Inquinamento nel Mediterraneo: è plastica il 65% rifiuti galleggianti in mare

I risultati delle osservazioni effettuate da Progetto Mediterranea e ISPRA nel 2022

[19 Gennaio 2023]

Sono pronti i nuovi risultati sulla presenza dei rifiuti galleggianti in mare che emergono dalla collaborazione tra Associazione Progetto Mediterranea e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), ell’ambito del “Floating Litter”, un progetto di Advanced Citizen Science per studiare l’inquinamento del nostro mare.
Imbarcazione Mediterranea ha navigato tra maggio e settembre 2022 nel canale di Sicilia, circumnavigando l’isola, nel Golfo di Taranto e quindi lungo la costa adriatica fino a Venezia. L’equipaggio ha realizzato una serie di avvistamenti di rifiuti galleggianti all’interno del programma di osservazione e documentazione stabilito e verificato con i ricercatori dell’ISPRA – Ministero dell’Ambiente.

I ricercatori di ISPRA spiegano che «Anche nella campagna del 2022, i rifiuti a mare sono stati osservati in tutte le aree percorse, dimostrando ulteriormente la vastità di incidenza del fenomeno del ‘marine litter’. I materiali di plastica sono i principali imputati del fenomeno, con una percentuale intorno al 65% di tutti i rifiuti rilevati. Laddove è stato possibile risalire ad attività specifiche, gli oggetti più frequentemente osservati appartengono al packaging, buste e bottiglie di plastica e alle attività da pesca. I valori medi della densità di rifiuti sono in linea con quanto atteso, con densità maggiori in ambiente più costiero e minori in alto mare. Le maggiori concentrazioni di rifiuti sono state osservati nelle aree in cui è presumibile un maggiore apporto da terra come alla foce dei fiumi in Adriatico e presso coste meridionali della Sicilia dove sono state rinvenute notevoli quantità di ‘schiume. La prosecuzione della collaborazione fra ISPRA e Progetto Mediterranea anche nel 2022 ha permesso di ottenere dati adeguati dal punto di vista metodologico ed estremamente utili per contribuire alla conoscenza del fenomeno dei rifiuti marini costieri anche nelle nuove aree dello Ionio e Adriatico. I risultati dimostrano ulteriormente le potenzialità della citizen science per contribuire alla costruzione della conoscenza sui fenomeni ambientali. Questo è particolarmente importante in ambiente marino, dove la vastità e complessità dei fenomeni richiedono un monitoraggio continuo di larga scala e nel lungo termine, per evidenziare i fenomeni in atto e monitorarne le eventuali variazioni nel tempo. La prosecuzione della collaborazione permetterà di ottenere informazioni in altre aree del Mediterraneo, contribuendo a diffondere la consapevolezza sulla necessità di una svolta sostenibile in tutti i settori delle attività umane».

Simone Perotti di Progetto Mediterranea conclude: «Invitiamo tutti i velisti, i cittadini, a entrare attivamente nella protezione dell’ambiente. E non a parole, ma dedicando una quota delle loro navigazione, delle loro passioni alla collaborazione con la ricerca scientifica.   Non possiamo più permetterci di divertirci soltanto e di dedicare il nostro tempo solo a noi stessi. Vivere in questa epoca, e vivere il mare soprattutto, significa partecipare, contribuire».