Legambiente: il ministro Cingolani diventi ambasciatore del suolo tra i Paesi del Consiglio d’Europa

Salviamo il Paesaggio: «La Rigenerazione Urbana non può essere separata dall’arresto del consumo di suolo»

[14 Aprile 2021]

Ieri, su iniziativa dalla europarlamentare italiana Eleonora Evi (Verdi), la commissione Petizioni del Parlamento Europeo ha ascoltato i promotori della campagna PEOPLE4SOIL, la petizione pubblica che, nel 2017, ha mobilitato 500 associazioni e istituzioni di ricerca di 26 Stati Membri sulla richiesta di dotare l’Unione Europea di una direttiva per la protezione del suolo.

Secondo Legambiente è stato «Un appuntamento importante che, insieme ad altri, marca la ripartenza della discussione europea sulla protezione del suolo, risorsa ambientale che, ancora oggi, è priva di una legislazione di tutela».

Damiano Di Simine, responsabile suolo di Legambiente e promotore e primo firmatario dell’iniziativa People4soil, ricorda che «A quasi quattro anni di distanza dalla conclusione della campagna europea, abbiamo avuto finalmente l’occasione di affrontare l’istituzione parlamentare europea, chiedendole di attivarsi per stabilire un quadro giuridico per la protezione del suolo, analogo a quelli vigenti per la qualità dell’acqua e dell’aria, e dotato di regole comuni per garantire, nel loro insieme, biodiversità, riserve di carbonio, sicurezza alimentare, salute dei cittadini nonché salubrità e distintività delle produzioni agricole europee»

Il tempo però non è trascorso invano: la Commissione a guida da Ursula Von Der Leyen ha promosso l’European Green Deal che ha nella protezione del suolo uno degli elementi chiave delle strategie per la protezione della biodiversità e la lotta al cambiamento climatico.  Il Cigno Verde sottolinea che «E’ attesa entro l’anno la pubblicazione della nuova Strategia Tematica sul Suolo, di cui è aperta la consultazione pubblica, mentre a fine aprile inizierà la discussione plenaria del Parlamento Europeo sulla Risoluzione sul Suolo, che contiene la formale richiesta di avviare il percorso per dotare l’Europa di una direttiva. In questo quadro, le 226.000 firme raccolte dalla petizione europea rappresentano un elemento in più, che affiancano l’azione istituzionale con una solida istanza popolare».

Il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, è convinto che  «L’Italia può e deve giocare un ruolo importante nella partita europea sul suolo sappiamo che ci sono alcuni Stati Membri ancora contrari all’introduzione di una norma comunitaria sulla materia del suolo, e questo fino ad ora ha provocato uno stallo che dura dal lontano 2006, anno della prima proposta di direttiva. Per questo chiederemo al Ministro Cingolani di farsi promotore di un’azione di eurodiplomazia, anche a nome dei Paesi mediterranei, i cui suoli sono maggiormente esposti agli effetti della crisi climatica».

Legambiente, dopo aver concluso la campagna per la petizione popolare, è oggi in campo con il progetto europeo Soil4life, con cui sta promuovendo azioni di comunicazione e advocacy per la protezione del suolo e Di Simine aggiunge: «Occorre che l’emergenza legata al degrado dei suoli sia conosciuta e portata all’attenzione dei livelli istituzionali: chiediamo a cittadini e associazioni di attivarsi, a partire dalla partecipazione alla consultazione che la Commissione Europea ha aperto per permettere a tutti i cittadini e le associazioni di dire la loro sulla nuova strategia tematica sul suolo: c’è tempo fino al 27 aprile per farlo attraverso il sito istituzionale della Commissione».

Mentre Legambiente attacca sul fronte europeo chiedendo coerenza e coraggio al governo italiano, il Forum Salviamo il Paesaggio sferra un’offensiva su quello nazionale e lamenta il crescente disaguio con cui sta seguendo l’iter in Commissione Ambiente del testo unificato dei 6 disegni di legge presentati in Senato in materia di rigenerazione urbana e ora proposto dai correlatori agli emendamenti di tutti i Commissari.

