Industria mineraria e materie prime: condividere i guadagni in modo più equo, proteggersi dalle insidie

Guterres: «L'estrazione di minerali, metalli e altre materie preziose è cruciale per risorse, ecosistemi e persone e per promuovere la sostenibilità e l'equità»

[26 Maggio 2021]

Intervenendo alla Global Roundtable on Transforming Extractive Industries for Sustainable Development. tavola rotonda globale sulla trasformazione delle industrie estrattive per lo sviluppo sostenibile, il Segretario generale António Guterres ha ricordato che «Le risorse minerali sono una delle grandi doti della Terra. La loro estrazione svolge un ruolo predominante nelle economie di 81 Paesi. Questi Paesi rappresentano un quarto del prodotto interno lordo globale, metà della popolazione mondiale e quasi il 70% delle persone che vivono in condizioni di estrema povertà. Negli ultimi due decenni, dei 72 Paesi del mondo a basso o medio reddito, 63 hanno aumentato la loro dipendenza dalle industrie estrattive. Queste industrie generano grandi quantità di guadagni in valuta estera, investimenti diretti esteri e entrate governative. Hanno il potenziale per guidare la crescita economica e la riduzione della povertà».

Ma Gur terres ha evidenziato che «Tuttavia, non possiamo sfuggire al fatto che le industrie estrattive sono anche potenzialmente associate a una litania di mali: corruzione, sfruttamento, colonialismo e razzismo; degrado ambientale, peggioramento del cambiamento climatico e perdita di biodiversità; conflitti armati, violenza di genere, sfollamento della popolazione, danni culturali e violazioni dei diritti umani. Abbiamo tutti sentito parlare della maledizione delle risorse. La nostra responsabilità condivisa è garantire che i benefici delle risorse minerarie raggiungano tutte le persone nella società, non solo le élite, salvaguardando l’ambiente naturale oggi e per le generazioni future».

Negli ultimi 8 mesi, in preparazione della Global Roundtable on Transforming Extractive Industries for Sustainable Development, le Commissioni economiche regionali dell’Onu hanno organizzato una serie di tavole rotonde su questi temi. Il filo conduttore delle tavole rotonde regionali è stata la necessità che l’industria mineraria e le risorse che produce vengano  gestiti in modo sostenibile, inclusivo ed equo.

Per il capo dell’Onu, «Questo significa tenere conto dei bisogni e dei diritti delle donne, delle popolazioni indigene, delle comunità locali e di altri soggetti interessati che sono influenzati dall’industria ma esclusi dalla progettazione e dai vantaggi delle operazioni estrattive. Per le donne, le popolazioni indigene, le comunità locali e altri stakeholders, le industrie estrattive potrebbero fornire opportunità per una vita migliore, attraverso maggiori e migliori opportunità di lavoro e maggiori investimenti nella comunità locale se concepite in modo da rispettare i loro diritti umani. Per le popolazioni indigene, questo include il diritto all’autodeterminazione e al consenso libero, preventivo e informato. Le imprese guidate da donne possono prosperare anche nella catena di fornitura degli estratti».

Guardando al futuro, Guterres ha evidenziato 4 punti essenziali: «Primo: dobbiamo migliorare la governance delle risorse estrattive attraverso regole più efficaci e la loro applicazione relativa a sostenibilità ambientale, trasparenza, processo decisionale inclusivo, responsabilità, accesso alle informazioni e rispetto e protezione dei diritti umani. E’ essenziale un monitoraggio indipendente, anche da parte degli attori della società civile e delle popolazioni indigene. Lo stesso vale per la due diligence sui diritti umani e l’effective remedy, in linea con l’United Nations Guiding Principles on Business and Human Rights. Altrettanto essenziale è affrontare la corruzione, la cattiva gestione delle entrate e i flussi finanziari illeciti. Il settore può evitare di aggravare le disuguaglianze garantendo un’equa distribuzione dei benefici dello sviluppo delle industrie estrattive, in linea con il diritto allo sviluppo. Ciò è particolarmente importante per quanto riguarda i nuovi minerali e metalli da cui dipende la rivoluzione tecnologica. Secondo: i Paesi devono ridurre la dipendenza dai ricavi delle industrie estrattive. Questo  significa diversificare le economie per ampliare la base delle entrate, aumentare il contenuto di valore aggiunto, adattare i sistemi fiscali alle nuove esigenze e accelerare il lavoro su una transizione giusta per i lavoratori e le comunità dipendenti dalle risorse estrattive. Il settore estrattivo dovrebbe anche integrare i principi dell’economia circolare. Nel complesso, il settore dovrebbe sostenere gli investimenti nei servizi pubblici, negli obiettivi di sviluppo sostenibile e nei diritti umani.  Alcuni dei principali fondi sovrani sono stati uno strumento efficace per sostenere gli investimenti nei servizi pubblici e gli SDG e hanno sostenuto la resilienza e la stabilità finanziaria. Terzo: abbiamo bisogno di maggiori investimenti in un futuro low carbon. Tutti i finanziamenti pubblici e privati ​​nel settore delle estrazioni dovrebbero essere allineati agli obiettivi di sviluppo sostenibile e all’Accordo di Parigi».

