Spiagge libere: a Roma e Sperlonga sono meno del 50%

Legambiente: «Rispettare la legge sul Litorale Laziale. Abbattiamo il lungomuro di Ostia»

[3 Agosto 2015]

A giugno la Regione Lazio ha approvato la legge sull’utilizzazione del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative. Secondo la nuova norma ogni Comune dovrà riservare a spiaggia pubblica o pubblica attrezzata almeno il 50% dell’arenile di propria competenza. La Regione dovrà predisporre il Piano Regionale Utilizzazione Arenili (Pua), previsto dal 1993 ma mai approvato. Inoltre, non sarà più possibile rinnovare automaticamente le concessioni demaniali marittime che dovranno, anzi, essere assegnate tramite procedura pubblica.

Per questo Legambiente ha scattato  una fotografia della situazione delle coste laziali e del loro demanio marittimo e, secondo quanto emerso dallo studio, 2 Comuni che non rispettano l’obbligo di mantenere almeno il 50% di litorale libero: «Roma con solo il 45% di litorale libero e oltre 610 metri da liberare per rispettare il requisito minimo, e Sperlonga con il 49%>.

Secondo il presidente di Legambiente  Vittorio Cogliati Dezza, «Al mare di Roma servono regole nuove e certe anche per rispondere all’aggressione della criminalità sul litorale, stuzzicata anche dagli appetiti nelle concessioni La recente delibera regionale pone le basi per invertire una rotta compromessa da troppi anni in cui i diritti dei cittadini, sulla fruibilità di un bene comune come la spiaggia a Ostia, sono stati completamente calpestati. Ora la Regione si faccia garante, non solo del rispetto della legge appena approvata predisponendo controlli e sanzionando chi si ostina a negare il mare ai cittadini, ma anche premiando, nel rilascio delle concessioni demaniali, chi decide di promuovere un turismo sostenibile, attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, pratiche di tutela degli ecosistemi marini e costieri».

Roberto Scacchi, Presidente di Legambiente Lazio, ha sottolineato che «Le zone costiere ricoprono un ruolo fondamentale e strategico per lo sviluppo sostenibile del territorio; dopo la nuova e buona legge Regionale serve un adeguamento nel comune di Roma in particolare, dove almeno 610 metri devono tornare spiaggia libera poi, attraverso la redazione e attuazione dei PUA regionale e comunali, si devono prevedere interruzioni rispetto alla contiguità  degli stabilimenti, con meccanismi come l’obbligo per i concessionari a mantenere una porzione di almeno il 20% a spiaggia libera rispetto alla propria concessione; un buon modo questo anche per garantire l’accesso libero alle spiagge romane come su tutto il litorale laziale. In tal senso chiediamo che si prevedano nel Pua di Roma e di tutti i comuni, misure che aumentino le spiagge libere anche oltre la quota d’obbligo minimo di legge. Ad Ostia in particolare bisogna mantenere la barra dritta sul ripristino della legalità come precondizione indispensabile e fondamentale, e dopo l’impegno nell’apertura dei varchi, chiediamo all’amministrazione comunale, senza alcuna condizione relativa a prolungamenti di anni nelle concessioni di abbattere il Lungomuro».

Ecco le proposte di Legambiente Lazio:

rispettare gli obblighi di legge che ora impongono spiagge libere e libere attrezzate per almeno metà del territorio di ogni comune.

Redazione di Pua che facciano propria la nuova normativa e siano ancor più stringenti sul totale di concessioni possibili.

Che i nuovi Pua obblighino i concessori a mantenere libera almeno il 20% della spiaggia in concessione.

Che i Pua prevedano l’obbligo di lasciare all’interno dei centri abitati costieri almeno il 20% di spiaggia libera.

La procedura pubblica di assegnazione delle concessioni preveda delle premialità per chi fa interventi di sostenibilità (uso delle rinnovabili, risparmio energetico e idrico …).

Che i Pua siano obblighino alla presenza di intervalli tra una concessione e l’altra.

A Ostia attuare e garantire il dettato della legge regionale 8 e conseguentemente liberare almeno 610,5 metri dalle concessioni già in essere.

Che il Pua di Roma torni a prevedere che su almeno la metà della costa sia aperta la visuale sul mare come già prevedeva il vecchio Pua mai attuato.

Dopo l’apertura dei varchi, un piccolo passo in avanti, a Ostia chiediamo che venga abbattuto il Lungomuro e restituito il mare ai romani