Ragusa, continua la querelle sul parcheggio abusivo ai Canalotti

Legambiente presenta un esposto in Procura, il sindaco ironizza. Gli ambientalisti: «Lascia esterrefatti come tutto ciò sia stato possibile»

[30 Agosto 2021]

A Ragusa continua la disputa sul parcheggio abusivo realizzato in un’area inedificabile a 150 metri dal mare e nei giorni scorsi Legambiente Sicilia aveva annunciato di seguira con attenzione «La preoccupante pluralità di azioni poste in essere dentro i 150 metri dalla costa sui Canalotti (zona ad alta densità di costruzioni abusive) che rischiano di trasformare una delle più belle e suggestive zone della Sicilia, in un luogo privato di fatto della spiaggia di Randello (2 km di litorale sabbioso con un sistema dunale di grande pregio che fa parte del Sito di Interesse Comunitario Punta Braccetto Contrada Cammarana)».

Il Cigno Verde ha presentato un esposto al Sindaco di Ragusa ed all’Autorità Giudiziaria «in relazione ai lavori per la realizzazione di un’area di sosta privata all’interno dell’area vincolata. Nell’esposto viene evidenziata la sequenza costante di illegittimità formali e sostanziali oltre l’inerzia nelle verifiche, che hanno prodotto una situazione di palese illegittimità ed oggettivamente favorito la realizzazione di una opera i cui i lavori non sarebbero mai dovuti iniziare».

Legambiente spiega che «Il Permesso di Costruzione per l’opera in oggetto è stato prima rilasciato il 2 luglio 2021 dall’Amministrazione Comunale di Ragusa, con l’omissione della valutazione di incidenza ambientale (VINCA) che ha ovviamente procurato l’elusione dell’accertamento preventivo sulle interferenze con il Sito natura 2000 correlato, così come previsto dalle norme in vigore. Successivamente il 5 agosto 2021 a seguito delle crescenti critiche sulla legittimità dell’opera, il PdC viene sospeso in autotutela, dal Dirigente del settore III del Comune di Ragusa». A questo proposito, nell’esposto, si ricorda che «I permessi di costruire, rilasciati in siti natura 2000, in assenza di VINCA, non possono essere sanati ex post (Consiglio di Stato sez. II, 28 maggio 2021 n. 4135), per cui il Comune di Ragusa, in nessun caso , avrebbe potuto, ne potrà esaminare la Valutazione di Incidenza e giungere ad un esito positivo tale da revocare la sospensione dell’efficacia del PdC rilasciato illegittimamente».

Gli ambientalisti hanno anche segnalato che «L’area del parcheggio è subordinata ad esproprio per pubblica utilità con natura espropriativa, stante che la zonizzazione in questione e le relative NTA inibiscono al proprietario qualsiasi sua iniziativa edificatoria ed imprenditoriale, e comunque qualsiasi iniziativa che non sia connessa alla realizzazione di “attrezzature pubbliche di interesse generale” in virtù dell’art. 4 della LR 16 del 2016» e che «difformemente da quanto disposto dall’Amministrazione Comunale e dalle condizioni imposte dalla Soprintendenza ai BB AA CC di Ragusa, sono state realizzate opere non previste e vietate espressamente all’interno della zona vincolata, quale la costruzione di una ampia pedana di cemento sulla quale è stata collocata una struttura con pareti in metallo con un casotto (probabilmente per la guardiania) all’interno dell’area destinata a parcheggio, e goffamente dissimulato con un incannucciato».

Legambiente evidenzia anche «Sltre evidenti anomalie che hanno caratterizzato la vicenda amministrativa in oggetto, che unitamente a quelle sopra evidenziate fanno emergere un quadro preoccupante di illegittimità».

Nell’esposto, si fa «richiesta urgente all’Amministrazione Comunale di Ragusa, al responsabile del procedimento ed al Dirigente del Settore Urbanistica ed Edilizia Privata di volere, senza ulteriore indugio, annullare in autotutela ai sensi dell’art.21 novies L. 241/90 e ss. mm., il PdC rilasciato, accertando le opere eseguite in totale difformità alle prescrizione dell’organo di tutela paesaggistica. Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, si richiede di perseguire i reati consumati, sia quelli contro la Pubblica Amministrazione previsti dagli artt.323 e segg C.P., per la omissione nell’adozione di tempestivi provvedimenti di cautela ed in quanto non poteva rilasciarsi il PdC senza la VINCA né prevedere la semplice sospensione di esso, sia quelli edilizi commessi dalla proprietà anche in riferimento alle ipotesi criminose previste dal Titolo VI bis del C.P. (reati ambientali), versando il sito di interesse in area limitrofa a siti di Natura 2000, con l’immediata adozione di mezzi cautelari di tutela e condanna alla ridutio in pristino dello stato dei luoghi».

Dopo un lungo silenzio sulla vicenda a Legambiente ha risposto nuovamente in pochi giorni il sindaco di Ragusa Peppe Cassì (Lista civica di destra): «Nel nuovo comunicato di Legambiente trova conferma che l’esposto alla Procura contro il Comune era superato dagli eventi. Il dirigente ha ammesso l’errore dell’ufficio ed alle prime segnalazioni ha prima sospeso e poi annullato il p.d.c. con ordine di ripristino dei luoghi. Mai parlato di “nobile gesto”: un annullamento di un atto in autotutela non lo è mai. Trova però anche conferma che “la difesa di un sito protetto e il ripristino della legalità in un’area di grande pregio”, che sono alla base della nobile azione di Legambiente, ha riguardato il nuovo (illegittimo) parcheggio a ridosso della scogliera più che la scogliera stessa, dove “tantissimi cittadini che frequentavano quei luoghi da anni”, erano soliti parcheggiare disordinatamente ed in spregio a qualsiasi regola di sicurezza e di tutela dell’ambiente, mentre ora “hanno dovuto scegliere spiagge del litorale più affollate”. Legambiente pretende serietà, ed ha ragione. Questo ambientalismo a corrente alternata dovrà prima o poi trovare una giustificazione seria, continuare a svicolare sul tema non le giova e non giova alla comunità dei cui diritti di tutela dell’ambiente essa è paladina».

