondo potrebbe rallentare l’attuale impennata del Covid-19 e consentire a quasi tre miliardi di persone di restare a casa».

Fornire quello che l’Undp descrive come «Un reddito di base garantito nel tempo, ai 2,7 miliardi di persone che vivono al di sotto o appena al di sopra della soglia di povertà in 132 Paesi in via di sviluppo», costerebbe ai governi di tutto il mondo un aumento di spesa di 199 miliardi di dollari al mese» e secondo l’agenzia Onu è  «Una misura fattibile, che è urgentemente necessaria, con la pandemia che continua a infettare più di 1,5 milioni di persone a settimana, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, dove 7 lavoratori su 10 si guadagnano da vivere attraverso mercati informali e non possono guadagnare soldi se sono bloccati a casa».

In un comunicato che accompagna il rapporto, l’Undp evidenzia che «Molti nell’enorme numero di persone non coperte dai programmi di assicurazione sociale sono lavoratori informali, lavoratori a basso reddito, donne e giovani, rifugiati e migranti e persone con disabilità, e sono i più colpiti da questa crisi».

L’Undp  ha fatto alcune valutazioni sugli effetti socio-economici del Covid-19 in più di 60 Paesi dall’inizio della pandemia, con dati che confermano che «I lavoratori che non hanno benefici, non hanno altra scelta che avventurarsi all’aperto, mettendo a rischio se stessi e le loro famiglie. Un reddito di base temporaneo fornirebbe loro i mezzi per acquistare cibo e pagare le spese sanitarie e scolastiche. È anche una mossa fiscale realistica: un reddito di base temporaneo di 6 mesi, ad esempio, richiederebbe solo il 12% della risposta finanziaria totale per il Covid-19 prevista nel 2020, che è l’equivalente di solo un terzo di quel che devono i Paesi in via di sviluppo per i pagamenti del debito estero fino al 2020».

Presentando il rapporto, l’amministratore dell’Undp Achim Steiner ha detto che «Tempi senza precedenti richiedono misure sociali ed economiche senza precedenti. L’introduzione di un reddito di base temporaneo per le persone più povere del mondo è emersa come un’opzione. Ciò sarebbe sembrato impossibile solo pochi mesi fa. I piani di salvataggio e di ripresa non possono concentrarsi solo sui grandi mercati e il big business. Un reddito di base temporaneo potrebbe consentire ai governi di offrire alle persone in lockdown una lifeline finanziaria, iniettare denaro nelle economie locali per aiutare a mantenere a galla le piccole imprese e rallentare la devastante diffusione del Covid-19».

L’Undp ha però avvertito che il reddito di base temporaneo non e un “proiettile d’argento” risolutivo «Proteggere i posti di lavoro, espandere il sostegno alle micro, piccole e medie imprese e utilizzare soluzioni digitali per identificare e accedere alle persone escluse sono tutte misure che i Paesi possono adottare».

L’agenzia suggerisce che «Alcuni Paesi potrebbero pagare per questa misura radicale riutilizzando i fondi che avrebbero usato per pagare il loro debito nazionale». Secondo i dati ufficiali, quest’anno le economie emergenti e in via di sviluppo spenderanno 3,1 trilioni in rimborso del debito».

Bloccare completamente il debito per tutti i Paesi in via di sviluppo, come richiesto dal segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres , consentirebbe a quei Paesi di riutilizzare temporaneamente questi fondi per le misure di emergenza.

E diversi Paesi hanno già cominciato a farlo. Come il Togo, dove il governo ha distribuito oltre 19,5 milioni di dollari di aiuti finanziari mensili a oltre il 12% della popolazione attraverso il suo programma di trasferimento di denaro, soprattutto a donne che lavorano nel settore informale.

Il governo di sinistra spagnolo ha recentemente approvato un budget mensile di 250 milioni di euro per aumentare, fino a una soglia minima, le entrate di 850.000 famiglie vulnerabili e di 2,3 milioni di individui.

Il rapporto Undp arriva dopo che l’ United Nations Department of Economic and Social Affairs (UN Desa)ha presentato la pubblicazione “Recover Better: Economic and Social Challenges and Opportunities”  che raccoglie  7 saggi scritti da esperti dell’United Nations High-level Advisory Board on Economic and Social Affairs (HLAB) che fornisce nuovi orientamenti per la ricostruzione delle società in modo più equo e inclusivo.  Gli autori avanzano idee su temi che comprendono il miglioramento della cooperazione fiscale internazionale, un accesso più equo ai progressi tecnologici digitali e una gestione sostenibile delle risorse naturali e che completano le più ampie raccomandazioni del segretario Ggnerale dell’Onu in merito alla responsabilità condivisa e alla solidarietà globale nel rispondere all’impatto socioeconomico del Covid -19.

Cristina Duarte, ex ministro delle finanze e della pianificazione di Cabo Verde; José Antonio Ocampo della Columbia University; Jayati Ghosh dell’università Jawaharlal Nehru; Justin Yifu Lin dell’Università di Pechino; Izabella Teixeira, copresidente dell’International Resource Panel; e Kori Udovički, fondatore e presidente del Center for Advanced Economic Studies e Alicia Bárcena, segretaria esecutiva della Commissione economica delle Nazioni Unite per l’America Latina e i Caraibi, hanno contribuito a realizzare i capitoli del rapporto UN Desa e secondo Liu Zhenmin , vicesegretario generale dell’Onu per gli affari economici e sociali, ha sottolineato che «Questi capitoli rappresentano immersioni profonde in varie aree e si differenziano per gli argomenti che trattano e c’è un messaggio condiviso che li distingue: le Nazioni Unite possono svolgere un ruolo importante nell’affrontare le sfide globali e nel promuovere lo sviluppo sostenibile».