Il primo Atlante sulla pesca a strascico nelle aree protette del Mediterraneo. Mappate oltre 350 aree

Nelle aree marine protette del Mediterraneo continua la pesca a strascico

Med Sea Alliance: «Serve maggiore trasparenza per fermare la pesca illegale nel Mediterraneo»

[4 Novembre 2022]

In vista della sessione annuale della General Fisheries Commission for the Mediterranean (GFCM/CGPM) che si terrà a Tirana dal 7 al 11 novembre, la Med Sea Alliance (MSA) – una coalizione composta da Akdeniz Koruma Derneği, Archipelagos, ClientEarth, Ecologista en Acción, Environmental Justice Foundation (EJF), FishAct, Fundació ENT, Global Fishing Watch, Marilles Foundation, MedReAct, Oceana, Save the Med Foundation, Seas At Risk e The Nature Conservancy – ha pubblicato il nuovo MSA on-line ATLAS  che mostra oltre 350 aree del Mediterraneo permanentemente chiuse alla pesca a strascico, mappate da MedReAct e utilizza dati, algoritmi e modelli sviluppati da Global Fishing Watch per valutare eventuali violazioni. Aniol Esteban, dello Steering Committee della Med Sea Alliance, sottolinea che «La pesca illegale nelle aree protette mina le misure di gestione nazionale e regionale degli stock ittici, minaccia i mezzi di sostentamento dei pescatori che seguono le regole e danneggia gli sforzi di conservazione dell’ambiente marino».

L’MSA evidenzia che «E’ la prima volta che è stato possibile mappare le infrazioni presunte e confermate su tale scala, in tutti i tipi di aree permanentemente chiuse alla pesca a strascico nel Mar Mediterraneo. Nel periodo gennaio 2020 – dicembre 2021, l’Atlante ha documentato su dati di Global Fishing Watch, presunta attività di pesca a strascico in 35 aree protette del Mediterraneo, da parte di presumibilmente 305 pescherecci, per un totale di 9.518 giorni di pesca presunta».  Inoltre, basandosi su una ricerca condotta da MedReAct su dati riportati dai media e dalle autorità di controllo nazionali di Italia, Francia, Spagna, Turchia, Egitto, Tunisia, Algeria e Marocco, l’Atlante censisce circa 170 casi di infrazioni confermate tra gennaio 2018 e dicembre 2020 in Italia, Turchia, Francia, Algeria e Marocco.

Le infrazioni presunte sono casi (periodo gennaio 2020 – dicembre 2021) compilati dall’analisi dei dati AIS (Automatic Identification System) di Global Fishing Watch, utilizzati per identificare l’apparente attività di pesca dei pescherecci a strascico all’interno di aree in cui la pesca a strascico è permanentemente vietata. Le infrazioni confermate sono casi di infrazioni segnalate dai media (periodo gennaio 2018 – dicembre 2020) e da autorità di controllo nazionali (periodo gennaio 2018 – giugno 2021).

Le infrazioni confermate includono i casi riportati dai media di Italia, Francia, Turchia, Algeria e Marocco, tra gennaio 2018 e dicembre 2020 e i casi forniti dalle Guardia Costiera italiana rilevati tra o gennaio 2018 – giugno 2021.  L’Italia è stato l’unico Paese europeo ad aver fornito dati chiari dati e che tra gennaio 2018 e giugno 2021 ha registrato 85 infrazioni sanzionate, di cui 80 nelle zone di restrizione alla pesca istituite dalla CGPM e 5 nelle Aree marine protette. Per quanto riguarda invece le infrazioni presunte in 178 aree italiane chiuse alla pesca a strascico, l’analisi dell’Atlas evidenzia «Possibili attività di pesca illegale in 14 aree protette da parte di presumibilmente 114 pescherecci dal 2020 al 2021». L’analisi delle presunte infrazioni condotta da Global Fishing Watch si basa sui dati del Sistema di Identificazione Automatica (AIS) utilizzato per la sicurezza in mare, incrociati con il Registro della Flotta dell’Ue e con altre serie di dati pertinenti, per dedurre il comportamento dei pescherecci potenzialmente dediti alla pesca a strascico all’interno delle zone vietate. Mentre l’AIS è obbligatorio per tutti i pescherecci battenti bandiera di uno Stato dell’Ue di lunghezza superiore a 15 metri, nel Mediterraneo non europeo l’AIS non è richiesto dalla maggior parte degli Stati. Per questo motivo la maggior parte delle presunte infrazioni è stata riscontrata da parte delle flotte Ue.

Quando un peschereccio è stato registrato come apparentemente in attività di pesca dall’algoritmo di rilevamento di Global Fishing Watch all’interno di aree chiuse alla pesca a strascico, è stata registrata una presunta infrazione. Questo algoritmo rappresenta il miglior sforzo matematico per identificare “l’attività di pesca apparente”. Di conseguenza, è possibile che alcune attività di pesca non vengano identificate come tali da Global Fishing Watch; viceversa, Global Fishing Watch può mostrare un’attività di pesca apparente quando in realtà la pesca non è in corso.

Il VMS è sistema di monitoraggio dei pescherecci utilizzato per monitorare, controllare e censire le attività di pesca. Si tratta di un sistema satellitare che fornisce dati come posizione, velocità, rotta e altre attività dei pescherecci a intervalli regolari. I dati sono gestiti dalle autorità di pesca.

Secondo Tony Long, CEO di Global Fishing Watch, «L’analisi presentata nell’Atlante sulle presunte infrazioni rappresenta la punta dell’iceberg, poiché si basa solo sui dati AIS che non tutti i pescherecci utilizzano in modo costante. Anche se non è possibile tracciare le imbarcazioni che deliberatamente spengono il loro AIS quando entrano in una zona chiusa, o che magari non lo usano mai, l’Atlante e l’indagine a esso associata mettono in luce che il problema esiste ed è serio».

La Med Sea Alliance  ricorda che «Oggi il 75% degli stock ittici del Mediterraneo è soggetto a sovrasfruttamento. Combattere le pratiche di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (pesca INN), nel Mediterraneo non è solo essenziale per recuperare gli stock ittici, ma anche per proteggere la sua biodiversità unica e le comunità che da generazioni dipendono dalle sue risorse marine. Le aree marine protette, le zone di restrizione della pesca, le zone di tutela biologica e i siti Natura 2000, sono un prerequisito per il recupero e la protezione del Mar Mediterraneo. L’evidenza di casi presunti o confermati di pesca a strascico nelle aree protette suggerisce che la pesca INN ne sta minando la sostenibilità, in un momento in cui altri fattori di stress come la pesca eccessiva, il cambiamento climatico e l’inquinamento stanno già avendo un impatto sulle popolazioni ittiche».

Per questo le organizzazioni della Med Sea Alliance chiedono ai governi di «Proteggere efficacemente le aree chiuse dalla pesca a strascico attraverso la piena applicazione delle norme e una maggiore trasparenza. Nei casi in cui le analisi dell’Atlante indicano possibili violazioni, le autorità dovrebbero indagare e applicare sanzioni dissuasive qualora la violazione fosse confermata». E, in occasione della 45esim riunione della GFCM/CGPM, la coalizione MSA chiede all’Unione europea e alle Parti contraenti di: «Indagare sulle potenziali violazioni, prendere provvedimenti e fornire informazioni pubbliche sui casi confermati. Mettere in atto un sistema di monitoraggio efficace tracciando tutti i pescherecci con il sistema Vessel Monitoring System (VMS). Inoltre, la CGPM dovrebbe imporre l’obbligo dell’AIS per tutti i pescherecci di lunghezza superiore a 15 metri».