Legambiente e Libera: l’occasione persa del Piano spiaggia del Comune di San Vincenzo
«E’ fortemente lesivo del “pubblico interesse” e dell’ambiente continuare a pensare il litorale come una risorsa infinita e riproducibile» una risorsa infinita e riproducibile»
[29 Luglio 2020]
Il mare a San Vincenzo è, da sempre, motivo di esistenza stessa della comunità, delle relazioni umane, sociali, economiche, politiche.
Negli anni l’uso del litorale, delle spiagge, delle dune è stato oggetto di progetti che l’hanno trasformato con insediamenti numerosi e ad alto impatto ambientale, fino alla realizzazione del grande porto turistico per cui l’Amministrazione si è vista assegnare, da Legambiente, il disonore di numerose Bandiere Nere.
All’erosione, causata dal porto, si sta rispondendo da anni con progetti, costosi per le “casse pubbliche”, con l’effetto di continuare a spostare più a sud il fenomeno erosivo, non risolvendo comunque il problema.
Molte sono state le costruzioni sulla spiaggia, sulle dune e sulle zone retrostanti, e il mare si è “confrontato” con l’azione dell’uomo: erosione, spiaggiamento di posidonia in grandi quantità, danni da mareggiate a strutture costruite sulla spiaggia. Tutto questo non è colpa del mare.
Stiamo poi iniziando a confrontarci con gli effetti del “riscaldamento globale” causato dalle attività umane: pochi mesi fa in un convegno, proprio a San Vincenzo, il professor Pranzini ha illustrato gli effetti del riscaldamento del mare con il suo innalzamento in tempi non certo secolari.
Per queste ragioni Libera e Legambiente ritengono che la preparazione di questo “Piano di Spiaggia” sia stata un’occasione persa per un confronto pubblico e un approfondimento, necessari per riflettere sugli effetti delle azioni fin qui praticate sul litorale e davanti ai futuri, nonché attuali, effetti dei mutamenti climatici.
Perché il Comune di San Vincenzo non ha organizzato, prima dell’adozione del Piano, nessun incontro pubblico (nelle forme possibili) con la popolazione? Perché ne ha parlato (qui è stato possibile) solo con i titolari di concessioni e gli albergatori e con le loro associazioni di categoria?
Eppure è sempre alta l’attenzione di tanti cittadini, residenti e turisti, alla situazione delle nostre spiagge, al loro uso, al loro valore ambientale, sociale, come “bene pubblico” primario.
Non una analisi di insieme delle criticità e della fruizione della costa, dei suoi limiti, una politica turistica; non una parola sulle dinamiche naturali e gli effetti che producono, come lo spiaggiamento di grandi quantità di posidonia. Per queste solo interventi d’emergenza, costosi e invadenti, senza alcuna progettualità che affronti una situazione che si ripete ad ogni stagione…
Stiamo parlando di Demanio Pubblico inalienabile sul quale si sono succeduti fatti ed eventi, naturali e non solo, che hanno provocato, anche più interventi della Magistratura.
Leggiamo il Piano, mentre si ripete una situazione di abuso laddove, via del Tirreno, è stato abbattuto lo stabilimento abusivo Baya Ibe. Nonostante questo, il Piano conferma la concessione (?!) con la previsione di una colata di cemento di 280 mq! E ciò che vi è stato costruito in questi mesi? È in regola con quanto previsto dalla normativa comunale e nazionale: il Comune ha avviato azioni al fine di ristabilire la legalità in quel tratto di spiaggia?
O ancora, il Piano di Spiaggia poteva essere l’occasione per stabilire che tutte le barriere rigide (muretti, marciapiedi e simili) costruiti sulla spiaggia, causando pesanti effetti erosivi, vanno rimossi. Invece c’è la previsione di nuove costruzioni, stabilimenti e di ulteriori 100 e passa metri lineari sottratti all’uso pubblico e destinati a concessioni private.
Questo Piano Spiaggia, per le modalità con le quali è stato predisposto, appare più come una sorta di accordo tra privati, il Comune da un lato e i concessionari dall’altro, dove il “bene pubblico spiaggia” è marginale, anzi da “sfruttare” per ampliamenti, nuove concessioni, insediamenti.
Per Libera e Legambiente è la “filosofia” che sta dietro a questo Piano ad essere assolutamente inadeguata ai problemi del litorale sanvincenzino.
È fortemente lesivo del “pubblico interesse” e dell’ambiente continuare a pensare il litorale come una risorsa infinita e riproducibile, utile solo ad investimenti privati. Occorre iniziare a pensare a “togliere” più che “aggiungere”, con strategie che mirino a gestire le trasformazioni che gli scenari futuri imporranno, garantendo la qualità ambientale e la trasformazione dell’economia locale, nell’interesse pubblico, presente e futuro.
Legambiente Circolo Val di Cornia
Legambiente Circolo Costa Etrusca
Libera Presidio “Rossella Casini” San Vincenzo/Castagneto Carducci