Il nesso delle risorse e l’European Green Deal

Una migliore comprensione dei legami tra le risorse naturali può aiutare l'Ue a promuovere la sostenibilità

[17 Marzo 2022]

Secondo il nuovo briefing “Resource nexus and the European Green Deal” pubblicato oggi dallEuropean Environment Agency (EEA), «Affrontare i legami tra risorse naturali come cibo, energia, acqua, terra, materiali e servizi ecosistemici è fondamentale per sostenere le ambizioni dell’Europa nel passaggio a un futuro sostenibile» e che «La spinta dell’Europa verso la sostenibilità trarrebbe vantaggio da un approccio più ampio e congiunto all’uso delle risorse vitali che sono alla base del funzionamento dei principali sistemi di produzione e consumo».

Il briefing dell’EEA propone il concetto di “nesso delle risorse” che esamina specificamente le interconnessioni tra le risorse e il ruolo che il nesso può svolgere nel sostenere la coerenza e l’integrazione delle politiche nel contesto dell’European Green Deal. Il concetto di “nesso delle risorse” è stato introdotto nel 2018 nella gestione delle risorse per tenere conto delle interdipendenze chiave tra le risorse e del loro utilizzo. Dal 2011, quando è stato indicato per la prima volta da Hoff, 2011, il concetto ha guadagnato importanza nella comunità di ricerca internazionale e tra le organizzazioni internazionali che operano nell’interfaccia scienza-politica, comer Fao, Unep e IPBES e progetti che si riferiscono al nesso delle risorse sono finanziati da Horizon 2020. Nel 2014, la Fao ha definito definisce il nesso delle risorse come «Un approccio concettuale per comprendere meglio e analizzare sistematicamente le interazioni tra l’ambiente naturale e le attività umane e per lavorare verso una gestione e un uso più coordinati delle risorse naturali tra i settori e livelli».

Mentre le prime applicazioni di questo concetto  si concentravano sull’esplorazione delle interconnessioni tra acqua, energia e cibo, si sono poi estese ad altre risorse naturali come suolo,  materiali, rifiuti ed ecosistemi e ad altre dimensioni come il clima e la salute. L?EEA evidenzia che «L’insieme di queste applicazioni si traduce in una complessa rete di interazioni dirette e indirette, che definiscono il “nesso” tra le risorse. Comprendere questa rete di interazioni fornisce informazioni importanti, poiché un determinato intervento potrebbe avere effetti diversi sulle risorse, positivi o negativi, a seconda del modo in cui interagiscono. Ad esempio, la domanda di cibo può essere soddisfatta attraverso varie pratiche agricole che possono richiedere diversi livelli di terra, energia, acqua e altri input. Lo stesso vale per le richieste di altre risorse».

Il briefing adotta un approccio a sei “nodi”: acqua, energia, cibo, territorio, materiali e servizi ecosistemici e l’EEA è convinta che «L’applicazione del “nesso delle risorse” alle politiche può aiutare a generare informazioni su sinergie e compromessi tra più obiettivi relativi alle risorse». E per dimostrarlo Il briefing utilizza casi di studio riguardanti agricoltura biologica, biocarburanti avanzati e veicoli elettrici.

L’EEA ricorda che «Le risorse naturali sono state sottoposte a una pressione crescente e senza precedenti per decenni a causa dell’aumento della popolazione, dello sviluppo economico e del cambiamento degli stili di vita. Questo a sua volta ha messo sotto pressione i sistemi di supporto vitale della terra attraverso i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e i cambiamenti nella composizione chimica dell’atmosfera. L’uso e la gestione oculati delle nostre risorse naturali, insieme alle strategie di conservazione, sono fondamentali per il quadro politico di sostenibilità ambientale dell’Europa, in particolare attraverso l’European Green Deal».

Dagli anni ’50, la domanda di risorse naturali legataalla crescita della popolazione umana, all’attività economica e al cambiamento degli stili di vita ha raggiunto un livello senza precedenti e questo sta esercitando un’enorme pressione sui sistemi di supporto vitale della Terra attraverso i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, i cambiamenti nella composizione chimica dell’atmosfera, degli oceani e del suolo. L’EEA ricorda che «Le proiezioni suggeriscono che la situazione potrebbe peggiorare notevolmente in futuro, attraverso un possibile raddoppio della domanda globale di materiali entro il 2060».

Come sottolineato già nel 1987 dalla Commissione Brundtland in Our common future «Una gestione saggia delle risorse naturali è fondamentale per garantire che [lo sviluppo sostenibile] soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni». Quindi, «Le risorse naturali richiedono un’attenta gestione, protezione e conservazione in modo che siano disponibili in quantità e qualità sufficienti per sostenere le generazioni future – dice l’EEA – Di conseguenza, le strategie di gestione e conservazione delle risorse naturali sono centrali nel quadro politico europeo di sostenibilità ambientale, che è sempre più plasmato da visioni e obiettivi ambiziosi a lungo termine».

Ma finora le risorse naturali sono state governate in categorie di risorse separate, spesso adottando una prospettiva di filiera che abbraccia gli aspetti di produzione e consumo il briefing evifdenzia che «Questo approccio è stato chiaramente insufficiente per affrontare la natura sistemica delle sfide affrontate e per garantire un’adeguata gestione e protezione».

Invece, il nesso delle risorse può essere applicato come approccio integrato al processo decisionale- Se queste interazioni non vengono prese in considerazione, gli interventi politici riguardanti  una o più risorse naturali possono essere meno efficaci, o addirittura controproducenti, ma con il nuovo approccio si possono mettere in moto sinergie e compromessi tra diverse risorse naturali e tra obiettivi politici, inclusi gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Essere consapevoli di queste interconnessioni è quindi fondamentale per garantire la coerenza delle politiche e per questo motivo, l’Environmental Implementation Review approvata dalla Commissione europea nel 2019 propone di adottare un approccio nexus per «Esaminare le questioni in modo sistematico e in anticipo e sostenere l’integrazione settorialemultilivello».

Infatti, l’European Green Deal afferma esplicitamente che «Mira anche a proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell’Ue e proteggere la salute e il benessere dei cittadini dai rischi e dagli impatti legati all’ambiente» e a «Trasformare l’Ue in una società equa e prospera, con un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva in cui non vi siano emissioni net zero di gas serra nel 2050 e in cui la crescita economica sia disaccoppiata dall’uso delle risorse».

Una visione che viene attuata con una serie di strategie, piani d’azione e leggi che puntano ad  «Accelerare le transizioni multiple in modo coordinato e sistemico». Come il Piano d’azione per l’economia circolare del 2020° che affronta contemporaneamente le sfide ambientali, climatiche e sociali. «Tuttavia – conclude l’EEA – il raggiungimento delle ambizioni profonde e trasformative dell’European Green Deal richiederà probabilmente un’analisi sistematica delle sinergie e dei compromessi per garantire la coerenza delle politiche».