Insetti, sottoprodotti avicoli e microalghe per alimentare in modo sostenibile orate, spigole e trote di allevamento

I mangimi di nuova generazione del progetto Italiano SUSHIN: benessere animale, qualità e sicurezza alimentare del prodotto finale

[17 Dicembre 2021]

L’acquacoltura è l’allevamento di pesci, molluschi, crostacei e alghe è una forma di produzione agricola in acque dolci o salate che sopperisce sempre di più al forte bisogno di prodotti ittici per l’alimentazione umana e, mentre calano gli stock di pesci selvatici, è in continuo aumento in tutto il mondo. Secondo l’ultimo rapporto Fao, dal 1961 al 2017, nel mondo il consumo pro capite annuale di prodotti ittici è passato da 9,0 kg (peso vivo) a 20,3 kg, con un incremento medio annuo dell’1,5% a fronte dell’1,1% registrato nello stesso periodo per altre tipologie di carne. Nel 2018 sono stati prodotti globalmente circa 179 milioni di tonnellate tra pesci molluschi e crostacei, il 46% dei quali proviene dall’acquacoltura.

Giulia Secci, ricercatrice del del Dipartimento di scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (DAGRI) dell’Università di Firenze ricorda che «Molto è stato detto e scritto in merito a quest’attività, sul suo impatto sugli oceani, sulle condizioni di benessere degli animali, sulla qualità del prodotto ittico che ne deriva. Problemi inevasi? No, perché la ricerca da anni è al servizio dell’acquacoltura per trovare soluzioni alternative sostenibili».

Infatti, l’evento conclusivo di SUstainable fiSH feeds INnovative ingredients (SUSHIN), tenutosi all’Accademia dei Georgofili a Firenze, ha presentato i risultati “from farm to fork” di un progetto il cui obiettivo è stato «La ricerca di nuovi ingredienti da utilizzare nei mangimi di nuova generazione per migliorare l’alimentazione dei pesci da acquacoltura con l’introduzione di diete innovative». Obiettivo centrato, visto che , i ricercatori del DAGRI, insieme ai loro colleghi dell’università di Udine, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, Ispra, Fondazione E. Mach, CREA e università oolitecnica delle Marche, assicurano che «Il pesce d’allevamento sarà sempre di più un prodotto garantito sulle nostre tavole» e, dati alla mano, dimostrano i grandi passi avanti fatti sotto il profilo della sostenibilità economica e ambientale per le principali specie ittiche – spigola, orata e trota – provenienti da acquacoltura in Italia.

Lo staff di SUSHIN riassume: «Spazio dunque alle farine di insetto (mosca soldato nera) a quelle avicole (pollo e tacchino) e di gambero rosso della Louisiana fino alle biomasse essiccate di microalghe e cianobatteri, con cui sono stati formulati e confrontati 23 nuovi prototipi di mangimi in 11 prove di alimentazione (per una durata complessiva di 860 giorni) e più di 50.000 analisi effettuate».

Il coordinatore di SUSHIN, Emilio Tibaldi dell’università di Udine, conclude: «Siamo estremamente soddisfatti di essere riusciti a proporre un nuovo prototipo di dieta per le specie ittiche maggiormente allevate nel nostro paese, a basso contenuto di farina di pesce e dove le farine di insetto e avicole rappresentano i complementi ideali delle proteine vegetali per assicurare una migliore performance zooeconomica ed ambientale, senza compromissione del benessere e della qualità dei pesci allevati”. Così, che prosegue: “Anche se non è stato tutto rose e fiori, alcuni di questi ingredienti hanno dimostrato dei limiti, alcuni altri sono risultati interessanti solo come ingredienti “funzionali”, SUSHIN dimostra come sia possibile agire per rendere l’acquacoltura una pratica ancor più sostenibile e responsabile. SUSHIN ha generato nuove informazioni sul valore nutritivo, sulla sicurezza alimentare e sull’impronta ambientale di ingredienti proteici innovativi coerenti ai principi di bioeconomia circolare».