Il segretario generale dell’Onu è convinto che «La decarbonizzazione dell’economia globale è inevitabile. I Paesi che rappresentano il 73% delle emissioni di carbonio si sono ora impegnati a raggiungere il net zero entro la metà del secolo. I Paesi e i donatori devono sostenere il rapido dispiegamento delle tecnologie dell’energia rinnovabile e l’eliminazione graduale delle risorse basate sui combustibili fossili. La prima priorità è porre fine all’uso del carbone. Questo significa che non devono essere costruite o finanziate nuove centrali a carbone. E significa una graduale eliminazione dell’utilizzo del carbone entro il 2030 nei paesi OCSE e nel 2040 nel resto del mondo. Per aumentare questi sforzi, le nazioni devono spostare i sussidi dai combustibili fossili alle energie rinnovabili e promuovere il trasferimento tecnologico».

Guterres avverte che questa vera e propria rivoluzione deve tener conto degli impatti sui più poveri ed emarginati della fine dei sussidi e mitigarli: «Abbiamo visto più volte come cambiamenti improvvisi con impatti ingiusti possono far precipitare disordini sociali. E’ fondamentale un sostegno dell’intera architettura del finanziamento allo sviluppo, in modo che i Paesi in via di sviluppo dipendenti dai combustibili fossili possano finanziare una transizione giusta. Esorto le banche multilaterali di sviluppo, le istituzioni finanziarie per lo sviluppo, il Fondo monetario internazionale e altre istituzioni a sostenere in modo decisivo questo processo».

Quarto e ultimo punto, per Guterres «Abbiamo bisogno di un maggiore coordinamento regionale e globale per gestire gli shock e garantire un processo di transizione agevole, giusto e sostenibile. A tale riguardo, le Commissioni economiche regionali delle Nazioni Unite continueranno a svolgere un ruolo importante. Invito anche gli Stati membri e tutti gli stakeholders a partecipare alla creazione del Working Group on Extractive Industries ospitato dalle Nazioni Unite per aiutare a trasformare il settore».

Il capo dell’Onu ha concluso: «La ripresa dal Covid-19 offre un’enorme opportunità per supportare lo sviluppo sostenibile. Abbiamo bisogno di tutti  per affrontare la triplice minaccia dello sconvolgimento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento e per promuovere uno sviluppo equo e inclusivo nel quale nessuno sia lasciato indietro. Il settore estrattivo, che opera in un momento cruciale per risorse, ecosistemi e persone, ha un ruolo essenziale da svolgere nel promuovere la sostenibilità e l’equità».

James Marape, primo ministro di Papua Nuova Guinea, ha ricordato che «I Paesi in via di sviluppo dipendenti dalle industrie estrattive, compresi i piccoli Stati insulari in via di sviluppo, avranno bisogno di un sostegno significativo per garantire che possano permettersi di proteggere i loro ecosistemi naturali e subire questo importante processo di trasformazione».

La vicesegretaria generale dell’Onu, Amina J. Mohammed, si è detta d’accordo con lui e ha ribadito che «I principi dell’economia circolare devono essere integrati in tutto il settore, anche abbassando le barriere commerciali e rimuovendo le politiche protezionistiche per facilitare il trasferimento di tecnologie pulite e rinnovabili. E’ importante sottolineare che saranno necessarie politiche e livelli di supporto diversi caso per caso, anche per coloro che sono pronti a beneficiare della transizione verde e per coloro che dipendono maggiormente dai combustibili fossili. L’inclusione sociale e il dialogo saranno fondamentali, soprattutto con la società civile e le comunità vulnerabili, comprese le donne, i gruppi indigeni e i giovani, nella progettazione, monitoraggio e valutazione dei programmi estrattivi.  Il documento politico del Segretario generale sugli estrattivi e le raccomandazioni ascoltate oggi forniscono una road map per iniziare a trasformare il settore estrattivo in un fattore abilitante per una transizione giusta. Ora, dobbiamo lavorare collettivamente per trasformare la retorica in azione, anche aumentando la collaborazione e il coordinamento a livello locale, regionale e globale su una scala mai vista prima, come suggerito dalla signora Mitrova e altri oratori. Le idee innovative ascoltate oggi a questo proposito, inclusa la creazione di un programma di formazione globale per i governatori locali a sostegno dei programmi di transizione giusta, sono fondamentali. Esorto i Paesi sviluppati a considerare come possono sostenere le economie in via di sviluppo ed emergenti, anche aumentando il sostegno finanziario per i programmi verdi, eliminando i paradisi fiscali e rafforzando la governance e la trasparenza lungo l’intera catena del valore. Sono inoltre necessari sforzi per rafforzare la trasparenza e le misure di buona governance, anche migliorando il coordinamento e lo scambio di informazioni con il supporto collaborativo di iniziative come la Extractive Industries Transparency Initiative (EITI). Raggiungere una transizione giusta e conciliare il nostro obiettivo di garantire un’energia economica, affidabile, sostenibile e moderna per tutti con la nostra responsabilità di proteggere il nostro pianeta, potrebbe essere la sfida più grande che dovremo affrontare nei prossimi decenni».