Su Marte c’è acqua allo stato liquido: è italiana la scoperta attesa da decenni (VIDEO)

Acqua, sali, rocce e protezione dalla radiazione cosmica sono ingredienti che potrebbero inoltre far pensare anche ad una nicchia biologica

[26 Luglio 2018]

È grazie ai ricercatori italiani se oggi abbiamo, per la prima volta, la prova che sotto la superficie di Marte c’è dell’acqua allo stato liquido: la certezza arriva dal radar italiano Marsis (Mars advanced radar for subsurface and ionosphere sounding) che, a bordo della sonda europea Mars Express, ha permesso di individuare acqua a 1,5 km di profondità nel sottosuolo marziano, dove la temperatura è sicuramente ben al di sotto di 0°C (per questo si ipotizza l’acqua sia salata, dato il suo stato liquido). Acqua, sali, rocce e protezione dalla radiazione cosmica sono ingredienti che potrebbero inoltre far pensare anche ad una nicchia biologica; i ricercatori sono convinti che potrebbero esserci altre zone con condizioni favorevoli alla presenza di acqua in profondità su Marte ed ora, messo a punto il metodo di analisi, potranno continuare ad investigare.

È una delle maggiori scoperte scientifiche degli ultimi anni quella che arriva dalla collaborazione scientifica tra Asi, Inaf, Università degli studi Roma Tre, Università degli studi D’Annunzio, Cnr e Sapienza Università di Roma, i cui risultati sono stati presentati ieri nella sede dell’Agenzia spaziale italiana, alla presenza dei tre autori dello studio pubblicato su ScienceEnrico Flamini già chief scientist di Asi, Roberto Orosei di Inaf ed Elena Pettinelli dell’Università di Roma Tre.

«Questa scoperta è una delle più importanti degli ultimi anni – ha sottolineato il presidente dell’Asi, Roberto Battiston – sono decenni che ricercatori italiani sono impegnati nelle ricerche su Marte insieme a Esa e Nasa, spesso in ruoli di leadership. I risultati di Marsis confermano l’eccellenza dei nostri scienziati e della nostra tecnologia. Sono un ulteriore riprova dell’importanza della missione ESA a leadership italiana ExoMars, che nel 2020 arriverà sul Pianeta rosso alla ricerca di tracce di vita fino a due metri di profondità sotto la superficie del pianeta».

Nel frattempo, quello raggiunto ieri è un risultato atteso da moltissimo tempo. È grazie alla sonda Viking della Nasa che dal 1976, come ricorda l’Asi, è diventato evidente il fatto che la superficie di Marte fosse un tempo coperta da mari, laghi e fiumi e le successive missioni hanno confermato sempre più tale presenza. «Il grande dilemma era quindi quello di dove sia finita tutta quell’acqua. – racconta Roberto Orosei dell’Inaf, primo autore dell’articolo – Buona parte di questa è stata portata via dal vento solare, che spazzò quella che mano a mano si vaporizzava dalla superficie degli specchi d’acqua. Un’altra significativa porzione è depositata sotto forma di ghiaccio nelle calotte, soprattutto quella nord, e negli strati prossimi alla superficie o è legata al terreno nel permafrost. Ma una parte doveva essere rimasta intrappolata nelle profondità e potrebbe ancora trovarsi allo stato liquido». Questo era ciò che si ipotizzava a metà degli anni ’90, quando la missione Mars Express fu annunciata dall’Agenzia spaziale europea (Esa) e l’Asi propose di adottare un radar a bassa frequenza per investigare il sottosuolo a grande profondità: Marsis, grazie alla sua capacità di penetrare all’interno della crosta marziana, è l’unico strumento in grado di risolvere il dilemma e trovare l’acqua liquida in profondità. Per più di 12 anni il radar ha sondato le calotte polari del pianeta rosso in cerca di indizi di acqua liquida, fino alla scoperta celebrata ieri.

I risultati raccolti «indicano che ci troviamo probabilmente in presenza di un lago subglaciale –  spiega Elena Pettinelli, responsabile del laboratorio di Fisica applicata alla Terra ed i pianeti dell’Università Roma Tre e co-investigatore di Marsis – simile ai laghi presenti al di sotto dei ghiacci antartici, relativamente esteso e con una profondità certamente superiore alla possibilità di penetrazione delle frequenze usate da Marsis. In alternativa potrebbe trattarsi di un acquifero profondo nel quale l’acqua liquida riempie i pori e le fratture della roccia. Non siamo attualmente in grado di stimare con precisione la profondità del lago, ovvero dove si trova il fondo del lago o la base dell’acquifero, ma possiamo senza dubbio affermare che sia come minimo dell’ordine di qualche metro».

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    Acqua su Marte