Legambiente Ragusa Circolo il Carrubo aveva fatto notare che «ll Sindaco di Ragusa interviene finalmente sulla questione del parcheggio dei Canalotti. Prendiamo atto quindi che il procedimento per l’avvio della Valutazione di incidenza Ambientale si è concluso già l’11 agosto u.s, quando il Dirigente del settore 3 ha annullato in autotutela il permesso di costruire da lui rilasciato il 2 luglio e sempre da lui inopportunamente sospeso il 5 agosto 2021. Notiamo che per averne notizia pubblica, c’è voluto un esposto di Legambiente Regionale, quando sarebbe stata più appropriata una comunicazione tempestiva, magari attraverso i mezzi a disposizione per la prevenzione e repressione dell’illegalità nella pubblica amministrazione (bastava una semplice pubblicazione sull’albo pretorio).Prendiamo atto che i rilievi, le segnalazioni e le pubbliche denunce fatte in questo lasso di tempo, non solo da questa Associazione si stanno via via rivelando fondate. Rileviamo che gli effetti del PdC prima rilasciato, poi sospeso ed ora annullato dal Dirigente, hanno prodotto effetti nefasti, consentendo l’avanzata realizzazione di un’opera illegittimamente assentita e che ciò provocherà strascichi pesanti per la Comunità Ragusana».

Infatti, un precedente comunicato Cassi scriveva: «In merito alla questione del parcheggio in prossimità dei Canalotti, a Punta Braccetto – spiega il sindaco Peppe Cassì – ho chiesto agli uffici un rapporto di servizio al ricevimento delle prime segnalazioni. Il Dirigente di settore, con atto del 23 agosto inviato anche a Legambiente, ha comunicato di avere già, con provvedimento dell’11 agosto 2021, annullato in autotutela il permesso di costruire rilasciato; disposto il ripristino dello stato dei luoghi e la rimozione del casotto e della base di calcestruzzo realizzati; disposto il divieto di utilizzo dell’area a parcheggio; disposto la trasmissione dell’atto al servizio illeciti edilizi per i conseguenti provvedimenti. L’esposto di Legambiente nei confronti del Comune risulta pertanto superato dagli eventi.Legambiente avrà senz’altro apprezzato, anche se non vi è traccia nei propri comunicati, il fatto che, dopo anni di indifferenza, questa amministrazione ha impedito l’accesso dei veicoli a ridosso della costa, in quel parcheggio di fatto ben dentro il limite di 150 metri dalla battigia e in area protetta, da sempre utilizzato dai fruitori di questo splendido sito”».

Per Legambiente Ragusa, nonostante l’ronia un po’’fuori luogo del sindaco Cassi, «Lascia esterrefatti come tutto ciò sia stato possibile, e resta comunque ancora valida l’osservazione contenuta nell’ esposto di Legambiente Sicilia che rileva come: La sequenza costante di illegittimità formali e sostanziali, l’inerzia nelle verifiche, hanno prodotto una situazione di palese illegittimità ed oggettivamente favorito la realizzazione di una opera di cui i lavori non dovevano mai essere iniziati. A chi oggi vuol far credere che, l’emissione dell’annullamento in autotutela (a questo punto fatto obbligato), sia un “nobile gesto” risolutivo, facciamo notare che è solo un passaggio di una vicenda di cui si sarebbe veramente fatto a meno e che porterà in futuro spiacevoli strascichi. Monitoreremo gli sviluppi di questa vicenda, con ancor più attenzione nell’unico intento che questa Associazione persegue: la difesa di un sito protetto e il ripristino della legalità, in un area di grande pregio. In chiusura della nota stampa del Sindaco di Ragusa cogliamo una evidente vena di ironia provocatoria in relazione al fatto che non gli siano stati riconosciuti da Legambiente i meriti per aver interdetto l’accesso dei veicoli sulla scogliera. In questa fase ricordiamo soltanto che la disponibilità dei 170 posti auto messi a disposizione dal Sindaco il 24 luglio u.s. (in simultanea con la chiusura della stradella) per consentire ai cittadini di lasciare l’auto in via Salso e recarsi in spiaggia, si è rivelata quanto meno improvvida e che tantissimi cittadini che frequentavano quei luoghi da anni, hanno dovuto scegliere altre spiagge del litorale già affollate. Oltre ciò la chiusura della scogliera e la passerella crollata e impacchettata di arancione, hanno interdetto completamente l’accesso ai disabili alla spiaggia di randello, creando di fatto una discriminazione verso le fasce più deboli, fatto molto grave questo».

Legambiente Ragusa Conclude: «Non ci sottrarremo certo ad una pubblica discussione su come favorire l’uso dell’arenile di Randello e della scogliera dei Canalotti per una ampia e matura fruizione. Lo faremo affrontando la questione con l’attenzione e l’ampiezza che merita. Noi siamo seri e non è il momento dell’ironia».