Giacomo Termine: «Al nostro orizzonte abbiamo la sfida di ricostruire e rifondare il PD». Francesco Romizi: «Consegniamo a una minoranza, il 42% del 64% l’Italia». M5S: terremo fede agli impegni presi dai banchi dell’opposizione

Elezioni in Toscana: la notte è più buia subito prima dell’alba

Riceviamo e pubblichiamo

[26 Settembre 2022]

Le elezioni hanno determinato una sonora sconfitta per il PD, peggiore di quella del 2018 visto che in 5 anni il PD ha perso quasi un milione di voti. Chi (come me) ha fatto campagna elettorale lungo la nostra provincia il risultato non è stata una doccia fredda, i segnali erano chiari e oggi assistiamo all’ennesimo risultato negativo nazionale nonostante gli ottimi risultati dei nostri amministratori a livello locale. In tutta la provincia il centro sinistra ha vinto solo a Monterotondo Marittimo.

Nel 2023 ci sarà il congresso del PD ed io sono convinto che sia ormai una necessità. Deve essere stabilità con chiarezza l’identità del PD, la sua linea politica e la sua strategia. Tenteranno di spostare la discussione sui nomi, sugli schemi, sull’importanza di preservare i quadri dirigenti con le solite logiche correntizie e sulle alleanze ma non dobbiamo spostarci dalle questioni di merito. Questo non è più rimandabile.

Nonostante questa legge elettorale imponesse di fare dei patti elettorali/alleanze larghe per non consegnare il paese al fronte del centro destra siamo passati dal campo largo alla riserva indiana.

Con i 5 stelle non si poteva avere un rapporto perché hanno dato l’appiglio per far saltare il governo Draghi. Una rottura irrinunciabile poiché l’agenda Draghi era una priorità del paese, salvo poi tessere una alleanza/patto elettorale con gli anti draghiani di sinistra appartenenti al partito di Fratoianni che si sono sempre opposti al PD e al governo. Su Di Maio bene che non dica nulla, i fatti sono così evidenti che ogni commento risulta superfluo. Il terzo polo ha raggiunto un buon risultato, ci fosse stato un lavoro per mettersi a disposizione di una larga coalizione forse oggi parleremmo di un’altra storia.

Abbiamo assistito ad una campagna elettorale incentrata sulla ricerca del voto utile, generata da una debolezza identitaria del PD che non è riuscito ad accreditarsi ed essere strumento utile per rispondere ai bisogni delle comunità. Essere i “responsabili”, i “migliori”, quelli “logorati dal potere” è un vestito che non può suscitare e spingere una comunità politica.

I nostri candidati si sono spesi con passione ed enorme impegno. Sono fiducioso che Marco Simiani riuscirà ad essere eletto, la sua generosità l’abbiamo vista anche in questa campagna elettorale e insieme sono sicuro che potremo raggiungere importanti obiettivi per la nostra provincia nel prossimo futuro. Enrico Rossi non è riuscito a prevalere ma non posso che esprimere stima per come ha affrontato questa campagna: spendersi con quella intensità e competenza in un collegio complesso come il nostro non era assolutamente scontato, abbiamo visto la qualità dell’uomo e del politico. Purtroppo non ce l’ha fatta anche il bravo sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli.

Una rifondazione del PD passa (e forse soprattutto) anche dalla possibilità di avere dei rappresentanti scelti da noi cittadini o militanti. Le liste fatte dalle segreterie? No grazie, mai più.

Buon lavoro a chi ha vinto. Ritengo che un primo atto di intelligenza possa essere quello di proporre una bicamerale per le riforme di cui necessità questo paese. Il PD su questo tema (a parte in questa campagna elettorale) ha dato sempre in forte contributo di idee.

Buon lavoro a tutti

di Giacomo Termine

Sindaco di Monterotondo Marittimo
Segretario del Partito Democratico della Provincia di Grosseto

 

Italia e Toscana: non ci sono veli a mascherare la sconfitta. Il centrosinistra ha perso. Per responsabilità in primis del Partito democratico. Non voglio dire che il Pd sia l’unico imputabile per la mancanza di accordi politici con le altre forze di centro e di sinistra. Lo sono altrettanto Calenda e Conte. Ma una volta che le alleanze sono abortite, una addirittura dopo una conferenza stampa a reti unificate disattesa nell’arco di 24 ore sui social,  la pretesa dell’autosufficienza, al netto della presenza di Verdi e Sinistra, ha svelato l’inconsistenza della classe dirigente a ogni livello del Pd stesso.

