In Ecuador ci potranno essere referendum contro i progetti minerari

A Cuenca 5 schede per decidere il futuro di sorgenti e fiumi. Una nuova sconfitta per il presidente Lenín Moreno

[25 Settembre 2020]

La Corte Costituzionale dell’Ecuador ha stabilito che le comunità locali e indigene hanno il diritto di votare per consentire o meno che nel loro territorio vengano realizzati progetti minerari di grandi e medie dimensioni. Una  decisione che però si potrà applicare solo ai nuovi progetti minerari e non a quelli già autorizzati.

La sentenza accoglie una petizione della città ecuadoriana di Cuenca che chiedeva di consentire un referendum su un progetto minerario che dovrebbe essere realizzato vicino a importanti sorgenti d’acqua e nei pressi dei fiumi Tomebamba, Machángara, Norcay, Yanuncay e Tarqui.

Cuenca si trova nella provincia di Azuay, ove ci sono vasti giacimenti di oro, argento e rame e dove sono stati presentati grandi progetti minerari, tra i quali il progetto Sharug di SolGold, la miniera di Loma Larga di INV Metals e la miniera di Rio Blanco, di un consorzio di imprese cinesi.

La Corte Costituzionale ha approvato i cinque quesiti proposti dall’Ufficio del sindaco di Cuenca, Pedro Palacios, anche se ha posto alcune per il referendum  cittadino, ad esempio, che i risultati verranno applicati anche se non saranno favorevoli alla tesi del consiglio comunale.

I quesiti approvati chiedono se i cittadini siano d’accordo sul divieto di estrazione di metalli su vasta scala nella zona di ricarica idrica dei fiumi Tomebamba, Machángara, Norcay, Yanuncay e Tarqui. Per ogni fiume ci sarà una scheda da votare.

La delimitazione tecnica alla quale applicare l’eventuale divieto è quella stabilita dalla Empresa de Telecomunicaciones, Agua Potable, Alcantarillado y Saneamiento (Etapa EP). L’inserimento di una mappa delle coordinate delle zone di ricarica idrica è un’altra delle condizioni poste dalla Corte Costituzionale.

Palacios, ha definito un trionfo la decisione della Corte costituzionale: «Siamo orgogliosi di aver raggiunto questo traguardo storico per Cuenca, per le generazioni presenti e future. Per i Cuencani  è stato per così tanti anni un sogno per decidere attraverso una consultazione popolare per  determinare la futura protezione delle nostre fonti d’acqua». Palacios ha detto che la partecipazione al referendum sarà obbligatoria.

Il referendum autorizzato dalla Corte Costituzionale è un brutto colpo per il presidente Lenín Moreno che, rinnegando il suo recente passato di sinistra e convertitosi al neoliberismo, vuole espandere l’industria mineraria dell’Ecuador con il dichiarato obiettivo di attrarre 3,7 miliardi dollari di investimenti da parte delle multinazionali nei prossimi due anni.

Ora bisognerà vedere se il referendum potrà esserci al primo o al secondo turno  delle elezioni generali del febbraio 2021, nelle quali Moreno – al minimo della popolarità e considerato un traditore da indios e sinistra – rischia seriamente di non essere rieletto.