Stop a 19 opere inutili che rallentano la transizione ecologica

Youth Climate Meeting 2023: non sperperiamo risorse. L’Italia deve imboccare la strada della decarbonizzazione senza più esitazioni

[29 Maggio 2023]

Dal 25 al 28 maggio oltre 300 giovani provenienti da tutta Italia si sono dati appuntamento a Paestum (SA) per partecipare alla V edizione dello Youth Climate Meeting 2023, l’annuale assemblea dei giovani di Legambiente che ha avuto come filo conduttore l’attivismo ambientale, sociale e per la pace raccontato attraverso dibattiti, incontri e confronti. Lo Youth Climate Meeting ha, infatti, visto anche la partecipazione dei principali movimenti per il clima –  Fridays For Future, Ultima generazione, Per il Clima Fuori dal Fossile – ma anche rappresentati del mondo politico istituzionale come Michele Di Palma (Segretario Generale FIOM CGIL), Rossella Muroni (Nuove Rigenerazioni), Davide Sabbadin (European Environmental Bureau), Davide Dioguardi (Fridays For Future), Valerio Renzoni (Wwf Young), Mariano Di Palma (Libera), i rappresentanti delle associazioni universitarie, Antonio Prestera (REDS); Tommaso Martelli (UDS) e Margherita Esposito (UDU); Hajar Drissi (ActionAid); Angelica Romano (Un Ponte Per); Daniele Taurini (Rete Pace e Disarmo); Abdallah Maraka (International Palestinian Youth League).

In occasione della giornata finale dello Youth Climate Meeting 2023, oltre 350 attiviste e attivisti di Legambiente, hanno dispiegato sulla spiaggia dell’Oasi dunale di Paestum, in provincia di Salerno, uno striscione di 300 metri quadrati con scritto “Stop alle opere inutili e  il Cigno Verde ha indicato le 19 grandi opere inutili che in Italia rallentano la transizione ecologica con ingente sperpero di risorse economiche:  Ponte Sullo Stretto di Messina; Tav Torino – Lione; Aeroporto di Peretola in Toscana; Impianto di Cattura e Stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS) di Ravenna; Inceneritore di Roma; Gasdotto Dorsale Adriatica: dalla Puglia (Massafra) all’Emilia-Romagna (Minerbio); Rigassificatori fissi di Porto Empedocle e Gioia Tauro o galleggiante di Portovesme; Attività di ricerca ed estrazione di petrolio e gas in Val D’Agri in Basilicata; Impianto Panigaglia, La Spezia. Progetto di small scale e truck loading; Investimenti sull’idrogeno per i trasporti stradali e ferroviari; Pedemontana lombarda; Autostrada Cremona-Mantova; Superstrada Vigevano-Malpensa; Cispadana e Bretella Campogalliano – Sassuolo; Passante stradale Nodino di Perugia; Collegamento stradale veloce tra l’autostrada A2 del Mediterraneo e la variante statale n. 18 ad Agropoli; Nuovi impianti di risalita sull’appennino nel cratere del sisma nelle Marche; Nuova pista da bob a Cortina; La vasca di colmata nel porto di Brindisi.

Il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, ha sottolineato che «Il Paese è di fronte ad un bivio tra una dannosa conservazione del modello produttivo ed energetico e un auspicabile cambio di rotta fondato sull’innovazione e non può sbagliare strada  L’intensificazione degli eventi climatici estremi ci impone di velocizzare la transizione ecologica, ma sono ancora troppi i progetti che rischiano di rallentare la riconversione ambientale dell’economia italiana. Il Paese ha bisogno di impianti, opere e infrastrutture che vanno nella direzione della decarbonizzazione e che meritano di essere replicati in tutte le regioni, come quelli che stiamo visitando con la nostra nuova campagna itinerante sui cantieri della transizione ecologica, che ha già fatto tappa nella fabbrica di pannelli fotovoltaici di Catania e nell’impianto di produzione di biometano da reflui zootecnici di Schiavon (VI). Rinunciare alle inutili costose grandi opere è necessario anche per recuperare le risorse economiche per la tutela e la sicurezza del territorio e per la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico».

Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania. Ha concluso: «Anche in Campania è altissimo il rischio di spreco delle risorse pubbliche  – dirottate su opere inutili che rallentano la transizione ecologica con un approccio completamente sbagliato. La Regione ha individuato come progetto strategico di particolare rilevanza per i campani la costruzione di una strada veloce da Eboli ad Agropoli. Il progetto, a cura dell’ANAS, sottoposto al dibattito pubblico prevede la realizzazione di una strada a scorrimento veloce come variante della SS18 tra Agropoli e l’autostrada A2 del Mediterraneo – Eboli, dallo svincolo di Agropoli, attraversando i territori limitrofi. Un costo stimato tra 1,5 e 2 miliardi di euro. Lo scopo sarebbe di velocizzare e decongestionare la SS18 servendo le località balneari del Cilento, migliorando la viabilità locale interessata e mediante nuovi svincoli l’accessibilità all’area archeologica e paesaggistica di Paestum, Velia e della Certosa di Padula. In Campania riteniamo che di priorità ce ne siano ben altre, come ad esempio la messa in sicurezza delle scuole ed degli edifici pubblici, l’adeguamento e potenziamento del sistema ospedaliero pubblico (strutture e apparecchiature), il completamento delle infrastrutture idriche (acquedotti colabrodo, reti fognarie e depuratori mancanti), il potenziamento del trasporto pubblico su ferro (treni, metro, tram) anche a servizio delle aree in questione, la realizzazione degli impianti (in primis quelli per il trattamento della frazione organica) per incrementare la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti urbani».