Tassare i patrimoni dei super-ricchi per ristabilire giustizia sociale e dare speranza ai più poveri

La pandemia globale della disuguaglianza uccide. E fa danni sociali anche in Italia

Oxfam: da marzo 2020, la ricchezza dei miliardari è aumentata di 642 miliardi, quella di tutti gli altri è diminuita

[17 Gennaio 2022]

Il nuovo briefing  “Inequality Kills“ di Oxfam, pubblicato in occasione del World Economic Forum iniziatyo a Davos,, denunxia che «La disuguaglianza sta contribuendo alla morte di almeno 21.000 persone ogni giorno, o una persona ogni quattro secondi. Si tratta di un numero prudente basato sui decessi a livello globale per mancanza di accesso all’assistenza sanitaria, violenza di genere, fame e disgregazione climatica».

La ricchezza dei miliardari è aumentata di più da quando è iniziato il Covid-19, che negli ultimi 14 anni. Con 5 trilioni di dollari, si tratta della più grande ondata di ricchezza miliardaria dall’inizio dei record. Nell’Ue e nel Regno Unito, la ricchezza dei miliardari è aumentata di 642 miliardi di euro da marzo 2020, l’inizio della pandemia, il che rappresenta un aumento del 46%, mentre nel 2021 il 90% più povero ha visto diminuire la propria quota di ricchezza. Attualmente le 107 persone più ricche dell’Ue e del Regno Unito possiedono più ricchezza (1377 miliardi di euro) rispetto ai 179 milioni di cittadini più poveri (1374 miliardi di euro)

Per Evelien van Roemburg, capo dell’ufficio Ue di Oxfam, «L’estrema disuguaglianza è una forma di violenza economica, in cui le politiche e le decisioni politiche che perpetuano la ricchezza e il potere di pochi privilegiati provocano danni diretti alla stragrande maggioranza delle persone in tutto il mondo e al pianeta stesso».

Oxfam Italia ricorda che «Non solo il nostro sistema economico si è trovato impreparato a tutelare i diritti delle persone più vulnerabili ed emarginate quando la pandemia ha colpito; ma ha attivamente favorito coloro che sono già estremamente facoltosi. Nei Paesi di tutto il mondo, le politiche economiche e la cultura politica e sociale stanno perpetuando la ricchezza e il potere di pochi privilegiati a detrimento della maggioranza dell’umanità e del pianeta. E’ il sistema economico che strutturalmente produce disuguaglianza, è il modo in cui le nostre economie e società attualmente funzionano. La pandemia da coronavirus si è abbattuta su un’Italia profondamente disuguale e il nostro Paese rischia di veder peggiorato nel medio periodo il profilo delle disparità multidimensionali preesistenti. Eppure tutto questo è tutt’altro che inevitabile».

Oxfam propone quello che in Italia è un tabù politico per praticamente tutti i Partiti meno Sinistra Italiana e qualche altra formazione di sinistra: «Un’imposta annuale sul patrimonio, applicata al patrimonio di miliardari e multimilionari nell’Ue e nel Regno Unito, raccoglierebbe 424 miliardi di euro all’anno. Il che equivale a 5  volte il budget settennale dell’UE per la cooperazione allo sviluppo; 140 volte il contributo finora dell’Ue e degli Stati membri al COVAX, il programma per la donazione di vaccini ai Paesi più pover; il 50% di Next Generation EU, lo strumento di ripresa dell’UE per ricostruire le economie durante e dopo la pandemia.

A livello globale, con una tassa una tantum del 99% sui 10 che sono diventati più ricchi al mondo durante la pandemia, si potrebbe: produrre abbastanza vaccini contro il Covid per ogni persona nel mondo; fornire assistenza sanitaria e protezione sociale universali, finanziare l’adattamento al clima e ridurre la violenza di genere in oltre 80 Paesi; Tutto questo, pur lasciando i ricchi  con 8 miliardi di dollari in più rispetto a prima della pandemia.

Invece, nonostante le promesse – e le lacrimucce – sulla lotta all’ineguaglianza sociale fatte anche dal governo italiano di quasi intesa nazionale, Oxfam fa notare che «Nonostante l’enorme costo della lotta alla pandemia, negli ultimi due anni i governi dei Paesi ricchi non sono riusciti ad aumentare le tasse sulla ricchezza dei più ricchi e hanno continuato a privatizzare beni pubblici come la scienza dei vaccini. Hanno incoraggiato i monopoli aziendali a tal punto che nel solo periodo della pandemia, l’aumento della concentrazione del mercato minaccia di essere maggiore in un anno rispetto agli ultimi 15 anni dal 2000 al 2015».

Gabriela Bucher, Direttrice esecutiva di Oxfam International, sottolinea che «La disuguaglianza a tale ritmo e livello sta avvenendo per scelta, non per caso. Non solo le nostre strutture economiche ci hanno reso tutti meno sicuri contro questa pandemia, stanno attivamente consentendo a coloro che sono già estremamente ricchi e potenti di sfruttare questa crisi per i loro proprio profitto».

