Stop sul fronte apuano, si attende la pronuncia della Corte costituzionale

Legge sulle cave, dalla Regione Toscana via libera definitivo al regolamento d’attuazione

Nella normativa si ritiene «opportuno sostenere l’uso dei prodotti di sostituzione e dei riciclati»

[4 Novembre 2015]

Dalla Giunta della Regione toscana arriva l’approvazione in via definitiva del regolamento di attuazione previsto dalla legge regionale sulle cave (art.5 lr 25 marzo 2015, n. 35), proponendo però di congelare i termini temporali previsti dalla legge negli articoli 35, 38 e 39: si tratta di delle disposizioni relative al distretto apuo-versiliese, nei mesi scorsi già oggetto di aspre polemiche in merito al Piano paesaggistico, e riguardano i procedimenti per il rilascio delle concessioni di cava, la disciplina delle autorizzazioni esistenti e gli spazi d’azione in merito dei regolamenti comunali.

La Giunta, spiegano dalla Regione, ritiene opportuno attendere la pronuncia della Corte Costituzionale (attesa per i primi mesi del 2016) «prima di iniziare le attività di ricognizione dei beni estimati previste dall’art 32 (comma 2); stipulare le convenzioni per incrementare la durata delle concessione ed autorizzazioni previste dall’art 38 (comma 7) ed emanare i regolamenti comunali previsti dall’articolo 39 (comma 2)».

Non sono però solo sul fronte apuano gli elementi d’incertezza, in quanto sarà indispensabile verificare come la legge sulle cave influirà sulla gestione dei siti estrattivi su tutto il territorio regionale: l’altro grande polo si trova a sud, tra le Colline di Campiglia Marittima, il cui sfruttamento negli anni è finito spesso nel mirino degli ambientalisti (l’ultimo Rapporto cave di Legambiente ne è un esempio) e non solo.

D’altronde, già nel preambolo della legge il Consiglio regionale considera che «va incentivata la sensibilizzazione di una condotta responsabile delle imprese estrattive e del settore del riciclaggio dei materiali riutilizzabili», e al contempo afferma che è opportuno «incentivare il riuso delle aree di escavazione dismesse e in abbandono, sostenere l’uso dei prodotti di sostituzione e dei riciclati ed incoraggiare l’uso ottimale delle risorse al fine di attenuare la dipendenza dalle materie prime, limitandone il consumo». È ora di passare dalle parole ai fatti: nel territorio della Val di Cornia una proposta concreta nel merito c’è già, e sta prendendo sempre più corpo all’interno del progetto Rimateria. Ragioni di sostenibilità economica e ambientale, oltre a quanto previsto dalla legge, suggeriscono la necessità di farle spazio.

L. A.