Gli albatros sentinelle rivelano quanto è estesa la pesca illegale: il 30% nell’Oceano Australe

Albatros, squali e tartarughe marine potrebbero integrare la sorveglianza satellitare degli oceani

[29 Gennaio 2020]

Nel mondo la sopravvivenza di più di 800 milioni di persone dipende dalla pesca, ma le risorse ittiche sono sempre più minacciate dalle attività illegali. Attualmente la pesca Illegal, unreported and unregulated (Iuu – illegale, non dichiarata e non regolamentata) rappresenta dal 12 al 28% delle catture globali e, oltre a essere una minaccia per la sicurezza alimentare, contribuisce alla distruzione di preziosi ecosistemi.

Ora, grazie al progetto “Ocean Sentinel”, 169 albatros delle isole Crozet, Kerguelen e Amsterdam sono stati equipaggiati di piccoli trasmettitori GPS da un team di ricercatori francesi del CNRS e dall’amministrazione delle Terres australes et antarctiques françaises (TAAF), che gestisce la Réserve naturelle des Terres australes françaises in cui nidificano. E’ così che si è potuta fare una prima stima del numero dei pescherecci che operano nell’Oceano Australe senza sistema di identificazione.

Secondo lo studio “Ocean sentinel albatrosses locate illegal vessels and provide the first estimate of the extent of non-declared fishing”, pubblicato su PNAS da un team di scienziati del En effet, Centre d’études biologiques de Chizé (CNRS/La Rochelle Université), della School of Environmental Sciences dell’università di Liverpool e di Sextant Technology – New Zealand, «Più di un terzo delle imbarcazioni incontrate dagli uccelli nelle acque internazionali non erano dichiarati»

Come spiegano al CNRS, «Gli albatros, “vastes oiseaux de mer”, non ispirano solo i poeti» e si sono basati su questi “indolents compagnons de voyage”, per identificare i pescherecci privi di Automatic Identification System (AIS) nell’estremo sud dell’Oceano Indiano.

I ricercatori francesi sottolineano che «Questi uccelli presentano due caratteristiche molto interessanti per la nostra missione: coprono vaste distanze in volo e sono particolarmente attratti dai pescherecci. Dei buoni candidati per il programma Ocean Sentinel».

I 179 albatros spia hanno controllato per 6 mesi – come droni naturali e senza il costo astronomico dei droni spia – oltre 47 milioni di km2 di Oceano Australe, fornendo la prima stima della quota di pescherecci non dichiarati in questa remota regione marina. Tra i pescherecci che operavano nelle Zone economiche esclusive (ZEE), dove le navi devono dichiarare quel che pescano ai Paesi che le gestiscono, il 25,8% aveva tenuto spento il sistema. Nelle acque internazionali gli albatros hanno scoperto che ben il 36,9% delle navi preseti teneva spento l’AIS.

I dispositivi di Ocean Sentinel applicati sugli albatros si basano sul sistema Argos, un GPS e un detector di radar miniaturizzato unico al mondo. «Perché – spiegano ancora al CNRS – anche se i pescatori illegali non sono equipaggiati di AIS, hanno bisogno di un radar per navigare. Quando un albatros si avvicina a una nave, il suo dispositivo individua il segnale radar emesso e indica direttamente la sua posizione agli scienziati. Se non corrisponde a quella di una nave identificata dall’’AIS in una Zona economica, l’imbarcazione è probabilmente coinvolta in un’attività illegale».

Sviluppata nell’ambito di un programma europeo ERC Proof of Concept, con il sostegno all’Institut polaire français Paul-Emile Victor, Ocean Sentinel «Incoraggia lo sviluppo dell’innovazione rendendo possibile la raccolta di dati per la conservazione indipendenti grazie agli animali». Le tecnologie di Ocean Sentinel vengono già testate in Nuova Zelanda e alle Hawaii e potrebbero in seguito essere adattate ad altre specie marine come gli squali o le tartarughe marine.

Secondo Henri Weimerskirch del Centre d’Etudes Biologiques de Chizé, principale autore dello studio e coordinatore di “Ocean Sentinel”, il progetto con gli albatros è stato un grande successo e potrebbe integrare la sorveglianza satellitare: «Abbiamo dimostrato che è possibile. Questi uccelli sono stati in grado di trasmettere dei dati in tempo reale, potrebbero essere anche utilizzati nel quadro degli sforzi di applicazione della legge in collaborazione con le autorità marittime».