Il World Food Day e le crisi alimentare e climatica globali (VIDEO)

WFP: agire subito per evitare un altro anno di fame record

[14 Ottobre 2022]

In occasione del World Food Day, la Giornata mondiale dell’alimentazione che si celebra il 16 ottobre (ma quest’anno ufficialmente il 14), il World Food Programme (WFP), lancia un nuovo drammatico allarme: «Il mondo rischia di vedere un altro anno con livelli record di fame, con una crisi alimentare globale che spinge sempre più persone a livelli di insicurezza alimentare acuta sempre peggiori». E chiede  «Azioni urgenti per affrontare le cause alla base dell’attuale crisi».

Il WFP sottolinea che «La crisi alimentare globale è una confluenza di crisi concorrenti – causate da shock climatici, conflitti e pressioni economiche – che ha spinto, solo nei primi mesi del 2022, il numero di persone gravemente affamate nel mondo da 282 milioni a 345 milioni». L’agenzia Onu, che è la più grande organizzazione umanitaria del mondo, ha potenziato i suoi obiettivi di assistenza alimentare per raggiungere un record di 153 milioni di persone nel 2022, e a metà anno ha ià fornito assistenza a 111,2 milioni di persone.

Ma il direttore esecutivo del WFP, David Beasley, avverte che «Abbiamo di fronte una crisi alimentare globale senza precedenti e tutti i segnali suggeriscono che non abbiamo ancora visto il peggio. Negli ultimi tre anni i numeri della fame hanno ripetutamente raggiunto nuovi picchi. Vorrei essere chiaro: le cose possono peggiorare e peggioreranno, senza sforzi coordinati e su larga scala per affrontare le cause profonde di questa crisi. Non possiamo avere un altro anno con livelli record di fame»

Il WFP e i sui partner umanitari stanno lavorando per evitare la carestia in 5 paesi: Afghanistan, Etiopia, Somalia, Sud Sudan e anche nello Yemen dove è scaduta e non è stata rinnovata la tregua tra il governo sciita degli Houthi di Sana’a e il governo del sud tenuto in piedi dalla coalizione militare sunnita guidata dall’Arabia saudita .  E il Wfp evidenzia che «Troppo spesso è il conflitto che spinge i più vulnerabili nella morsa di una fame catastrofica, con comunicazioni interrotte, accesso umanitario limitato e comunità sfollate. Il conflitto in Ucraina ha anche perturbato il commercio globale, facendo aumentare i costi di trasporto e i tempi di consegna, lasciando gli agricoltori privi di accesso agli input agricoli di cui hanno bisogno. L’effetto a catena sui raccolti imminenti avrà ripercussioni a livello globale».

Ma l’agenzia Onu sottolinea che si fa ogni giorno più pressante un rischio sul quale da decenni gli scienziati mettono inutilmente in guardia i leader mondiali: «Gli shock climatici stanno aumentando in frequenza e intensità, impedendo alle comunità colpite di riprendersi tra un disastro e l’altro. Una siccità senza precedenti nel Corno d’Africa sta spingendo sempre più persone verso livelli allarmanti di insicurezza alimentare, con proiezioni di carestia in Somalia. Le inondazioni hanno devastato case e terreni agricoli in diversi paesi, in modo particolare in Pakistan. L’azione preventiva deve essere al centro della risposta umanitaria per proteggere i più vulnerabili da questi shock e costituire una parte fondamentale dei lavori alla 27esima Conferenza delle Parti (COP27) il mese prossimo in Egitto».

Intanto avanza la crisi economica  e, dice il WFP, «La capacità di risposta dei governi è limitata dalle proprie difficoltà economiche – deprezzamento della valuta, inflazione, sofferenza del debito – e aumenta anche la minaccia di una recessione globale. Ciò vedrà un numero crescente di persone economicamente impossibilitate ad aver accesso al cibo e che avranno bisogno di sostegno umanitario per soddisfare i bisogni primari».

In questo difficilissimo contesto globale, il piano operativo del WFP per il 2022 è il più ambizioso mai realizzato dall’agenzia: «Dà priorità agli sforzi per evitare che milioni di persone muoiano di fame, lavorando al contempo per stabilizzare – e ove possibile costruire – la resilienza dei sistemi alimentari nazionali e delle catene di approvvigionamento. Nel 2022, fino ad oggi, il WFP ha sestuplicato la sua assistenza in Sri Lanka in risposta alla crisi economica, ha lanciato una risposta di emergenza per le inondazioni in Pakistan e ha ampliato le operazioni a livelli record in Somalia minacciata dalla carestia. In Afghanistan, 2 persone su 5 sono state sostenute dall’assistenza del WFP. Il WFP ha anche lanciato un’operazione di emergenza in Ucraina e ha aperto un nuovo ufficio in Moldavia per sostenere le famiglie in fuga dal conflitto».

Ma aumentano i costi per la fornitura di assistenza e anche i tempi di consegna, per questo il WFP continua a diversificare il suo portfolio fornitori, anche potenziando acquisti locali e regionali: «Finora, nel 2022, il 47% del cibo acquistato dal WFP proviene dai paesi in cui operiamo, per un valore di 1,2 miliardi di dollari. Il WFP ha anche ampliato l’uso dei trasferimenti di contante per fornire assistenza alimentare nel modo più efficiente ed economico a fronte dei costi crescenti. I trasferimenti di denaro rappresentano ora il 35% della nostra assistenza alimentare di emergenza. Il WFP ha ricevuto 655 milioni di dollari in contributi e accordi di fornitura di servizi da istituzioni finanziarie internazionali per sostenere sistemi nazionali di protezione sociale. Sono in corso sforzi di simile natura per espandere partenariati innovativi per finanziamenti in ambito climatico. Il WFP continua a sostenere i governi con servizi nelle catene di approvvigionamento, come l’approvvigionamento e il trasporto di prodotti alimentari per ricostituire le riserve nazionali di grano a sostegno dei programmi nazionali di protezione sociale».

Il WFP conclude ricordando che «Questi sforzi, che forniscono soccorso ad alcune tra tutte le persone in stato di forte vulnerabilità, si inseriscono in un contesto globale difficile, dove il numero di persone gravemente affamate continua ad aumentare e che richiede un’azione globale concertata per pace, stabilità economica e continuo sostegno umanitario per garantire la sicurezza alimentare nel mondo».

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