L’Agenzia Onu sgrida l’Australia per lo sbiancamento della Grande Barriera Corallina

L’Unesco concede tempo a Venezia

Un piano dettagliato su turismo e grandi navi dovrà essere consegnato entro il 1 dicembre 2018

[6 Giugno 2017]

A meno di un mese dall’assemblea del World heritage committee  dell’Unesco, che si terrà dal 2 al 12 luglio a Cracovia, in Polonia, l’organizzazione dell’Onu per il patrimonio mondiale ha fatto sapere che non voterà – come si temeva – l’inclusione di Venezia nella black-list dei siti a rischio.  L’Unesco precisa che «Lo status di Venezia come patrimonio dell’umanità sarà quindi congelato fino al 2019 nell’attesa che il governo e il Comune presentino un piano dettagliato su turismo e grandi navi che dovrà essere consegnato entro il 1 dicembre 2018».

La decisione dell’Unesco  arriva dopo un mese circa dell’invio a Parigi della relazione italiana sui progressi fatti a tutela di Venezia e della sua  laguna. L’Unesco ha apprezzato il documento perché include «misure per la diversificazione degli accessi turistici e il piano per le grandi navi nel canale Vittorio Emanuele». L’Unesco aveva espresso soddisfazione anche per «gli sforzi inclusi nel “Patto per Venezia” stretto fra il sindaco Luigi Brugnaro e l’allora premier Matteo Renzi». 

OnuItalia.com, il giornale italiano dell’Onu scrive che «Venezia quindi non subirà nell’immediato alcun declassamento a Patrimonio in pericolo e la riunione di Cracovia ratificherà la decisione già presa in brutta copia dai tecnici, chiedendo un nuovo rapporto sullo stato di conservazione del sito e di tutte le azioni svolte per il suo mantenimento entro il primo dicembre 2018, in modo che il dossier possa essere esaminato nella sessione plenaria nella 43. sessione annuale del Comitato, fissata nel l’estate 2019.  Per il sindaco e il suo staff questa è una buona notizia, poiché in qualche modo nel documento vengono citate tutte le azioni descritte nei dossier e nei suoi aggiornamenti inviati a Unesco tra gennaio e aprile di quest’anno dopo l’incontro a Parigi con la direttrice Irina Bokova».

Invece, l’Unesco, dopo aver definito i cambiamenti climatici «la minaccia più significativa», e ha invitato l’Australia a «fare di più per proteggere la Grande barriera corallina, uno dei più estesi e delicati ecosistemi al mondo.

In un documento sullo stato dei beni dell’umanità,  Unesco si è detta «seriamente preoccupata» per i 2.300 Km di coralli della Barriera australiana che stanno subendo il fenomeno dello sbiancamento. Secondo il rapporto, «L’Australia rischia di non raggiungere gli obiettivi sulla qualità dell’acqua stabiliti nel suo Piano di sostenibilità a lungo termine al 2050. I progressi fatti finora sono lenti». Per questo «il Centro del patrimonio mondiale Unesco e l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) ritengono che l’attuazione del piano avrà bisogno di accelerare per garantire che gli obiettivi a medio e lungo termine del piano stesso siano rispettati, in particolare per quanto riguarda la qualità dell’acqua».

Il giornale Onu precisa che «Tra gli obiettivi indicati dal governo australiano ci sono la riduzione delle acque reflue agricole di fertilizzanti e pesticidi e la riduzione del numero di alberi tagliati lungo la costa dello Stato del Queensland».