La rete italiana formata da oltre 1.000 organizzazioni e decine di migliaia di singoli aderenti ricorda che «Nello scorso autunno la Commissione aveva ospitato un fitto ciclo di audizioni che avevano sollecitato l’opportunità di operare un accorpamento tra DDL differenti per il loro oggetto ma riconducibili al tema attualissimo della rigenerazione urbana e che hanno portato alla presentazione di un testo unico che prevedeva la scadenza del 31 marzo per la consegna dei documenti di osservazione, poi prorogata al 16 aprile. Lo scorso 7 aprile il testo unificato è stato esaminato in aula e non sono mancate critiche profonde da una parte delle forze politiche».

Anche il Forum Salviamo il Paesaggio valuta in maniera fortemente critica questo DDL “forzato”, ma per ragioni diametralmente opposte: «Abbiamo, infatti, sempre sostenuto che la rigenerazione urbana (costruire sull’esistente) rappresenti un elemento essenziale per la qualità delle nostre città e paesi, ma debba essere legata in maniera indissolubile all’arresto del consumo di suolo. In tal senso ci eravamo espressi formulando una nostra precisa Proposta di Legge (“Norme per l’arresto del consumo di suolo e il riuso del suolo urbanizzato”) fatta propria dal Movimento 5 Stelle e presentata alle Camere nel medesimo giorno del loro insediamento nel marzo 2018 (AS164, prima firmataria Paola Nugnes, ora passata a Sinistra Italiana, ndr), poi incardinata in Senato e incomprensibilmente abbandonata da ormai più di un anno. In tale proposta normativa risultavano chiaramente collegati i temi della rigenerazione urbana e del contrasto al consumo di suolo proprio partendo dall’assunto che la rigenerazione urbana, se regolamentata da sola, rischia di trasformarsi in un semplice elemento di rendita collegato a pochi ambiti di territorio, magari in contesti privilegiati; affinché si possano ricreare funzioni ecosistemiche, è necessaria una reale tutela e rigenerazione ambientale in cui trovi spazio anche la rigenerazione sociale. “La rigenerazione urbana, per essere sostenibile, è rigenerazione senza consumo di suolo”, come ha ribadito anche una fonte scientificamente autorevole e indipendente quale l’ISPRA durante le audizioni in Commissione».

Per questo il Forum Salviamo il Paesaggio ritiene che «L’aver “congelato” il nostro DDL e averlo “sdoppiato in due tronconi” (il testo unificato di cui sopra e il DDL “Disposizioni per l’arresto del consumo di suolo agricolo e delega al Governo per il riordino delle disposizioni vigenti in materia di governo del territorio e contrasto al consumo di suolo agricolo“, prima firmataria la senatrice Elena Fattori) sia un errore perchè rigenerazione urbana e arresto di consumo di suolo sono elementi che, se realizzati insieme, risultano più efficaci per fermare la continua perdita di suolo libero e agricolo nel nostro Paese, che rappresenta una vera e propria emergenza conclamata.

Dividerli ha il preciso significato politico di eludere il tema del consumo di suolo.

Ancor più grave se pensiamo al ruolo essenziale che i suoli esercitano nel contrasto al cambiamento climatico e particolarmente miope – dal punto di vista politico – in un momento in cui il Next Generation EU offre a interventi strutturali legati alla transizione ecologica anche ingenti risorse finanziarie».

Il Forum Salviamo il Paesaggio sollecita tutte le forze politiche e i membri delle Commissioni Ambiente e Agricoltura del Senato a «Rivedere i propri intendimenti e riprendere, con forza, l’iter del DDL “madre” (AS164) per dare al Paese una norma nazionale dalla duplice finalità: garantire la salvaguardia ecosistemica e indirizzare il futuro dell’intero comparto edile. La ripresa e la resilienza dell’Italia dimorano in questo testo di legge, ma occorre una volontà. Politica…»