Nello stile di vita degli Tsimane il segreto per rallentare l’invecchiamento del cervello

Nonostante gli alti livelli di infiammazione, hanno cervelli (e cuori) sani che invecchiano più lentamente dei nostri

[27 Maggio 2021]

Secondo lo studio “The indigenous South American Tsimane exhibit relatively modest decrease in brain volume with age despite high systemic inflammation”, pubblicato su The Journals of Gerontology: Series A da un folto team internazionale di ricercatori,«Gli indigeni Tsimane dell’Amazzonia boliviana sperimentano meno atrofia cerebrale rispetto ai loro coetanei americani ed europei. La diminuzione dei volumi cerebrali con l’età è del 70% più lenta rispetto alle popolazioni occidentali».  I  ricercatori ricordano che l’accelerata perdita di volume cerebrale può essere un segno di demenza.

Sebbene nei Paesi industrializzati abbiamo accesso alle moderne cure mediche, siamo anche più sedentari e con una dieta ricca di grassi saturi. Invece, gli Tsimane, che hanno scarso o nessun accesso all’assistenza sanitaria, sono estremamente attivi fisicamente e consumano una dieta ricca di fibre che comprende verdure, pesce e carne magra.

Il principale autore dello studio, Andrei Irimia, dell’Ethel Percy Andrus Gerontology Center della Leonard Davis School of Gerontology dell’università della Southern California, spiega che «Gli Tsimane ci hanno fornito uno straordinario esperimento naturale sugli effetti potenzialmente dannosi sulla nostra salute degli stili di vita moderni. Questi risultati suggeriscono che l’atrofia cerebrale può essere rallentata sostanzialmente dagli stessi fattori di stile di vita associati a un rischio molto basso di malattie cardiache».

I ricercatori hanno coinvolto nel loro studio 746 Tsimane adulti, di età compresa tra 40 e 94 anni e, per effettuare le scansioni cerebrali, li hanno portati dai loro villaggi remoti a Trinidad, la città n boliviana più vicina dotata c di apparecchiature di scansione TC. Un viaggio via fiume e strada che può durare anche due giorni.

Poi il team ha utilizzato le scansioni per calcolare i volumi cerebrali e quindi ha esaminato la loro associazione con l’età degli Tsimane. Poi, gli scienziati hanno confrontato questi risultati con quelli di 3 popolazioni che vivono negli Stati Uniti e in Europa ed è così che hanno scoperto che «La differenza nei volumi cerebrali tra la mezza età e la vecchiaia è del 70% inferiore negli Tsimane rispetto alle popolazioni occidentali. Questo suggerisce che probabilmente il cervello degli Tsimane subisce un’atrofia cerebrale molto inferiore rispetto agli occidentali con l’avanzare dell’età; l’atrofia è correlata al rischio di deterioramento cognitivo, declino funzionale e demenza».

I ricercatori fanno notare che «Gli Tsimane hanno alti livelli di infiammazione, cosa che negli occidentali è tipicamente associata all’atrofia cerebrale». Ma lo studio suggerisce che «Un’infiammazione elevata non ha un effetto pronunciato sul cervello degli Tsimane».

Secondo gli autori dello studio, «I bassi rischi cardiovascolari degli Tsimane possono superare il rischio infiammatorio causato dalle infezioni, sollevando nuove domande sulle cause della demenza. Una possibile ragione è che, negli occidentali, l’infiammazione è associata all’obesità e a cause metaboliche. Negli Tsimane, invece, è causato da infezioni respiratorie, gastrointestinali e parassitarie. Le malattie infettive sono la principale causa di morte tra gli Tsimane».

Uno degli autori dello studio Hillard Kaplan, professore di economia sanitaria e antropologia alla Chapman University, che ha studiato gli Tsimane per quasi 20 anni,  evidenzia che «Il nostro stile di vita sedentario e la nostra dieta ricca di zuccheri e grassi potrebbero accelerare la perdita di tessuto cerebrale con l’età e renderci più vulnerabili a malattie come l’Alzheimer. Gli Tsimane possono servire come base per un sano invecchiamento cerebrale».

Questo popolo indio ha attirato l’attenzione degli scienziati e del mondo quando nel 2017 lo studio “Coronary atherosclerosis in indigenous South American Tsimane: a cross-sectional cohort study”, pubblicato su Lancet nel 2017 da un team internazionale di ricercatori guidato da Kaplan, scoprì che avevano cuori straordinariamente sani anche in età avanzata e dimostrò che gli Tsimane hanno la più bassa prevalenza di aterosclerosi coronarica di qualsiasi popolazione nota alla scienza e che hanno pochi fattori di rischio di malattie cardiovascolari.  Gli scienziati sono convinti che «Il tasso molto basso di malattie cardiache tra i circa 16.000 Tsimane sia molto probabilmente correlato al loro stile di vita di sussistenza preindustriale fatto di caccia, raccolta, pesca e agricoltura».

Kaplan conclude: «Questo studio dimostra che gli Tsimane si distinguono non solo in termini di salute del cuore ma anche di salute del cervello. I risultati suggeriscono ampie opportunità di interventi per migliorare la salute del cervello, anche nelle popolazioni con alti livelli di infiammazione».