Per l’ONG, l’Unione europea e i sui Stati membri dovfrebbero dare priorità a: »Tassare maggiormente le persone più ricche e le società più redditizie, concordando un’imposta minima ambiziosa ed equa ed efficace per le società nell’Ue, contrastando efficacemente i paradisi fiscali e le società di comodo e affrontando le pratiche fiscali dannose utilizzate dalle persone più ricche. Porre fine alla sua opposizione e ostruzione alla concessione di un’esenzione TRIPs per i vaccini e ai trattamenti Covid 19 consentendo a tutti i Paesi di aumentare la produzione di vaccini e mettere  fine alla pandemia. Introdurre una legislazione che obblighi le aziende a svolgere la due diligence sui diritti umani e sull’ambiente lungo la loro catena di approvvigionamento globale e ritenendole responsabili dei diritti umani e degli abusi ambientali. Gli amministratori aziendali devono essere tenuti a integrare pienamente le considerazioni di sostenibilità nella strategia e nella politica retributiva di un’azienda».

Oxfam raccomanda a tutti i governi di attuare urgentemente alcune misure di giustizia sociale e fiscale: «Recuperare i guadagni realizzati dai miliardari tassando questa enorme nuova ricchezza realizzata dall’inizio della pandemia attraverso imposte permanenti sulla ricchezza e sul capitale. Investi i trilioni che potrebbero essere raccolti da queste tasse verso la spesa progressiva per l’assistenza sanitaria universale e la protezione sociale, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione e la programmazione della violenza di genere. Abrogare le leggi sessiste e razziste che discriminano le donne e le persone in base alla razza e creare nuove leggi sulla parità di genere per sradicare la violenza e la discriminazione. Tutti i settori della società devono definire urgentemente politiche che assicurino che le donne, i gruppi razzializzati e altri gruppi oppressi siano rappresentati in tutti gli spazi decisionali. Porre fine alle leggi che minano i diritti dei lavoratori a sindacalizzarsi  e scioperare e stabilire standard legali più rigorosi per proteggerli. I governi ricchi devono rinunciare immediatamente alle norme sulla proprietà intellettuale sulle tecnologie dei vaccini COVID-19 per consentire a più paesi di produrre vaccini sicuri ed efficaci per inaugurare la fine della pandemia».

Dopo aver fatto una disamina –  molto critica . dei provvedimenti fiscali e sociali presi del governo Draghi Oxfam italia raccomanda nel suo briefing dedicato al rapporto di intervenire nei seguenti ambiti:

Ammodernamento dei sistemi di protezione dei redditi: Il recente riordino degli ammortizzatori sociali dovrebbe, de minimis, prevedere l’ulteriore estensione delle tutele ai lavoratori autonomi, avvalendosi delle raccomandazioni della relazione della Commissione Catalfo e prevedere requisiti contributivi meno stringenti, per quanto concerne l’accesso a indennità in mancanza di rapporto di lavoro, per i disoccupati under-35;

Ridare potere al lavoro: Al netto delle misure compensative a carico del welfare state, sono necessari interventi predistributivi che limitino la svalutazione del fattore lavoro e escludano il ricorso a forme contrattuali atipiche e poco remunerate anche attraverso l’innalzamento dei salari minimi. Sul fronte predistributivo va inoltre rafforzata la partecipazione dei lavoratori alla gestione (e alla proprietà) delle imprese.

Sistemi fiscali equi e progressivi: L’impianto della delega fiscale ha sacrificato la funzione redistributiva della leva fiscale, non ha affrontato la ricomposizione del prelievo e ha disconosciuto l’obiettivo di rafforzare l’equità orizzontale del sistema di imposizione. In assenza di uno spazio politico per una riforma che recuperi tali vulnus, non resta che auspicare che le eterogenee indicazioni dell’attuale variegata maggioranza portino quantomeno a non sacrificare la riforma del catasto, a non ridurre significativamente il prelievo sui redditi da capitale e a non conservare l’aberrante regime forfetario, incompatibile persino con il discutibile impianto teorico alla base della prospettata revisione del sistema fiscale nazionale. Trasferimenti per il supporto delle famiglie con figli e Reddito di cittadinanza: Per quanto concerne l’assegno unico suggeriamo di valutare in itinere la riduzione della componente patrimoniale dell’ISEE nella determinazione dell’importo dell’assegno e di estendere per almeno il biennio 2023-2024 la clausola di salvaguardia oltre i 25.000 euro di ISEE per garantire che nessun nucleo familiare riceva un supporto inferiore ai trasferimenti previgenti per figli. Come per la riforma fiscale, anche una riforma dell’istituto dell’RdC sconta una mancanza di consenso tra le parti politiche che sostengono l’attuale governo. Le raccomandazioni del Comitato di Valutazione del Reddito di Cittadinanza e dell’Alleanza contro la Povertà dovrebbero essere prese in seria considerazione dal legislatore. Auspichiamo che si possa ancora trovare spazio per almeno rivedere i criteri di accesso e il calcolo dell’importo per non lasciare penalizzate le famiglie numerose e con minori e per ridurre l’aliquota minima effettiva per i beneficiari della misura che inizino un’attività lavorativa.

Valorizzazione del capitale umano e accesso alla conoscenza: La sovraistruzione costituisce una manifestazione del fenomeno di mismatch tra domanda e offerta di lavoro connotata dall’incapacità del mercato del lavoro di assorbire l’offerta di lavoro qualificato che genera un mancato ritorno economico e sociale degli investimenti sostenuti a livello individuale e collettivo. La carenza di posizioni lavorative qualificate e di prospettive di progressione di carriera contraddistinguono purtroppo in modo negativo il nostro sistema produttivo caratterizzato da una peculiare frammentazione e da un forte sottoutilizzo del capitale umano. L’inversione di tendenza e la creazione di posti di lavoro qualificato passa anche per processi di innovazione da incentivare e accompagnare con un supporto pubblico al trasferimento tecnologico alle piccole e medie imprese italiane fortemente limitate nell’accesso alla conoscenza.