L’autosufficienza è destinata alla sconfitta in virtù dell’attuale sistema elettorale, cosa di un’evidenza talmente assodata da risultare imbarazzante. Per assurdo, e cito un leader politico che non stimo affatto, poteva essere legittima quando nel biennio 2013-2015 c’era il vento in poppa e Renzi poteva tranquillamente dire: proviamoci.

Ma nell’ottobre 2022, quando anche i sassi conoscevano il trend prevalente, abbarbicarsi a una pretesa simile, senza allargare il campo – personalmente preferivo in direzione dei 5 Stelle – è stato semplicemente masochistico. Così, consegniamo a una minoranza, il 42% del 64% l’Italia. Soltanto questo dato sta a dimostrare come la partita fosse assolutamente contendibile.

C’è poi il dato Toscano che è emblematico: qui è profondo rosso, con solo l’area fiorentina a reggere. È un netto segnale di sfiducia nei confronti del Pd. Certo, anche del centrosinistra, ma devo registrare che nell’ambito di questa coalizione, il dato dell’Alleanza Verdi-Sinistra è superiore a quello nazionale.

Ad Arezzo il centrodestra canta vittoria ma ha perso voti: solo due anni fa Ghinelli ne aveva 23.638 e 23.620 rispettivamente al primo e secondo turno. Alla destra andrebbero peraltro ascritti i voti di Fabio Butali che sono altri 1.022. Ebbene, Nisini ha ottenuto 22.340 voti e Petrucci 22.401. Il centrodestra ad Arezzo è nettamente sotto il 50%. Quindi abbiamo un Fratelli d’Italia a livelli notevoli  – complimenti ai veri vincitori di queste elezioni – e un centrodestra più debole, cannibalizzato dalla Meloni. Solo il dato della Lega: da 6.494 del 2020 a 3.487 voti del 25 settembre 2022. Il dato della vicesindaca Lucia Tanti è addirittura sconfortante.

Il partito democratico nel 2020 aveva 11.477 voti e a queste politiche 10.825. In città conferma il suo zoccolo duro di un aretino su 4, seppur in arretramento: è una buona base di partenza. Se verrà curata a dovere con una precisa fisionomia, senza ambiguità foriere di ulteriore astensionismo. E ora che fare? Il poeta Robert Frost ha scritto: “divergevano due strade”. In vista ovviamente delle prossime amministrative. Da una parte abbiamo un Movimento 5 Stelle che da 1.768 voti del 2020 passa a 4.416. Dall’altra abbiamo un’area di opinione di centro che si conferma oramai su uno standard di 4.500 voti circa: poco sopra Donati nel 2020, poco sotto i candidati della premiata ditta Renzi/Calenda. A proposito: quanto dureranno assieme queste due inconsistenti e melliflue primedonne?”.

di Francesco Romizi

Consigliere comunale Arezzo 2020 per cambiare a sinistra

M5S terzo anche in Toscana, terremo fede agli impegni presi dai banchi dell’opposizione

Siamo il terzo partito anche in Toscana e siamo pronti a mantenere fede agli impegni presi in campagna elettorale dai banchi dell’opposizione”: così la nota del Movimento5Stelle Toscana all’indomani del voto per le elezioni politiche. Il Movimento si è attestato su una media superiore all’11% sia alla Camera che al Senato con alcuni risultati particolarmente positivi come a Livorno 14,90% e Massa-Carrara 12,04%. Abbiamo compiuto una grande rimonta contro ogni pronostico: i cittadini hanno riconosciuto tutta la forza delle nostre proposte.

E’ il risultato di una campagna elettorale fatta in mezzo alle persone che ci ha permesso di intercettare i bisogni veri delle persone. Un obiettivo che abbiamo raggiunto grazie al contributo dei nostri attivisti e ai gruppi locali ai quali va il nostro più sentito ringraziamento.

In attesa di conoscere quanti e quali saranno i candidati eletti, i 5 stelle annunciano: “La nostra sarà un’opposizione intransigente. Saremo l’avamposto per l’agenda progressista contro le disuguaglianze, a protezione delle famiglie e delle imprese in difficoltà, a difesa dei diritti e dei valori della nostra Costituzione.

Lavoreremo come sempre abbiamo fatto per portare avanti il nostro programma dai banchi dell’opposizione, per difendere reddito cittadinanza, portare avanti il salario minimo, lottare contro le disuguaglianze. Abbiamo già dimostrato di saper fare l’opposizione e siamo pronti a farla di nuovo.

Movimento 5 Stelle Toscana