Per proteggersi da future crisi sanitarie, maggiore cooperazione tra le organizzazioni sanitarie e ambientaliste

The Lancet: «Nel suo senso più vero, One Health è un appello all'equità ecologica, non solo sanitaria»

[20 Gennaio 2023]

Secondo gli autori della “The Lancet Series on One Health and Global Health Security”, una nuova serie di quattro articoli pubblicata su The Lancet, «La pandemia di Covid-19 ha messo in luce le debolezze nelle reti di sicurezza sanitaria globale» e per questo «Dobbiamo implementare un approccio “One Health” a livello globale, con le organizzazioni per la salute umana, animale e ambientale che lavorino insieme per prevenire, monitorare e rispondere alle emergenze della salute pubblica». Per farlo c’è bisogno maggiori investimenti nell’approccio One Health, in particolare per interventi preventivi e di preparazione alle emergenze sanitarie. Secondo gli sutori della serie di articoli «Esistono prove evidenti dei benefici in termini di numero di vite umane e animali salvate e di risparmi finanziari derivanti da una più stretta cooperazione intersettoriale. Sono necessari miliardi di dollari all’anno per avere un impatto reale sulla prevenzione e la preparazione a livello globale, una piccola frazione del costo per rispondere e riprendersi da un’emergenza sanitaria globale come la pandemia di Covid-19».

L’editoriale della serie evidenzia che «L’idea che il benessere di un individuo sia direttamente connesso al benessere della terra ha una lunga storia nelle società indigene». Attualmente,  il termine One Health è diventato un concetto importante nella salute globale. Il team di esperti di alto livello di One Health definisce One Health come «Un approccio integrato e unificante che mira a bilanciare e ottimizzare in modo sostenibile la salute di persone, animali ed ecosistemi. Riconosce che la salute degli esseri umani, degli animali domestici e selvatici, delle piante e dell’ambiente in generale (compresi gli ecosistemi) sono strettamente collegati e interdipendenti».  Anche se la serie si concentra sulla preparazione alle pandemie, One Health va ben oltre le infezioni emergenti e i nuovi agenti patogeni: «E’ la base per comprendere e affrontare le minacce esistenziali per le società, tra cui la resistenza antimicrobica, l’insicurezza alimentare e nutrizionale e il cambiamento climatico».

L’editoriale su The Lancet evidenzia che «Gli atteggiamenti moderni nei confronti della salute umana assumono una visione puramente antropocentrica, secondo cui l’essere umano è il centro dell’attenzione e della preoccupazione medica. One Health ci pone in una relazione interconnessa e interdipendente con gli animali non umani e l’ambiente. Le conseguenze di questo pensiero comportano un cambiamento di prospettiva sottile ma abbastanza rivoluzionario: tutta la vita è uguale e di pari interesse. Questa comprensione è fondamentale per affrontare problemi di salute urgenti all’interfaccia uomo-animale-ambiente. Ad esempio, fornire a una popolazione globale in crescita diete sane provenienti da sistemi alimentari sostenibili è un bisogno urgente e insoddisfatto. Richiede un cambiamento completo del nostro rapporto con gli animali. La EAT-Lancet Commission  adotta un approccio equo raccomandando alle persone di passare da una dieta a base animale a una dieta a base vegetale, che non solo giova alla salute umana, ma anche alla salute e al benessere degli animali».

Un’analisi globale di One Health Networks rivela «Gap e disparità nella distribuzione geografica e nelle strutture di partnership con più reti attive e con sede in Europa e Nord America rispetto ad altre regioni». La serie di articoli sostiene che «Il movimento One Health deve liberarsi dalle strutture di potere incentrate nei Paesi ad alto reddito per stabilire reti globali più egualitarie che affrontino l’ampiezza dei problemi e servano le comunità più colpite dalle minacce emergenti ed esistenti alla sicurezza sanitaria. Inoltre, le priorità per il finanziamento devono andare oltre le sovvenzioni e le sovvenzioni per un’industria accademica e di sviluppo con sede nei paesi ad alto reddito, per concentrarsi più da vicino sul trasferimento tecnologico misurabile e sull’autosufficienza nei Paesi a basso e medio reddito».

Un’implicazione dell’approccio One Health è la necessità di ridurre la pressione umana sull’ambiente, un intervento medico di per sé importante. Per esempio, la resistenza antimicrobica (AMR) causata dall’uso eccessivo e mproprio di antimicrobici per esseri umani, animali e ambiente e dalla diffusione di batteri e geni resistenti, richiede un enorme tributo globale. Nel 2019 sono morte 1,2 milioni di persone a causa di infezioni batteriche resistenti agli antibiotici, con altri 4,95 milioni di decessi associati alla resistenza antimicrobica batterica a livello globale. Solo applicando un approccio One Health è possibile agire per affrontare la resistenza antimicrobica.

The Lancet Series on One Health and Global Health Security ha anche rilevato che «Spesso nella progettazione e nell’impostazione dell’agenda delle reti One Health mancano Le organizzazioni ambientaliste, il che limita la misura in cui viene praticato un approccio One Health completo». Gli autori chiedono quindi «Approcci One Health per coinvolgere più organizzazioni di salute ambientale e comunitarie per integrare meglio le questioni ambientali, della fauna selvatica e dell’agricoltura nell’affrontare le sfide relative alla diffusione delle malattie e alla minaccia di future pandemie».

Uno degli autori della serie, Osman Dar, del think tank Chatham House di Londra, sottolinea che «La pandemia di Covid-19 ha messo a fuoco in modo molto più nitido l’interconnessione tra salute umana, salute animale e stato dell’ambiente e l’impatto catastrofico di aver sottovalutato le minacce che emergono in questa interfaccia. Poiché i Paesi cercano di riprendersi dagli impatti della pandemia di Covid-19, l’adozione di approcci integrati One Health con una piena considerazione dei suoi principi di base sarà la chiave per ottenere progressi significativi e ricostruire meglio».

L’editoriale su The Lancet conclude: «La realtà è che One Health verrà applicato nei Paesi non tramite accordi tra organizzazioni multilaterali, ma adottando un approccio al mondo naturale fondamentalmente diverso, un approccio m nel quale siamo preoccupati per il benessere degli animali non umani e dell’ambiente quanto di quando parliamo di esseri umani. Nel suo senso più vero, One Health è un appello all’equità ecologica, non solo sanitaria».