Progetti infrastrutturali: nuovi orientamenti Ue sulla verifica della resilienza al clima

Aiuteranno l'Ue a realizzare l’European Green Deal e a rendere più verde la sua spesa

[30 Luglio 2021]

La Commissione europea ha pubblicato i  nuovi orientamenti tecnici sulla verifica climatica dei progetti infrastrutturali per il periodo 2021-2027 e sottolinea che «Gli orientamenti contribuiranno a integrare le considerazioni climatiche negli investimenti futuri e nello sviluppo di progetti infrastrutturali che spaziano dall’edilizia alle infrastrutture di rete e fino ad una serie di costruzioni di sistemi e beni. In tal modo gli investitori istituzionali e privati europei saranno in grado di prendere decisioni informate su progetti ritenuti compatibili con l’accordo di Parigi e con gli obiettivi climatici dell’Ue».

I nuovi orientamenti tecnici sulla verifica climatica dei progetti infrastrutturali sono stati elaborati dalla Commissione in stretta cooperazione con i potenziali partner esecutivi di InvestEU insieme al gruppo BEI.

Destinati in primo luogo ai promotori di progetti e agli esperti coinvolti nella preparazione dei progetti infrastrutturali, gli orientamenti possono essere un riferimento utile per le autorità pubbliche, i partner esecutivi, gli investitori, i portatori di interessi e altri.

Sulla base dell’esperienza acquisita nella verifica climatica dei grandi progetti nel periodo 2014-2020, i presenti orientamenti integrano detta verifica nella gestione del ciclo di progetto (PCM), nelle valutazioni dell’impatto ambientale (VIA) e nei processi di valutazione ambientale strategica (VAS); includono raccomandazioni a sostegno dei processi nazionali di verifica climatica negli Stati membri.

Gli orientamenti adottati aiuteranno l’Ue a realizzare l’European Green Deal, attuare i requisiti previsti dalla normativa europea sul clima e a rendere più verde la spesa dell’Ue. La Commissione assicura che «Sono in linea con il percorso di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030 e conseguire la neutralità climatica entro il 2050; seguono i principi “efficienza energetica al primo posto” e “non arrecare un danno significativo”; soddisfano i requisiti definiti nella legislazione per vari fondi dell’UE quali InvestEU, il meccanismo per collegare l’Europa (CEF), il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo di coesione (FC) e il Fondo per una transizione giusta (JTF)».

L’adozione di questi nuovi orientamenti è stata resa necessaria perché  «Gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno già sentire su beni e infrastrutture con cicli di vita lunghi – ferrovie, ponti o centrali elettriche – e si prevede che aumentino in futuro. Ad esempio, occorre prestare particolare attenzione ad edificare in zone che potrebbero risentire dell’innalzamento del livello del mare; analogamente, la tolleranza termica per i binari ferroviari deve tener conto della temperatura massima più elevata secondo le stime anziché dei valori storici. È pertanto essenziale individuare chiaramente e investire di conseguenza in infrastrutture preparate a un futuro a impatto climatico zero e resiliente ai cambiamenti climatici».

La verifica climatica è un processo che integra le misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici nello sviluppo dei progetti infrastrutturali e gli orientamenti tecnici adottati stabiliscono «Principi e prassi comuni per individuare, classificare e gestire i rischi fisici legati al clima in sede di pianificazione, sviluppo, esecuzione e monitoraggio dei progetti e dei programmi infrastrutturali. Il processo è suddiviso in due pilastri (mitigazione, adattamento) e due fasi (screening, analisi dettagliata) e la documentazione e la supervisione delle forme di verifica climatica sono considerate parte essenziale della logica alla base delle decisioni di investimento».

Secondo gli orientamenti, per le infrastrutture con ciclo di vita oltre il 2050, «La manutenzione e la disattivazione finale di qualsiasi progetto dovrebbero essere climaticamente neutre, con possibili considerazioni di economia circolare, come il riciclaggio o il riutilizzo dei materiali. La resilienza ai cambiamenti climatici dei nuovi progetti infrastrutturali dovrebbe essere assicurata da misure di adattamento adeguate e basate su una valutazione del rischio climatico».