Un fossile riscoperto in un armadio sposta indietro di 35 milioni di anni l’origine delle lucertole moderne

Il Cryptovaranoides microlanius potrebbe rivelarsi una delle più importanti scoperte paleontologiche degli ultimi decenni

[5 Dicembre 2022]

«Un esemplare recuperato da un armadio del Natural History Museum di Londra ha dimostrato che le lucertole moderne hanno avuto origine nel tardo Triassico e non nel Giurassico medio come si pensava in precedenza». A rivelarlo è lo studio “A Triassic crown clade squamate”, pubblicato su Science Advances  da David Whiteside, Sofía Chambi-Trowell e Michael Benton della School of Earth Sciences dell’università di Bristol.

Al fossile è stato dato il nome scientifico di Cryptovaranoides microlanius e la Chambi-Trowell spiega: «Il nome del nuovo animale, Cryptovaranoides microlanius, riflette la natura nascosta della bestia in un cassetto ma anche il suo probabile stile di vita, dato che viveva nelle fessure del calcare sulle piccole isole che allora esistevano intorno a Bristol. Il nome della specie, che significa “piccolo macellaio”, si riferisce alle sue mascelle che erano piene di denti taglienti affilati con i quali avrebbe predato artropodi e piccoli vertebrati».

Il prezioso fossile è stato identificato in una collezione museale conservata dagli anni ’50 che comprende esemplari provenienti da una cava vicino a Tortworth nel Gloucestershire, nel sud-ovest dell’Inghilterra. Allora non esisteva la tecnologia che oggi ha permesso ai ricercatori di rivelare le caratteristiche contemporanee di Cryptovaranoides microlanius che hanno sconvolto tutte sull’origine di lucertole e serpenti (Squamata) e che costringerà probabilmente a rivedere la loro storia evolutiva e forse persino quando hanno avuto origine gli Squamata.

Il team dell’università di Bristol ha definito incredibile la scoperta e Whiteside racconta come è avvenuta: «Ho individuato per la prima volta l’esemplare in un armadio pieno di fossili di Clevosaurus nei magazzini del Natural History Museum di Londra, dove sono Scientific Associate. Era un rettile fossile abbastanza comune, un parente stretto del Tuatara neozelandese che è l’unico sopravvissuto del gruppo Rhynchocephalia, che si separò dagli squamati oltre 240 milioni di anni fa. Il nostro esemplare era semplicemente etichettato come  “Clevosaurus and one other reptile”. Mentre continuavamo a indagare sull’esemplare, ci siamo convinti sempre di più che fosse in realtà più strettamente imparentato con le lucertole moderne rispetto al gruppo dei Tuatara. Abbiamo effettuato scansioni a raggi X dei fossili all’università, e questo ci ha permesso di ricostruire il fossile in tre dimensioni e di vedere tutte le minuscole ossa che erano nascoste all’interno della roccia».

Il risultato è che, secondo i ricercatori, «Cryptovaranoides è chiaramente uno squamato in quanto differisce dal Rhynchocephalia nella scatola cranica, nelle vertebre del collo, nella regione della spalla, per la presenza di un dente mediano superiore nella parte anteriore della bocca, per il modo in cui i denti sono disposti su uno shelf  nelle mascelle (piuttosto che fuse alla cresta delle mascelle) e nell’architettura del cranio, come la mancanza di una barra temporale inferiore. C’è solo una caratteristica primitiva importante che non si trova negli squamati moderni, un’apertura su un lato dell’estremità dell’osso del braccio superiore, l’omero, dove passano un’arteria e un nervo». Criptovaranoidiha ha alcuni altri caratteri apparentemente primitivi come alcune file di denti sulle ossa del palato, ma gli erpetologi hanno osservato lo stesso nella lucertola di vetro europea vivente (Pseudopus apodus) e anche molti serpenti come boa e pitoni hanno più file di grandi denti nella stessa area. Nonostante questo, ha una scatola cranica come quella della maggior parte delle lucertole viventi e le connessioni ossee nel cranio suggeriscono che fosse flessibile.

Secondo Benton, «In termini di importanza, il nostro fossile sposta l’origine e la diversificazione degli squamati dal Giurassico medio al Triassico superiore. Questo è stato un periodo di grande ristrutturazione degli ecosistemi terrestri, con l’origine di nuovi gruppi di piante, in particolare le conifere di tipo moderno, così come nuovi tipi di insetti, e alcuni dei primi gruppi moderni come tartarughe, coccodrilli, dinosauri, e mammiferi. L’aggiunta degli squamati moderni più antichi completa quindi il quadro. Sembra che queste nuove piante e animali siano entrati in scena come parte di un’importante ricostruzione della vita sulla Terra dopo l’estinzione di massa della fine del Permiano, 252 milioni di anni fa, e in particolare l’Episodio Pluviale Carnico, 232 milioni di anni fa, quando i climi oscillarono tra umido e secco, e che causò grande turbamento alla vita».

Whiteside conclude: «Questo è un fossile molto speciale e probabilmente diventerà uno dei più importanti ritrovati negli ultimi decenni. E’ una fortuna che fosse conservato in una Collezione Nazionale, in questo caso il Natural History Museum  di Londra. Vorremmo ringraziare la defunta Pamela L. Robinson che ha recuperato i fossili dalla cava e ha fatto molto lavoro di preparazione sull’esemplare tipo e sulle ossa associate. E’ stato un vero peccato che allora non avesse accesso alla tecnologia di scansione CT per aiutarla a osservare tutti i dettagli del campione».