Ecco come nasce la creatività: «Equilibrio tra due circuiti neuronali considerati in opposizione»

Da una parte il vagabondare della mente con il pensiero divergente e la generazione di idee, dall’altra il controllo dell’attenzione

[19 Dicembre 2016]

La creatività è un processo mentale scintillante nei risultati quanto oscuro nei meccanismi che lo portano alla luce: come nasce l’atto creativo? È possibile controllarlo, o è necessario attendere l’agognata ispirazione? Tutti abbiamo presente la sindrome della pagina bianca – e quanto talvolta sia difficile uscirne – ma una ricerca italiana pubblicata oggi su Scientific Reports (dell’editore Nature) si annuncia come un passo importante per riuscire a bucare il foglio e sbirciare cosa c’è dietro.

L’articolo, dal titolo “Brain networks for visual creativity: a functional connectivity study of planning a visual artwork” è stato sviluppato da alcuni neuroscienziati (Nicola De Pisapia, Danielle Parrott e David Melcher) del Centro Mente/Cervello (CIMeC) dell’Università di Trento  in collaborazione con il Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (Francesca Bacci).

Gli studiosi spiegano che alla base della creatività – degli artisti e dei non artisti – ci sarebbe una combinazione di funzioni del cervello: da una parte il vagabondare della mente con il pensiero divergente e la generazione di idee, dall’altra il controllo dell’attenzione. «I risultati suggeriscono che la creatività comporta un equilibrio sapiente di due circuiti neuronali tradizionalmente considerati in opposizione tra loro», spiegano infatti i ricercatori.

Durante l’esperimento i ricercatori hanno assegnato agli artisti e non-artisti coinvolti un compito di immaginazione creativa nell’arte visiva, osservando nel mentre cosa stesse accadendo nei singoli crani attraverso la risonanza magnetica funzionale (fMRI). Il team interdisciplinare ha dunque analizzato le basi neuronali del processo creativo nell’arte visiva e hanno rappresentato su delle mappe, come fossero dei geografi, cosa accade nel cervello nel momento dell’ideazione di un’opera d’arte; dalle mappe delle reti cerebrali si comprende che si attivano aree diverse del cervello. «Lo studio – osserva De Pisapia – ha confermato che esiste un forte coordinamento tra le regioni del cervello deputate al pensiero divergente/generazione di idee e quelle invece specifiche del controllo dell’attenzione. Inoltre è emerso che la connettività è ancora maggiore tra gli artisti professionisti, sottoposti quotidianamente alla formazione e alla pratica nella creazione di opere visive».